Modelli unici SCIA e PdC: partenza debole di una semplificazione tutta da fare

«Una tettoia in legno di circa 30 mq è costata circa 5.000 euro di spese tecniche e 8.000 di materiale e lavoro. E sono occorsi circa 15 mesi per ottenere tutti i relativi pareri». È solo una delle testimonianze raccolte dalla consultazione telematica sulle "100 procedure più complicate da semplificare" lanciata lo scorso ottobre dal Ministero per la Semplificazione e la PA. Sulla stessa linea del professionista campano, molti altri contributi, che lamentavano «la complessità e i tempi lunghi delle procedure per il rilascio dei titoli abilitativi per l'attività edilizia, dovuti ai numerosi pareri necessari e ai troppi enti coinvolti». Tra le complicazioni burocratiche venivano segnalate, inoltre, la diversità delle procedure tra un Comune e l'altro e la normativa poco chiara.

Il Governo ha varato un pacchetto di provvedimenti per tentare di mettere mano alla semplificazione. Come abbiamo imparato dai decreti Semplificazione e Semplificazione bis, tris, e dagli altri a seguire, gli interventi legislativi consistono in piccole modifiche apportate qua e là, alcune anche giustissime, ma mai un intervento sistematico e coraggioso per avviare una vera riforma degli iter di autorizzazione.

Professionisti, imprese e cittadini chiedono a gran voce una rivoluzione delle regole, ma ancora una volta si agisce sull'aspetto più semplice da toccare e si punta sui moduli unici. È questa la strategia più rivoluzionaria, in materia edilizia, seguita dal decreto della PA dove convergono le semplificazioni che il Governo ha pensato per l'Italia. 

I moduli unici nel decreto sulla PA

Complessità delle procedure, tempi lunghi, troppi pareri da ottenere, troppi enti coinvolti, normativa poco chiara e diversità di richieste tra un Comune e l'altro: sei i punti dolenti, uno solo quello a cui il Governo cerca di dare una risposta. I modelli unici per la SCIA ed il permesso di costruire sono stati messi a punto e pubblicati. È un primo e apprezzabile passo, a cui deve seguire un secondo e più arduo step, che consiste nella diffusione reale dei moduli in ciascuno degli oltre 8mila Comuni d'Italia. Ovviamente l'unicità è relativa perché restano leggi regionali che differenziano, anche notevolmente, una pratica da un'altra. E questo non si abolisce con un modulo.

Ma il Governo ci crede molto in questo aspetto, e, nel decreto sulla Pubblica Amministrazione, inserisce due novità. Entro 180 giorni, a partire dal 25 giugno, i Ministeri «adottano moduli unificati e standardizzati su tutto il territorio nazionale per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni da parte dei cittadini e delle imprese». Lo stesso dovranno fare Regioni e Enti locali, che insieme al Governo, in sede di Conferenza unificata, dovranno stringere accordi per adottare una modulistica unificata e standardizzata che, tenendo conto delle specifiche leggi regionali, sia impiegata per la presentazione di istanze, dichiarazioni e segnalazioni con riferimento all'edilizia e all'avvio di attività produttive.

I professionisti dovranno continuare a sperare di avere clienti temerari, pazienti, pronti ad aspettare 15 mesi per una semplice tettoia, ma potranno consolarsi, perché in un futuro prossimo potranno affrontare il calvario delle pratiche edilizie armati di moduli unici più o meno standardizzati. Si spera che arrivino con lo "Sblocca Italia", previsto entro luglio, misure più incisive, capaci di sfoltire realmente la giungla di passaggi obbligati ai quali è costretta ogni pratica di autorizzazione e magari di restituire al professionista, col tempo, il suo ruolo di progettista.

di Mariagrazia Barletta

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