Facchinelli e Da Boit (trentenni) firmano e realizzano la scuola media di Alpago (Belluno)

Il progetto frutto di un concorso di progettazione in due gradi

Gianluca Facchinelli (Trento) e Celeste Da Boit (Belluno), architetti, entrambi trentenni, titolari dello studio facchinelli daboit saviane, sono i vincitori del concorso per la nuova scuola di Alpago, bandito dal comune bellunese con la collaborazione della Fondazione Architettura Belluno Dolomiti e il contributo dell'Ordine Architetti di Belluno.

Obiettivo della competizione era la progettazione di una scuola media e la riorganizzazione dell'area circostante situata a ridosso del centro di Puos d'Alpago, uno dei tre municipi che, fusi insieme, hanno dato origine al comune di Alpago. In particolare, il secondo grado della procedura era incentrato sul primo stralcio funzionale del progetto di riqualificazione urbana, ossia sulla progettazione della nuova scuola secondaria di primo grado.

Intanto, proclamati i vincitori, si va avanti spediti per affidare i successivi livelli di progettazione: «Si è conclusa la negoziazione e ora stiamo aspettando la bozza di contratto», riferisce Celeste Da Boit, precisando che il completamento del progetto di fattibilità tecnica ed economica è stato accorpato al definitivo e sarà inserito nell'affidamento (è quanto risulta all'11 aprile, data di chiusura del presente articolo). Da bando, il valore degli incarichi era fissato in 321.743 euro.

Il progetto: un volume lineare che nasconde una grande piazza coperta

L'area di intervento è tra il centro abitato di Puos e l'area rurale. Per quanto riguarda il masterplan per la riqualificazione dell'area, i progettisti hanno immaginato di ricucire queste due realtà territoriali attraverso un campus dove concentrare non solo attività scolastiche, ma anche sportive e culturali.

Quanto alla nuova scuola, il volume progettato risulta lineare con il primo piano in aggetto sul piano terra. La cortina nasconde una grande piazza coperta che funziona da filtro tra l'ambiente didattico e l'esterno. «L'elemento vegetativo - spiegano i progettisti - non solo circonda il fabbricato, ma lo scava sino a romperne la compattezza, creando sui lati lunghi due corti, limitate nella loro espansione dal corpo di fabbrica. L'aspetto compositivo unitario rispecchia il criterio di funzionalità e rigore degli ambienti interni: in perenne contatto visivo con l'ambiente esterno, ma contemporaneamente molto introspettivi e rivolti verso l'atrio».

Gli ambienti per la didattica si dispongono intorno ad un grande spazio centrale molto versatile. Lungo il perimetro, in posizione centrale rispetto alla pianta, vi sono quattro nuclei chiusi in calcestruzzo rosso, che dividono e ordinano lo spazio, rendendolo estremamente flessibile. Tali nuclei vengono definiti «pilastri cavi» dai progettisti e ospitano al loro interno le scale, gli ascensori, i servizi igienici e i locali tecnici.

Lungo il perimetro si alternano aule e laboratori, costantemente messi in relazione fisica e visiva con lo spazio centrale della grande agorà, luogo della socializzazione. Intorno all'agorà si articolano anche la biblioteca e gli ambienti dedicati alle funzioni parascolastiche.

«La luce - spiegano ancora i progettisti - raggiunge il cuore della scuola da diversi punti: in corrispondenza delle due corti laterali vi sono due ampie aperture a doppia altezza, che permettono da un lato un'interazione tra i due piani, dall'altro l'ingresso di una luce frontale molto generosa; sono stati inoltre posizionati dei lucernari in copertura, al fine di garantire una luce zenitale all'ambiente centrale».

di Mariagrazia Barletta

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