Il Fondo concorsi da 161,5 milioni è legge. Miceli (Cnappc): «Un passo importante che va nella direzione auspicata»

di Mariagrazia Barletta

Diventa realtà il fondo da 161,5 milioni destinato ai concorsi di progettazione e di idee, nato per aiutare i Comuni a realizzare un parco progetti che possa servire ad intercettare i fondi strutturali, le risorse del Fondo sviluppo e coesione, nonché a partecipare ai bandi attuativi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il decreto Infrastrutture (Dl 121 del 2021) che ne prevede l'istituzione ed il funzionamento è stato infatti convertito in legge con l'approvazione definitiva arrivata oggi (4 novembre) in Senato. Rispetto al decreto, il fondo è stato rinforzato con un'ulteriore dote di 38 milioni di euro, è stato esteso alle città metropolitane e alle province e alle regioni Umbria e Marche.

Dunque, il fondo sarà indirizzato ai Comuni con meno di 30mila abitanti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e in quelli delle aree interne del Paese. Ed è esteso, indipendentemente dal numero di abitanti, alle province e alle città metropolitane delle citate regioni (si veda l'articolo pubblicato lo scorso 21 ottobre).

Sull'ampliamento della platea dei potenziali beneficiari ha insistito il Consiglio nazionale degli Architetti che ora plaude alla creazione del Fondo. «Abbiamo avuto un dialogo con il ministero per il Sud e la Coesione territoriale che ha condiviso la nostra proposta di estendere le risorse alle grandi aree urbane. Questo ci fa molto piacere, ma riteniamo che questa misura vada applicata a tutto il territorio nazionale», riferisce il presidente del Consiglio nazionale degli Architetti, Francesco Miceli. «Riteniamo - prosegue - sia un passo importante che va nella direzione da noi auspicata, cioè quella di supportare i Comuni nell'organizzazione e gestione dei concorsi, che restano per noi uno strumento indispensabile per selezionare la qualità delle opere pubbliche, soprattutto se si tratta di interventi che hanno un rapporto con il contesto urbano, nel caso delle città, o un rapporto con il territorio e quindi con l'ambiente e con il paesaggio». 

Meno contenti gli Architetti sulla possibilità, data agli enti che beneficeranno delle risorse del fondo di poter, una volta stilata la graduatoria e distribuiti i premi, inglobare i successivi gradi di progettazione in un appalto integrato. «È una cosa che noi abbiamo sempre contestato, riteniamo che sia necessario seguire la strada da noi indicata, ossia evitare l'appalto integrato quando si tratta di opere che hanno una valenza architettonica, ambientale, paesaggistica. Non è possibile affidare la progettazione a chi dovrà occuparsi dell'esecuzione dell'opera. Questi due momenti vanno distinti», prosegue Miceli.

Ora si lavorerà sui bandi-tipo che gli enti beneficiari delle risorse del Fondo dovranno utilizzare. La legge di conversione dà 30 giorni di tempo all'Agenzia per la coesione e all'Anac per elaborarli. Il Consiglio nazionale è pronto a mettere a disposizione il suo know-how che comprende la piattaforma nazionale per la gestione dei concorsi di progettazione o di idee e i relativi bandi-tipo, ampiamente sperimentati con successo. «Siamo pronti a mettere a disposizione gratuitamente la piattaforma a tutti i Comuni che ne vorranno fare richiesta e a supportarli nelle procedure di gestione del concorso», afferma il presidente del Cnappc.

La congiuntura sembra quella giusta. Contemporaneamente all'ampliamento del Fondo concorsi, lo schema di decreto per l'attuazione del Pnrr ha previsto un maxi-concorso di progettazione per la realizzazione di scuole innovative. Si tratta di attuare le misure di una specifica missione del Pnrr (Missione 2, Componente 3, Investimento 1.1), che prevede un piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica che interesserà 195 immobili, per un totale di oltre 410 mila mq. Dopo il concorso del 2015 per 52 scuole innovative, bandito dal ministero dell'Istruzione, un altro flop sarebbe inaccettabile. Sul punto, il giudizio del presidente degli Architetti è positivo, i presupposti sembrano migliori: «Penso che non deluderà, dal momento che quello che noi abbiamo sostenuto e rappresentato agli organi di governo è stato recepito. L'articolo 22 dello schema di decreto è come se l'avessimo scritto noi. Dai oggi, dai domani, siamo riusciti a fare breccia: prende avvio e sviluppo una condivisione da parte degli organi di governo sulle modalità che abbiamo sempre ritenuto essere vincenti».

La bozza di Dl per l'attuazione del Pnrr prevede infatti una procedura in due gradi. Il primo grado è finalizzato alla presentazione di idee progettuali; il secondo, cui accedono le migliori proposte, è volto alla predisposizione di progetti di fattibilità tecnica ed economica. L'intera procedura deve concludersi entro 160 giorni dalla pubblicazione del bando di concorso e l'affidamento dello sviluppo della progettazione (insieme alla direzione dei lavori) - stando alla bozza di Dl (non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale) - dovrà andare ai vincitori.

«È un tempo possibile, anche per un concorso a due gradi», commenta il presidente degli Architetti. La piattaforma nazionale - riferisce - potrà essere messa a disposizione anche di questo concorso, già pronta per le prossime sfide della digitalizzazione degli appalti.

Il maxi-concorso potrà costituire una grande occasione, ne è convinto Francesco Miceli: «Le scuole - conclude - sono uno snodo importante per lo sviluppo della città, non solo per la loro funzione specifica. Sono infatti un elemento di forte impulso rigenerativo sul piano non solo fisico, ma anche sociale. In molte realtà urbane la scuola è un centro propulsivo di relazioni, di rapporti all'interno della comunità locale. Le scuole non sono soltanto il luogo dove i ragazzi vanno a studiare, ma sono un luogo di aggregazione della comunità».

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