Santiago Calatrava impreziosisce la chiesa a Capodimonte omaggiando la luce di Napoli

Inaugurato l'intervento sulla piccola cappella opera di Ferdinando Sanfelice

di Mariagrazia Barletta

Porcellana, tessitura, smaltatura, pittura convergono per fondere passato e presente; catturano l'anima della città e la restituiscono nei dettagli e nella luce della chiesa di San Gennaro nel Real Bosco di Capodimonte, a Napoli. A rendere omaggio alla città partenopea è Santiago Calatrava che si fa conoscere in una veste insolita, dove emerge il suo lavoro artistico, questa volta sganciato dalla progettazione strutturale. Un lavoro, però, che va oltre l'ornamento, sconfinando nella riprogettazione cromatica della cappella. 

L'intervento decorativo globale, opera dell'ingegnere e architetto di origine spagnola, è stato svelato oggi, 6 luglio. Calatrava è intervenuto sulla piccola chiesa immersa nel bosco di Capodimonte, costruita nel 1745 dall'architetto e scenografo Ferdinando Sanfelice, autore delle celebri e scenografiche scale aperte napoletane. L'intervento vuole essere un omaggio alla 'luce di Napoli' e all'artigianato artistico locale.

L'inaugurazione è avvenuta alla presenza del ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Il restauro della Chiesa di San Gennaro (non si è trattato di un restauro, ma di un intervento di decorazione, nda) - ha sottolineato il ministro - è un esperimento straordinario che mescola in modo inedito arte contemporanea e barocco». «Per molto tempo abbiamo ritenuto che non fosse possibile inserire arte contemporanea nel patrimonio culturale storico italiano. Ringrazio l'architetto Calatrava per questo bellissimo dono e la qualità delle opere - ha concluso Franceschini - che hanno reso più ricco e più bello il nostro Paese. Questa esperienza dovrà indicarci la strada».

Fotografie © di Amedeo Benestante

Lo spazio riletto in chiave artistica

Lo spazio interno è riletto in chiave artistica. Dalle vetrate al soffitto decorato di stelle in porcellana, alle nicchie con disegni e installazioni in porcellana ispirate ai valori del Real Bosco: lo spazio sacro è rivisitato in chiave contemporanea. Nuovi l'illuminazione e gli arredi: le preziose sete di San Leucio sono state utilizzate come paramenti d'altare, mentre vasi e candelabri in porcellana sono stati prodotti da Calatrava ad hoc per la cappella e realizzati durante i laboratori con gli studenti e i maestri artigiani dell'Istituto ad indirizzo raro Caselli - Real Fabbrica di Capodimonte.

L'antico organo e le campane sono stati restaurati per l'occasione, tornando a suonare dopo decenni di silenzio. L'operazione è stata affidata alla Fabbrica d'organi Giovanni Tamburini di Crema.

Fotografie © di Amedeo Benestante

L'intervento completa la grande mostra Santiago Calatrava. Nella luce di Napoli (aperta fino al 22 agosto 2021) che ha portato al Museo e Real Bosco di Capodimonte quattrocento opere - sculture, disegni, maquette - di Calatrava, architetto, ingegnere, pittore, scultore, disegnatore, artista a tutto tondo.

 «La luce di Napoli è riunita in una moderna installazione all'interno di un ambiente settecentesco», afferma Calatrava. «Il vocabolario contemporaneo - continua - è incorporato in un contesto storico che ne esalta il significato. Le pareti e il soffitto sono stati dipinti con un intenso blu oltremare per evidenziare gli elementi strutturali e ornamentali della cappella e conferirle un maggiore senso di profondità. L'installazione consente la creazione di un concetto globale in cui diverse arti (porcellana, tessitura, smaltatura, pittura) convergono in un'opera autonoma che parla dal passato al presente verso il futuro».

Fotografie © di Amedeo Benestante

Nella piccola chiesa, Calatrava ha agito sulla totalità dello spazio e l'ha trasformato visualmente e cromaticamente, servendosi della più alta tradizione artigianale della Campania: la porcellana della Manifattura di Capodimonte, le sete di San Leucio, le vetrate artistiche di Vietri sul Mare. Anche il Real Bosco di Capodimonte, il più importante giardino storico di Napoli, uno dei maggiori d'Italia, è fonte d'ispirazione e va a  segnare l'iconografia della chiesa, con stelle, colombe, cespugli, rami di alberi e foglie.

«In un ambiente consacrato, come la cappella, questi elementi naturali, ispirati a quelli presenti nel Real Bosco di Capodimonte, il più grande parco urbano d'Italia, sono elevati ad un livello sacro - afferma Calatrava - così è anche il rapporto tra uomo e natura».

Il soffitto blu con oltre 800 stelle

Fotografie © di Amedeo Benestante

L'interno è dominato dal soffitto blu decorato con oltre 800 stelle ad otto punte, realizzate in porcellana bianca poi interamente dorata a terzo fuoco. Nelle due nicchie poste sugli altari laterali viene ripreso il tema della Passione di Cristo declinato attraverso il simbolo della croce: nella nicchia di destra, il crocifisso è formato da foglie in oro su un fondale interamente coperto da rami d'ulivo mentre, nella nicchia di sinistra, una croce composta da fiori rossi si inserisce entro un fitto reticolo di fiori giallo ocra e rami in biscuit. Per gli elementi plastici delle due nicchie si contano circa 600 fiori e 600 foglie d'ulivo. Inoltre, sia sull'altare maggiore che su quelli laterali sono posti dei candelabri a fiamma unica di diversa tipologia: alcuni smaltati in vari colori ed altri decorati con elementi floreali o foglie d'ulivo.

Le vetrate artistiche

Il maestro vetraio Antonio Perotti di Vietri sul Mare (Salerno), ha realizzato vetrate artistiche per la cappella, con l'antica tecnica della cucitura a piombo, su disegni originali di Calatrava di ispirazione sacra: Crocifissione e Deposizione per il tamburo di ingresso, Resurrezione e Ascensione per i due rosoni laterali utilizzando come fondo del rosone un vetro artigianale ad alta irradiazione cromatica di colore Blu Cobalto. Per le porte laterali che conducono in sagrestia, invece, sono state realizzate quattro vetrate raffiguranti con foglie e bacche.

Paramenti sacri per altare in seta di San Leucio

Il cavaliere del Lavoro Annamaria Alois con la sua azienda di alto artigianato tessile e tessuti d'arte dal 1885 nel borgo di San Leucio (Caserta), dove ha recuperato antichi telai a mano, macchine artigianali e un ricchissimo archivio di disegni originali di epoca borbonica, ha realizzato i paramenti in seta da porre sui tre altari, su disegno originale di Calatrava. Sono destinati agli altari laterali i paramenti con motivi che richiamano i decori nelle nicchie laterali (foglie e rose), nelle quali è sempre stilizzata una croce dorata e all'altare centrale il paramento con le colombe, decoro riprodotto anche sui vasi in porcellana destinati all'altare centrale.

Fotografie © di Amedeo Benestante

La chiesa torna a vivere

L'intero progetto sulla Chiesa, ogni singolo disegno e manufatto sono stati donati da Santiago Calatrava al Museo e Real Bosco di Capodimonte e andranno ad arricchire le sue collezioni. Ma l'intervento artistico - diretto e coordinato dall'ingegnere Vito Avino di Salerno che da anni collabora con lo studio Calatrava - non è fine a stesso: la chiesa tornerà a vivere come luogo di culto e di socialità, come lo era in passato.

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