Inarcassa: la scadenza per i contributi minimi slitta al 31 dicembre 2021

Gli importi per quest'anno: 2.360 euro per il soggettivo e 705 euro per l'integrativo

di Mariagrazia Barletta

Il consiglio di amministrazione di Inarcassa, nelle riunioni del 28 e 31 maggio 2021, ha deliberato la proroga del pagamento dei contributi minimi 2021, che potrà essere effettuato entro il prossimo 31 dicembre senza alcuna sanzione. A comunicarlo è la stessa Cassa in una breve nota.

I Mav/F24 saranno comunque resi disponibili alle scadenze istituzionali. La misura dovrà avere l'approvazione dei ministeri vigilanti.

Quanto agli importi, come previsto dal Regolamento generale di previdenza, il CdA, lo scorso gennaio, ha deliberato la rivalutazione Istat delle pensioni e dei contributi allo 0,1%. Nel 2021 pertanto, l'importo dei contributi minimi sarà pari a 2.360 euro per il soggettivo e a 705 euro per l'integrativo

Le due scadenze che slittano sono dunque quelle stabilite per la corresponsione dei contributi minimi, ossia la prima del 30 giugno e la seconda del 30 settembre. Dunque i contributi minimi potranno essere pagati in concomitanza dell'eventuale conguaglio in scadenza il 31 dicembre 2021.

Una misura, quella della proroga, che risulta importante in quanto si attende ancora la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto dei ministeri del Lavoro e dell'Economia attuativi dell'esonero parziale dei contributi per i professionisti che a causa della crisi pandemica hanno subìto un calo del fatturato.

Si tratta, più precisamente, della misura, contenuta nella legge di Bilancio 2021, che esonera parzialmente i professionisti, iscritti alle Casse di previdenza private, dal versamento dei relativi contributi, qualora abbiano subìto un calo del fatturato di almeno il 33 per cento nel 2020 rispetto al 2019. La misura è limitata ai professionisti con fatturato non superiore a 50mila euro (si fa riferimento ai redditi 2019).

Il ministero del Lavoro, lo scorso 7 maggio, aveva diramato una nota che deva notizia dell'apposizione della firma da parte del ministro, Andrea Orlando, ma, ad oggi, il decreto interministeriale non è stato ancora pubblicato né in Gazzetta ufficiale né, come previsto, nella sezione «Pubblicità legale» del sito del ministero del Lavoro.

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