Edoardo Tresoldi e l'architettura dell'effimero

Per i più fortunati di passaggio a Parigi, o per chi ci vive in pianta stabile, c'è tempo fino al 22 ottobre per ammirare Aura, la suggestiva opera realizzata dall'artista lombardo Edoardo Tresoldi negli spazi del prestigioso Le Bon Marché Rive Gauche a Parigi, che rimarrà negli archivi del grande tempio del commercio insieme a nomi celebri quali Tadao Ando o Ai Weiwei.

Due eleganti installazioni site specific di 8 metri d'altezza e di forma quasi identica, sono sospese ai soffitti in vetro progettati da Gustave Eiffel. Utilizzando la maglia metallica (come sua consuetudine) nella prima e la lamiera ondulata nella seconda, Tresoldi conduce lo spettatore ad una riflessione sul passare del tempo, dalla nostalgia per ciò che non c'è più alla fragilità della materia.

Aura, Edoardo Tresoldi, Parigi. Foto: © Roberto Conte

L'architettura dell'effimero

Giovanissimo (classe 1987) Edoardo Tresoldi è definito uno degli artisti più influenti della sua generazione, e l'architettura dell'effimero è il suo biglietto da visita.

Nella storia dell'architettura ci si imbatte spesso in due opposti orientamenti: la permanenza del segno contro la permanenza dell'idea, l'architettura nel tempo legata alla sua persistenza materiale contro la forza dell'idea e del pensiero. Tresoldi ha scelto la seconda strada, interpretando magistralmente l'aspetto fugace del tempo che conferisce all'architettura un valore nella memoria collettiva e sviluppando un'abilità senza eguali nell'utilizzo di materiali che gli permettono di tradurre in forma la forza delle sue idee.

Nato a Cambiago, piccolo centro in provincia di Milano, inizia ad interessarsi all'arte all'età di 9 anni, frequentando lo studio del pittore milanese Mario Straforini per apprendere da lui l'arte della pittura. Si forma poi all'istituto d'arte di Monza, avvicinandosi a una metodologia progettuale molto simile a quella architettonica. Nel 2009 arriva a Roma per lavorare come scenografo per il cinema, acquisendo tecniche e affinando l'abilità nella scelta dei materiali. Entra quindi in contatto con la scena street della città ed è grazie all'incontro con Gonzalo Borondo, celebre pittore e street artist, che il giovane artista trova finalmente l'input per coltivare la ricerca personale portata avanti in silenzio fino a quel momento, tramutando quello che aveva acquisito nel mondo del cinema in un percorso artistico indipendente basato sulla creazione di installazioni ambientali in rete metallica.

Dal 2013 realizza interventi nello spazio pubblico, focalizzando la sua ricerca sul genius loci e lo studio degli elementi del paesaggio, facendo arrivare le sue opere in spazi pubblici, contesti archeologici, festival di arte contemporanea, festival musicali e mostre collettive.

I suoi riferimenti sono eterogenei, con variazioni che partono dai classici come Michelangelo, Borromini, Bernini o Palladio, incontrati durante gli studi, fino alle teorie paesaggistiche di studiosi come Christian Norberg-Schulz e ovviamente, le esperienze di Land Art, tanto da definire le sue creazioni "disegni del paesaggio".

Giocando con la trasparenza della rete metallica e con i materiali industriali, allusione alla dissolvenza dei limiti fisici, Tresoldi inizia la sua sperimentazione con realizzazioni scultoree di figure umane, tra le quali ricordiamo Pensieri (Thinkings), realizzata nel 2014 in occasione del Festival Oltre il Muro a Sapri (SA).

Edoardo Tresoldi, Pensieri. Festival Oltre il Muro, Sapri (fonte www.edoardotresoldi.com)

Secondo il suo pensiero, la scultura raffigurante un uomo riesce a far immedesimare l'osservatore: questi, proiettando se stesso in quella rete d'acciaio, riesce a vivere l'ambiente che lo circonda in modo empatico con la sensazione rappresentata. Da qui la necessità per Tresoldi di creare matericamente lo spazio immaginato, generando vere e proprie architettura che "possono essere vissute, abitate, entrando in relazione diretta anche con il corpo".

Una visione dell'architettura strettamente legata al concetto di spazio, come nell'intervento di restauro, in collaborazione con il MiBACT della Basilica paleocristiana Santa Maria di Siponto (FG) che, dopo un lungo studio della documentazione storica, ha visto Tresoldi impegnato in un'operazione permanente e innovativa di relazione tra patrimonio archeologico e arte contemporanea. Non una fedele ricostruzione, bensì il suggerimento della sua presenza, disegnata nell'aria mantenendo intatte le relazioni con il paesaggio ospitante. Un intervento contemporaneo di conservazione su un sito archeologico che, oltre all'incremento del valore culturale, è riuscito a generare una crescita economica della zona facendola conoscere oltre i confini.

Edoardo Tresoldi, Pensieri. Festival Oltre il Muro, Sapri (fonte www.edoardotresoldi.com)

Il rapporto con il contesto è elemento essenziale nell'opera di Tresoldi, ed è proprio l'utilizzo della rete metallica che, come in questo caso. gli permette di generare opere capaci di inglobare lo spazio circostante anzichè escluderlo, dando luogo a un dialogo con il paesaggio in perfetta fusione tra linguaggio classico e modernista.

Tra le sue opere più celebri ricordiamo:

  • Archetipo, opera disegnata e realizzata in occasione di un evento per la famiglia reale di Abu Dhabi, in collaborazione con lo studio Designlab Experience di Dubai, un giardino assoluto, perfetta sintesi di architettura e natura; 
  • Lift, installazione temporanea per The Secret Garden Party Festival nel Regno Unito e
  • Locus, nata lo scorso luglio per accogliere la composizione inedita di un musicista all'interno di Derive, progetto sperimentale di Arte, Musica e Poesia in una dimensione legata al mare.

Archetipo, Edoardo Tresoldi, Abu Dhabi Foto: © Roberto Conte

Edoardo Tresoldi, Lift. The Secret Garden Party Festival, Regno Unito  (fonte www.edoardotresoldi.com) 

Locus, Edoardo Tresoldi, Festival Derive a Sapri Foto: © Roberto Conte 

Edoardo Tresoldi www.edoardotresoldi.com

di Elisa Scapicchio

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