Anterselva (Bz), giochi di società, artigianalità e riuso: la ricetta di noa* per catturare lo spirito dell'Alto Adige

Aperta la Südtirol Home: luogo di ritrovo di campioni, ospiti e giornalisti ai mondiali di biathlon

Sintesi di mille realtà diverse del territorio altoatesino. Un «casa» in cui far «assaporare» lo spirito del Südtirol, rendendo percepibile l'essenza del luogo. Lo studio noa* network of architecture completa la casa per eventi che ad Anterselva (Bz) è luogo di ritrovo di ospiti, campioni e giornalisti accorsi durante il 51° campionato mondiale di biathlon (Anterselva, 13 - 23 febbraio 2020).

Lo studio, fondato da Lukas Rungger e Stefan Rier (con sedi a Bolzano e Berlino), come sempre  - che si tratti di architettura o di progettazione di interni - trasforma idee e concetti, declinati fino al minimo dettaglio, in atmosfere accoglienti, dove originalità e genius loci sono legati a doppio filo. Non fa eccezione la Südtirol Home, dove, questa volta, è la stessa committenza: Idm Südtirol-Alto Adige, a chiedere ai progettisti di rendere palpabile l'anima di quella terra.

«L'attraente involucro della Südtirol-Home, un'alternanza formulata in chiave moderna di esterni in vetro e interni in legno, era già stata pianificata quando "Idm Alto Adige", il cui nome sta per Innovation, development, marketing, ha affidato a noa* l'incarico di progettare gli interni», precisa lo studio. «Poiché l'edificio temporaneo deve poter essere rimontato e smontato facilmente, senza deteriorarlo - continuano gli architetti -, si è dovuta tenere presente questa circostanza anche nell'allestimento interno». L'edificio è realizzato da Rubner Haus.

Vista dall'esterno. Fotografia di © Alex Filz

Un progetto che è espressione della storia di una «terra giustamente orgogliosa delle sue usanze, dell'eredità culturale, dei suoi panorami e della varietà che da tutto ciò scaturisce. Con questo progetto tutta questa varietà viene portata sotto gli occhi del mondo intero», affermano i progettisti.

Idea di partenza: il gioco del «Watten»

Punto di partenza del progetto è il «Watten», un gioco di società che utilizza carte e quattro simboli: la foglia, la ghianda, il sonaglio e il cuore.

Vista del primo piano. Fotografia di © Alex Filz

«La foglia rappresenta la natura e il paesaggio antropizzato, la ghianda simboleggia le buone maniere e i prodotti di qualità, il sonaglio rimanda all'apertura al progresso e all'innovazione e il cuore esprime infine non solo socievolezza e ospitalità, ma anche tradizione e associazionismo. Tutti questi elementi corrispondono all'essenza dell'Alto Adige e sono stati resi visibili tramite svariate creazioni, curate fin nei dettagli», spiegano ancora dallo studio noa*.

«I due piani, che riproducono varie funzioni, sono riassumibili sostanzialmente in un unico concetto: "Mit'nond", ovvero il "Miteinander", lo "stare insieme", che ricorda quale ruolo fondamentale giochi in Alto Adige la comunanza, quando si cucina, si mangia, si festeggia, si gioca a carte o ci si confronta. Questa idea trapela in ogni angolo e crea luoghi dove può nascere qualcosa che ricordi quella sensazione di comunità come quando ci si ritrova seduti al solito tavolo. Il tavolo di per sé - naturalmente presentato nelle sue forme più svariate - è ovunque l'elemento centrale, dove si incontrano cordialità, gioia di vivere e piacere», riferiscono sempre i progettisti.

Un «cubo» scuro come scrigno per una stube 

Non c'è elemento o dettaglio che non sia stato studiato nei minimi particolari. La sfida: generare un ambiente coerente nonostante le tante sfaccettature derivanti dall'applicazione di più idee e anche di più epoche. Tutto: accessori, mobili, superfici sono stati prodotti, raccolti o progettati in Alto Adige, lasciando anche spazio alla storia. Ogni sedia disposta attorno alla grande tavola, ad esempio, proviene da una fattoria diversa e narra la sua storia. Al secondo piano, in un grande cubo scuro che fluttua sopra alle cucine a vista, è racchiusa un'antica stube restaurata, con le tipiche lampade e l'angolo del crocefisso.

Il "cubo" scuro con dentro la stube. Fotografia di © Alex Filz

Particolare del "cubo" scuro rivestito con i pannelli intarsiati. Fotografia di © Alex Filz

Le pareti di abete rosso del «cubo» sono rivestite con il tradizionale loden. All'esterno, su queste superfici, sono stati montati pannelli di legno con intarsi, ispirati all'arte del tombolo. 

Dinamicità e varietà al piano terra

All'ingresso si è accolti da un grande bancone da bar, ma che funziona anche come cucina a vista. Questo può ruotare sul suo asse centrale rendendo ancora più dinamico lo spazio. il bancone rappresenta la varietà del paesaggio naturale locale grazie ai listelli di legno di diverse essenze. Le parti frontali sono infatti rivestite da elementi di legno di melo, pero, abete rosso, larice, quercia, noce, cedro e pino cembro.

Vista sul piano terra. Fotografia di © Alex Filz

«L'area rivolta verso la "piazzetta del villaggio" può essere utilizzata in modo flessibile e variabile. Grazie alla sensazione di apertura che, con la vetrata su due piani della facciata, diventa ancora più intensa, si può interagire creando le più svariate situazioni», specificano ancora i progettisti.

di Mariagrazia Barletta

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