Il maestro dell'architettura ticinese Galfetti si aggiudica il concorso per l'IRB a Bellinzona

Un'architettura discreta e funzionale con un atrio di ingresso concepito come luogo d'incontro per i ricercatori

È il team Galfetti, capeggiato dal maestro dell'architettura ticinese Aurelio Galfetti e composto dai suoi più stretti collaboratori, la luganese Carola Barchi e due italiani, Luciano Schiavon ed Alex Braggion, ad aggiudicarsi il concorso di architettura ad inviti per il progetto della nuova sede dell'IRB, l'Istituto di Ricerca in Biomedicina a Bellinzona, in Canton Ticino (Svizzera). La prossima tappa è l'affidamento della progettazione definitiva; mentre l'avvio dei lavori è previsto per l'autunno 2017.

Nel team vincitore, anche gli italiani dello studio Steam di Mauro Strada, specializzato nell'ingegneria impiantistica e nella pianificazione di laboratorio, che affianca due studi ticinesi: Erisel per la fisica della costruzione e l'antincendio e Messi per la statica. Dunque, uno studio interdisciplinare, che all'ultimo sprint ha avuto la meglio sul rinomato studio spagnolo Cruz y Ortiz

Il concorso, ad inviti, era infatti articolato in tre fasi: prima una selezione, su curricula, di 34 candidati, diventati 11, ai quali affidare il compito di sviluppare un progetto da mettere in competizione. Alla seconda fase hanno lavorato rinomati architetti e specialisti, tra cui spiccano i nomi di Grimshaw Architects e Hawkins Brown, entrambi di Londra, gli spagnoli Cruz y Ortiz di Siviglia e De Pineda di Barcellona, gmp Von Gerkan, Marg und Partner di Amburgo, Durisch + Nolli di Lugano. Al termine di una ulteriore fase di approfondimento a due, il progetto di Galfetti ha prevalso su quello degli spagnoli Cruz y Ortiz coadiuvati da Sandra Giraudi. Terzo classificato il team SAM di Zurigo.

L'Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB), affiliato all'Università della Svizzera Italiana (USI) si compone di 80 ricercatori che svolgono studi avanzati sui meccanismi della difesa immunitaria. Oggi è insediato in un palazzo costruito nel 1965 da Livio Vacchini e Luigi Snozzi. L'IRB ospita anche l'Istituto di Ricerca Oncologica (IOR - Institute of Oncology Research), che impiega 35 ricercatori e, in una sede distaccata, il Neurocentro della Svizzera Italiana (NSI).

L'area, dell'estensione di circa 6.000 mq, idonea ad edificare i circa 12.00 mq di superficie lorda necessari per allestire i laboratori e gli spazi accessori previsti dal bando, per una spesa complessiva di 44 milioni di franchi svizzeri (circa 42 milioni di €), è stata messa a disposizione dell'IRB gratuitamente dall'amministrazione comunale di Bellinzona.

Il sito si trova al bordo della città, verso il fiume Ticino, in connessione con strutture pubbliche di rilievo come il bagno pubblico, il centro culturale e sportivo, il liceo cantonale, il parco pubblico. 

L'idea vincente del progetto è stata quella di rinunciare allo sfruttamento della massima altezza consentita dal Piano Regolatore, per realizzare un edificio di soli tre piani fuori terra (oltre a un altro piano sotterraneo per autorimesse e stabulario), compatto e quindi molto funzionale per i ricercatori, in grado di distinguersi con discrezione dalla generalità delle costruzioni residenziali circostanti che si sviluppano per cinque o sei piani.

L'altro atout del progetto è costituito dall'atrio centrale, luogo rappresentativo e di incontro dei ricercatori di tutti e tre gli istituti (IRB, IOSI e NSI, riuniti così sotto un unico tetto), in rapporto diretto con il paesaggio circostante. Ancora una volta Aurelio Galfetti ha saputo esprimere sapientemente il suo concetto di architettura come creazione degli spazi di vita degli uomini in relazione al contesto territoriale e paesaggistico.

Nonostante Aurelio Galfetti abbia realizzato opere in tutta Europa: a Parigi, Maastricht, Ginevra, Losanna, Lussemburgo, Chambéry, Paros, Padova e Jesolo, è proprio nella sua città, anche nell'immediato intorno dell'area del concorso IRB, che egli ha realizzato opere di grande interesse, ormai entrate a far parte del patrimonio architettonico internazionale: il bagno pubblico del 1967, il restauro di Castelgrande del 1981, casa Ghidossi del 1994; oltre al centro tennistico del 1983, la casa Al Portone del 1984, le case Bianca e Nera del 1986. Aurelio Galfetti è stato inoltre fondatore e primo direttore dell'Accademia di Architettura di Mendrisio.

Da sinistra a destra: Alex Braggion, Aurelio Galfetti e Luciano Schiavon

La giuria, presieduta dall'avv. Gabriele Gendotti (presidente del Consiglio di Fondazione dell'IRB), era composta da due architetti e accademici di caratura internazionale, Marc Collomb (attuale direttore dell'Accademia di architettura di Mendrisio) e l'italiano Vittorio Magnago Lampugnani (direttore dell'Istituto di storia e teoria dell'architettura del Politecnico federale di Zurigo).

web www.aureliogalfetti.ch

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