Split payment: servono chiarimenti per i professionisti

Zambrano: «Auspichiamo un intervento urgente ed esplicativo da parte dell'Amministrazione finanziaria»

Alcune amministrazioni pubbliche vorrebbero applicare il meccanismo dello split payment anche ai professionisti. Ad esprimere perplessità è il Consiglio nazionale degli ingegneri, che reclama chiarimenti in merito.

A introdurre il cosiddetto split payment è stata la Legge di Stabilità. Si tratta di un meccanismo che obbliga le pubbliche amministrazioni a versare direttamente all'erario l'Iva che viene loro addebitata dai fornitori di beni e servizi. Dunque al fornitore viene pagata la fattura al netto dell'Iva e sarà la stessa PA a pagare, al posto del fornitore, l'Iva dovuta.

Le nuove misure «non si applicano ai compensi per prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta sul reddito». Viene specificato dalla stessa Legge di Stabilità (art. 1, comma 629, lettera b). Una dicitura poco chiara ma che dovrebbe bastare ad escludere i professionisti dalla novità. Ma la mancanza di chiarezza qualche dubbio lo solleva e all'indirizzo del Consiglio nazionale degli ingegneri arrivano segnalazioni. 

«Nonostante le prescrizioni normative - afferma Armando Zambrano, presidente del CNI, il nostro Consiglio ha ricevuto, già nel mese di gennaio 2015, numerose segnalazioni di amministrazioni pubbliche che intendono applicare lo split payment per la liquidazione dei compensi ad ingegneri per lavori debitamente svolti. In alcuni casi, addirittura, le amministrazioni intendono applicare il meccanismo anche in modo retroattivo, ovvero per versamenti Iva riguardanti attività svolte nel 2014».

Si tratta di una condizione che necessita di chiarimenti. «È evidente - ha concluso Zambrano - che tale situazione deriva dalla scarsa chiarezza della norma. A questo proposito, auspichiamo un intervento urgente ed esplicativo da parte dell'Amministrazione finanziaria».

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