"Buca" la montagna il sesto museo Messner progettato da Zaha Hadid

Prende forma il sesto museo della montagna voluto dall'esploratore ed alpinista dell'estremo

A 2.275 metri, sulla cima del Plan de Corones, in Alto Adige, prende forma il sesto museo della montagna voluto dall'esploratore ed alpinista dell'estremo Reinhold Messner e progettato dall'irachena Zaha Hadid. Una struttura in gran parte sotterranea dedicata alla storia dell'alpinismo e dell'arrampicata, che avrà come tema conduttore la roccia. Ma per Messner sarà anche l'ultimo museo ad omaggiare la montagna. 

Forme complesse costruite in 3D al computer e poi ricavate da enormi blocchi di polistirolo, impiego di una fresa robotizzata CNC, e gettate di cemento e fibra di vetro per il museo più "alto" dell'Alto Adige.

Il museo in costruzione (ottobre 2014) - ©wisthaler.com

Il Messner Mountain Museum Corones, questo è il suo nome, è a buon punto. Commissionato da Skirama Plan de Corones, è modellato secondo forme sinuose e linee morbide tipiche dei progetti di Zaha Hadid. La struttura è come una galleria che taglia la roccia, bucandola con i suoi ingressi, gli unici visibili dall'esterno, e che, come cannocchiali, aprono la vista su un ampio panorama che va dalle Alpi della Zillertal, all'Ortles fino alle Dolomiti. Percorsa una scalinata si scende nel ventre della roccia dove si sviluppano tre livelli espositivi dalle superfici curve, per una percezione dinamica degli spazi.

A rivestire le superfici è il cemento. A spiegare il motivo della scelta è Cornelius Schlotthauer, senior associate di Zaha Hadid Architects e direttore di progetto del MMM Corones: «Impiegare il cemento sia per i rivestimenti esterni che interni della struttura - spiega - per noi è stata una scelta ovvia visto che esso, accanto ad ottime proprietà come materiale, risponde anche al meglio al nostro desiderio di interpretazione assolutamente libera delle forme geometriche. Pochissimi altri materiali consentono gettate altrettanto perfette in tutte le forme immaginabili, come il cemento. Da base per tutto ciò fungono le forme assai complesse costruite in 3D al computer e che sono successivamente "ricavate" da giganteschi blocchi di polistirolo, modellate grazie all'impiego di una fresa robotizzata CNC».

©wisthaler.com

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«In questi stampi, con un procedimento multistrato, vengono "gettati" alternativamente il cemento e la fibra di vetro così che al termine ne risultano elementi o pannelli che uniscono all'altissima stabilità costruttiva e alle dimensioni fuori norma anche forme materiali estremamente snelle. Da esse nasce un incomparabile effetto ambiente mentre la generosità dei pannelli pone in secondo piano le fughe e le giunzioni; la dinamica delle forme diviene unica, ininterrotta e consequenziale».

Cornelius Schlotthauer prosegue: «Oltre a questo, il cemento rappresenta anche il materiale che meglio si relaziona con il tema "roccia". Solido nella sensazione tattile e malleabile nella forma, l'intero progetto avvolto nel cemento riproduce l'aspetto esterno della montagna alpina, con i suoi massicci in pietra ed i suoi picchi rocciosi».

©wisthaler.com

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Il Plan de Corones, Reinhold Messner e lo studio di architettura si sono dati standard elevatissimi anche per quanto riguarda l'efficienza energetica del fabbricato. L'Agenzia climatica CasaClima di Bolzano lo ha certificato come CasaClima A (consumo energetico inferiore a 30 kWh/m²anno).

Per contenere i consumi si è deciso di puntare sul "cappotto termico" dell'immobile e sull'impianto di riscaldamento. La protezione termica dell'immobile è stata realizzata con un sistema di protezioni isolanti da 18-24 cm che incapsula completamente la costruzione e con finestre con vetro isolante a tre strati. L'impianto tecnico di riscaldamento è dotato di superfici radianti a bassa temperatura come pure di un sistema di approvvigionamento e ricircolo dell'aria e di un sofisticato impianto di recupero del calore.

Complessa si è rivelata anche la messa in opera e la realizzazione del progetto. «Costruire in vetta alla montagna ha in sé una sfida intrinseca ed unica nel suo genere», spiega Andrea Del Frari, direttore del consorzio Skirama Plan de Corones. L'accesso principale al cantiere è costituito da una strada forestale lunga 15 chilometri che sale dal versante nord della montagna. Lungo la strada sterrata che sale dal versante sud verranno trasportate esclusivamente le facciate e gli elementi di rivestimento. In situazioni meteo piovose le vie di accesso richiedono costanti riparazioni e consolidamenti che naturalmente, costano anche ritardi nell'avanzamento dei lavori. «Potremo continuare a costruire solo se e fin quando queste vie di accesso resteranno sgombere dalla neve», afferma Andrea Del Frari. Ad ottobre è partita la produzione di neve programmata che ha fatto cadere la costruzione in «una specie di "letargo invernale"» che durerà fino a maggio 2015. «In questo modo, l'apertura del MMM Corones sarà spostata all'estate del prossimo anno», conclude Del Frari.

Per rimanere aggiornati e visualizzare i rendering di progettowww.mmmcorones.com

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