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aggiornamento
29 maggio 2003

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Intervista a Renzo Piano - Genova

Rassegna web
articolo di Andrea Plebe da "Il Secolo XIX" 11/05/2003

Con il suo progetto di recupero dell'area del porto antico, anno 1992, ha dato l'avvio alla trasformazione del fronte mare. In occasione del vertice G8, due anni fa, ha "firmato" un'ulteriore fase i cui segni più evidenti sono le palme e la grande Bolla, che presto diventerà una Biosfera.

Ci sono però nodi ancora da sciogliere, dalla sopraelevata a Caricamento. Il dibattito è aperto e l'architetto Renzo Piano non si tira indietro, schierandosi per l'abbattimento della strada e perché la piazza ospiti un mercato, sia pure con le dovute "garanzie".

 

Vedi immagini "Columbus International Exposition, Genoa - Italy"

 

Che cosa si attende dalla Biosfera?
«E' un bel progetto non profit, con attività didattiche in una nuova struttura collocata tra l'Acquario e la poppa della nave Italia, un percorso di iniziazione di impianto educativo-naturalistico. Le felci, che verranno ospitate a rotazione, non saranno sole: ci saranno altre specie vegetali e fauna minore».
Lei si aspetta che la Biosfera eserciterà una forte attrazione sul pubblico?
«Forse si potrebbe obiettare che è un'idea un po' troppo colta, elegante, però va anche detto che nel periodo in cui la Sfera è stata aperta, centoventimila persone l'hanno visitata. Rappresenterà un completamento che si inscrive nello schema dell'Acquario. A Genova ci sono sempre stati dei bellissimi vivai, ma la città non ha mai avuto serre pubbliche come Sydney o tante altre città. L'idea ispiratrice era realizzarne il primo frammento i cui pezzi più pregiati sono le felci, conosciute anche all'estero. Stiamo realizzando il Museo di scienze naturali a San Francisco in mezzo al Golden Gate Park e almeno un paio di volte gli scienziati che se ne occupano sono venuti a vedere la collezione di felci di Genova. E poi i nostri vivaisti sono molto appassionati e competenti».
Oltre l'area del porto antico recuperata alla città si apre piazza Caricamento, il cui assetto definitivo è oggetto di discussione. Quale destinazione vede?
«Fin dall'inizio la piazza ha avuto una funzione connessa ad attività legate alle merci. E' un luogo che si presenta adatto ad ospitare un mercato, è nella logica delle cose. Lo era quando quella zona era il porto, ma anche adesso piazza Caricamento resta piazza Caricamento».
Sa che la preside della Facoltà di architettura si è espressa contro l'idea di sistemare le bancarelle di un mercato sulla piazza?
«Non lo sapevo. Stimo la professoressa Maniglio Calcagno e immagino che se ha espresso questa preoccupazione sia perché reputi un po' pericolosa l'attività di un mercato, per il rischio di perderne il controllo e la dignità del luogo. Delle bancarelle sarebbero una cosa molto povera. Si dovrebbe invece pensare a strutture sufficientemente effimere, leggere. Una cosa è certa: piazza Caricamento è un vuoto e non si può immaginare che diventi un pieno».
A giorni sarà consegnato i l progetto per la costruzione del tunnel sotto il porto. Nel '92 lei dichiarò che, se avesse avuto una bacchetta magica, avrebbe voluto realizzare due desideri: il ritorno graduale della vita nel centro storico e la scomparsa della sopraelevata.
«Con tutto il rispetto per le posizioni altrui sulla sopraelevata, primo fra tutti Giancarlo De Carlo, non ho cambiato opinione. E' vero che la sopraelevata in qualche maniera fa parte del panorama, è un pezzo industriale della città. Noi genovesi l'abbiamo assimilata e molti ce la invidiano perché è un modo bellissimo di arrivare in auto. Ma nel momento in cui il porto antico vive nella città, con la città, la sopraelevata rappresenta una barriera visiva che umilia la splendida palazzata a mare di via Gramsci».
E il centro storico, il suo ritorno alla vita?
«I tempi della città sono lunghi, ma negli ultimi dieci anni qualcosa si è fatto. Ci vorrà ancora un po' prima che il porto antico diventi decisamente parte della città. Sono processi omeopatici, non chirurgici. Bisogna tenere duro, insistere. Riportare la vita sul fronte mare, su piazza Caricamento, è un'operazione che richiede tempo, non esiste una soluzione miracolosa. E il centro storico è un intricato organismo fatto di pietre ma anche di gente, c'è il lato umano che conta enormemente. D'altra parte quello di Genova è il centro storico più denso d'Europa: come diceva Paul Valery, Genova è una cava d'ardesia».

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