Slitta il Dl Ambiente: dalla Via alla piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici, ecco i contenuti

Lo studio di impatto ambientale dovrà valutare l'incidenza dell'opera sui cambiamenti climatici, considerandone l'intero ciclo di vita. Previsto un programma sperimentale per la messa a dimora di alberi nelle grandi città. Allo studio incentivi per la rottamazione di auto inquinanti e per l'acquisto di prodotti privi di imballaggio. Prevista, inoltre, la riduzione di tutti quei sussidi presenti nel nostro sistema fiscale che risultano dannosi per l'ambiente.

Sono alcuni dei contenuti del decreto cosiddetto Ambiente. Il provvedimento doveva entrare ieri in Consiglio dei Ministri, ma secondo quanto riporta l'Ansa, il ministero dell'Ambiente dovrà coordinarsi con gli altri dicasteri e soprattutto con il Mef, per andare a fondo sulla questione coperture. Di seguito i principali contenuti presenti nella bozza di Dl.

Potenziamento della Valutazione di impatto ambientale (Via)

La bozza di decreto, con una modifica al Dlgs 152 del 2006, amplia i contenuti dello studio di impatto ambientale, prevedendo che questo comprenda «un'analisi della coerenza dell'opera ai fini dei cambiamenti climatici nell'intero ciclo di vita, al fine di valutarne la neutralità climatica anche mediante interventi di compensazione ove necessario».

Le installazioni e gli impianti ricompresi nei siti di interesse nazionale, sottoposti a Valutazione di impatto ambientale nazionale o regionale, dovranno essere sottoposti alla contestuale Valutazione di impatto sanitario secondo le procedure di cui al decreto del Ministro della Salute del 27 marzo 2019

Incentivi alla rottamazione di auto

Incentivo di 2mila euro per i cittadini che rottamano autovetture omologate fino alla classe 4, purché residenti nelle città metropolitane interessate dalle procedure di infrazione aperte dalla Commissione Ue nei confronti dell'Italia per non aver ottemperato agli obblighi previsti dalla direttiva sulla qualità dell'aria. Si tratta della procedura aperta (procedura di infrazione n. 2015/2043) per il mancato rispetto dei valori limite di biossido di azoto in 15 zone e agglomerati localizzati nel territorio delle regioni Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sicilia e Toscana. L'altra procedura avviata nel 2014 (n. 2147) concerne il PM10: tra il 2008 e il 2012 l'Italia non aveva rispettato i valori limite giornalieri in 19 zone ed agglomerati (le zone interessate dalla procedura appartengono alle regioni Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Marche, Molise, Campania, Toscana, Puglia e Sicilia).

Il credito fiscale è corrisposto mediante un titolo di spesa (pari a 2mila euro), che l'interessato può utilizzare entro i successivi cinque anni (anche in favore dei familiari) ai fini dell'acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e di altri servizi ad esso integrativi, inclusi i servizi di sharing mobility che impiegano veicoli elettrici o a zero emissioni.

Più alberi per contrastare il cambiamento climatico

Al fine di migliorare la capacità delle grandi città di affrontare il cambiamento climatico, viene istituito un programma sperimentale di messa a dimora degli alberi che potrà contare su risorse del ministero dell'Ambiente, pari a 15 milioni di euro nel 2020.

Riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi

La bozza di decreto demanda alla legge di Bilancio 2020 l'individuazione di tutti i sussidi presenti nel nostro sistema fiscale (incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni), che risultano essere dannosi per l'ambiente. Il Catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e dei sussidi ambientalmente dannosi esiste già, ed è redatto annualmente dal ministero dell'Ambiente. Vi rientrano, ad esempio, le agevolazioni per imprese a forte consumo di energia e per i settori della filiera agro-alimentare, e l'esenzione da accise su prodotti energetici.

Le spese fiscali dannose per l'ambiente indicate nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi dovranno essere ridotte nella misura almeno pari al 10 per cento annuo a partire dal 2020 sino al loro progressivo annullamento entro il 2040. Almeno la metà dei risparmi conseguiti a favore dello Stato dovrà confluire in un apposito fondo del ministero dell'Economia, che servirà a finanziare interventi in materia ambientale.

Piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria

Viene prevista l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di una piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria, presieduta dal premier o, su sua delega, dal ministro dell'Ambiente. Diversi i compiti ad essa attribuiti, tra questi lo studio delle attuali emissioni in atmosfera a livello nazionale, individuando le aree più impattate e le eventuali cause, e il monitoraggio della qualità dell'aria. La piattaforma dovrà inoltre monitorare gli investimenti che riguardano la mobilità sostenibile e proporre misure per la riduzione delle emissioni in atmosfera nei settori delle infrastrutture e trasporti, del riscaldamento e raffrescamento civile, nella gestione dei rifiuti e nelle attività produttive.

Agevolazioni fiscali sui prodotti sfusi e alla spina

Al fine di ridurre la produzione di imballaggi per i beni alimentari e prodotti detergenti, per gli anni 2020, 2021 e 2022 è riconosciuto un contributo pari al 20 per cento del costo di acquisto di prodotti sfusi e alla spina, privi di imballaggi primari o secondari.

Agli esercenti di attività commerciali che acquistano tali beni, l'agevolazione è riconosciuta sotto forma di credito d'imposta, fino ad un importo massimo annuale di 10mila euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022. Lo stesso contributo spetta anche agli acquirenti (sono esclusi i prodotti destinati all'esercizio dell'attività economica o professionale). Il contributo è anticipato dal venditore dei beni come sconto sul prezzo di vendita ed è a questi rimborsato sotto forma di credito d'imposta di pari importo, sempre nel limite complessivo di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022.

di Mariagrazia Barletta

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