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professioneArchitetto - NOTIZIE DI ARCHITETTURA
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Il progetto della Porta S. Agostino a Modena

 www.comune.modena.it/capitale/porta/

Le immagini del plastico

 www.comune.modena.it/capitale/porta/image.htm

La descrizione del progetto

 www.comune.modena.it/capitale/porta/desc.htm

Modena - Porta S. Agostino

 

APPROFONDIMENTI

il sito ufficiale di Frank Gehry (www.foga.com) non esiste o non funziona ancora, ma alcune informazioni o ulteriori collegamenti li potete trovare ai siti seguenti:

 

Biografia, Opere e collegamenti

 www.vitruvio.ch/arc/masters/gehry.htm

Architetti Contemporanei

 www.ordinearchitetti.roma.it/architettura/contemporanei.asp

il Museo Guggenheim di Bilbao

 www.guggenheim-bilbao.es

Informazioni sui progetti e piccola biografia fino al 1997

 www.arcspace.com/calif/archi/gehry.htm

"Ginger and Fred" di Praga

 lava.ds.arch.tue.nl/gallery/praha/tgehry.html

Frank Gehry - Great Buildings Online

 www.greatbuildings.com/architects/Frank_Gehry.html

Pritzker Architecture Prize Laureate 1989

 www.pritzkerprize.com/gehry.htm

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Non aprite quella Porta 17-12-2000
  Frank Gehry rinuncia al progetto della porta per Modena
  di MICHELE SMARGIASSI

Non si può dire che se ne va sbattendo la porta, perché è proprio la sua Porta monumentale che non si farà.

Modena resta orfana dell’opera con cui voleva affacciarsi al proscenio dell’architettura contemporanea.

Frank Gehry, settantenne canadese-californiano, forse l’architetto più richiesto del momento, getta la spugna disgustato dall’ultimo pasticcio all’italiana. «Contesto impossibile per lavorare, situazione inaccettabile», scrive al sindaco di Modena Giuliano Barbolini, arrendendosi di fronte all’ennesimo stop ufficiale, firmato dal Comitato di esperti del ministero dei Beni Culturali.

Uno stop a metà, una specie di «rimando a ottobre»: il progetto è vago, rifatelo. Ma lui ha mangiato la foglia: «Le opinioni del Comitato non forniscono indicazioni concrete né parametri per lavorare in maniera costruttiva». E quindi addio: il grande architetto chiude e se ne va, congedandosi con una pacca sulla spalla dal sindaco inviperito: «Capisco la sua delusione, è anche la mia». A Barbolini non resta altro da fare che ringraziare ironicamente il ministro Melandri: «Abbiamo perso un’occasione, abbiamo fatto una figura misera».
Dopo tre anni di controversie, dunque, va in fumo il progetto di costruire il nuovo ingresso monumentale della città emiliana, sulla piazza dove fu stoltamente abbattuta nel 1912 la porta trionfale che portava la firma del duca Francesco III d’Este. Un’idea nata da uno slancio di esplicita grandeur, nel 1997, in chiusura delle manifestazioni per il quarto centenario di Modena capitale (estense). Poco frequentata dagli architetti contemporanei (può vantare solo una banca di Giò Ponti e un cimitero di Aldo Rossi), Modena voleva «qualcosa» per emergere da una tranquilla mediocrità di fasti romanici, portici padani e palazzine geometrili.

Si pensò a Gehry, allora sugli scudi per il successo del suo Guggenheim di Bilbao. Gehry accettò, e cominciò a lavorare su piazza Sant’Agostino, spazio settecentesco premeditato, simbolo del paternalismo illuminato della corte Estense, rettangolo di edifici pubblici (museo, ospedale) ai bordi del centro storico, sfondato a ovest dalla demolizione delle mura. Per ricucire la ferita, il californiano disegnò due torri di 28 metri in traliccio d’acciaio, collegate da uno schermo avvolgibile per proiezioni.

Scoppiò il finimondo. Insurrezioni, petizioni, contropetizioni (i piccoli imprenditori aprirono una sottoscrizione per pagare in proprio l’opera), urbanisti e critici spaccati. Le opposizioni politiche ma anche ambientaliste e culturali (Italia Nostra) trovarono il loro paladino nel soprintendente Elio Garzillo, per il quale la Porta di Gehry alterava l’equilibrio del centro storico ed era anche «inutile». «Come se l’agoefilo di Oldenburg a Milano servisse a ricucire davvero le ferite di quella città», commenta sarcastico il sindaco, «come se il loggiato del Bernini fosse stato pensato per riparare i fedeli dalla pioggia…». Il nuovo oggetto urbano è stato giudicato prima troppo invasivo dal soprintendente, poi troppo «effimero» dal comitato ministeriale; in definitiva bocciato da entrambi. Tutto finito. «Il perverso gioco dell’oca dei rimpalli è arrivato alla casella "torna alla partenza"»: è ancora l’amarezza del sindaco, che ne fa anche una questione politica, di leso federalismo. Per Gehry, a cui non mancano altre occasioni, quella modenese (e italiana) è stata solo una parentesi «particolarmente sfortunata e deludente».

  da "La Repubblica" del 16/12/2000

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