Coachella Festival. Le torri colorate di Francis Kéré e la sua filosofia progettuale sostenibile

Dopo il successo della scorsa edizione che ha visto protagonista Etherea, la grande opera di Edoardo Tresoldi, quest'anno è l'installazione Serbale Ké dell'architetto Francis Kéré a colorare le distese desertiche californiane che ospiteranno il celebre Festival Coachella fino al 21 aprile.

Composta da 12 torri colorate di diverse altezze, il progetto allestitivo è un chiaro rimando agli alberi di baobab del Burkina Faso, Paese natale dell'architetto che, nonostante risieda a Berlino ormai da molti anni, continua a trovare nella sua terra d'origine l'ispirazione per la sua ricerca progettuale.

"Nella mia cultura, il Baobab è l'albero più importante", afferma Kéré. "È gigante, e ha molteplici usi, come cibo e medicina. È il luogo in cui ci si riunisce, si discute e avvengono le celebrazioni importanti. Attira anche gli animali. È spirituale. In maniera naturale, tutti si dirigono verso di esso".

Serbalé Ke, con il significato di "casa della celebrazione", è una reinterpretazione colorata di questo simbolo, tradotto in un'area di ristoro per i visitatori del festival attraverso la creazione di spazi ombreggiati ed accoglienti.

Serbalé Ke, Coachella Festival. Foto: © Iwan Baan

La struttura più alta raggiunge i 19 metri di altezza, seguita da una di 18 e un'altra di 17metri: i tre elementi, insieme, formano il cuore di Serbalé Ke, attorno a cui si sviluppano altre 3 torri più piccole e poi ancora 6 per spazi di raccolta più intimi. Ogni torre è costituita da una struttura di acciaio che sostiene pannelli triangolari in legno di colore blu opaco, arancione, rosso e rosa; mentre il sole colpisce le superfici esterne delle torri, l'installazione comunica con l'ambiente circostante attraverso un complesso gioco di luci ed ombre, che richiamano gli intensi colori di albe e tramonti del Coachella, arricchendo il panorama verso l'imponente catena montuosa.

Oltre ai colori, un'altra componente importante del progetto installativo è l'illuminazione. "Nella mia cultura dove non ci sono luce ed elettricità, se qualcosa si illumina la vediamo da lontano" dichiara Kéré. "Se il punto rimane luminoso, cammineremo verso di esso". 

Durante il giorno, infatti, la loro forma radiale permette ai raggi di luce di entrare nelle strutture rendendole brillanti, mentre al tramonto, illuminate dall'interno, divengono una fonte di luce fungendo da faro nella grande distesa che ospita il Festival. 

 Serbalé Ke, Coachella Festival. Foto: © Iwan Baan

Materiali locali e progettazione sostenibile nell'architettura di Francis Kéré

L'approccio progettuale messo in atto in Serbale Ké rispecchia i principi progettuali di Francis Kéré, che basa sempre la scelta dei materiali sulla disponibilità locale, cogliendo nel Coachella un'occasione per riportare all'attenzione il simbolo della sua cultura, il baobab, elemento venerato a Gando per i suoi usi medicinali e nutrizionali.

La filosofia del suo studio, fondato nel 2005 come evoluzione della Fondazione Kéré - nata durante i suoi studi e strutturata come organizzazione caritatevole che si dedica ad aiutare in modo sostenibile la vita delle persone a Gando - si impegna a sfruttare al massimo le risorse locali favorendo così innovazione e sostenibilità, attraverso lo sviluppo di strategie innovative che combinano tecniche e materiali di costruzione tradizionali con i moderni metodi di ingegneria.

L'architettura è per Kéré un veicolo per l'espressione collettiva e l'emancipazione, che spinge a lavorare a stretto contatto con le comunità locali in tutte le fasi del progetto, dalla progettazione alla costruzione. Il fine è quello di sostenere l'educazione culturale e civica delle comunità, con progetti semplici dal forte significato e volti al sostenere il principio di sostenibilità.

© Kéré Architecture | Gando (BurkinaFaso),  Lycée Schorge Secondary School

di Elisa Scapicchio

Maggiori informazioni: kere-architecture.com

 

 

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