A Torino (Lingotto) e Prato (Centro Pecci) nuovi spazi in dialogo con architetture d'autore

Ispirati rispettivamente alle best practice estere e ai principi del riciclo, gli allestimenti di Lab71 architetti e Fosbury

di Mariagrazia Barletta

Il museo non solo come spazio per esposizioni, non solo contenitore, ma luogo attivo che si rende partecipe delle dinamiche della città, aperto al confronto e al dibattito: guarda alle best practice europee e globali il progetto per il nuovo urban center che da sabato 20 novembre sarà attivo all'interno del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Quasi simultaneamente, al Lingotto di Torino, e più precisamente al quarto piano della Pinacoteca Agnelli, apre un nuovo spazio espositivo. Anche questo guarda alle migliori pratiche, lasciando che il design si lasci guidare dal principio «Reuse, Reduce, Recycle».

Due allestimenti in dialogo con architetture d'autore. A Torino, il nuovo spazio espositivo, ideato dallo studio LAB71 architetti di Roma, entra in relazione con l'autentica spazialità interna del Lingotto definita dal progetto originale di Giacomo Matté-Trucco e successivamente dall'intervento di Renzo Piano, lasciando il più possibile libero lo spazio centrale.

A Prato, l'urban center, progettato dal collettivo Fosbury Architecture e voluto dal Comune di Prato e dalla Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, si confronta con l'avveniristica addizione opera dell'architetto olandese Maurice Nio, fondatore dello studio di Rotterdam NIO architecten. 

Pinacoteca Agnelli, vista esterna, fotografia di © LAB71 architetti 

Spazio Casa500, Pinacoteca Agnelli, vista interna, fotografia di © LAB71 architetti 

Il legame con la città è in entrambi i casi evidente. L'urban center è un laboratorio permanente, un osservatorio sulle trasformazioni urbane, uno spazio per accogliere installazioni immersive, un teatro, un luogo per sensibilizzare alla sostenibilità, una piattaforma per contenuti multimediali: un luogo vivo di dibattito culturale dove realizzare mostre ma anche eventi, convegni e webinar. Il progetto di LAB71, battezzato Casa 500, è un percorso di oltre 700 mq che, attraverso ricordi, emozioni e sogni, ripercorre la cultura e la storia di un Paese e di una città che si intrecciano con la storia della 500. Molto più di un museo dell'auto, racconta il futuro del brand Fiat partendo dalle sue radici, attraverso la metamorfosi delle tre generazioni di Fiat 500, un modello che ha fatto la storia dell'automotive diventando un'icona del nostro tempo.

Spazio Casa500, Pinacoteca Agnelli, vista interna, fotografia di © LAB71 architetti

A Torino il mantra è «Reuse, Reduce, Recycle»

A Torino, il rispetto dell'ambiente ha ispirato tutti gli spazi e i materiali dell'allestimento. Le materie prime quali il legno e il metallo sono di riuso, tutte le superfici verticali sono composte da pannelli o pitture che attraverso processi passivi assorbono e riducono le sostanze inquinanti e batteriche. I tessuti utilizzati per le sedute sono realizzati con filati ottenuti dal riciclo di plastiche recuperate dagli oceani e tutti gli elementi di plexiglass sono riciclati e riciclabili all'infinito.

Spazio Casa500, Pinacoteca Agnelli, vista interna, fotografia di © LAB71 architetti

Spazio Casa500, Pinacoteca Agnelli, vista interna, fotografia di © LAB71 architetti

«Vogliamo raccontare la possibilità di una nuova sensibilità ecologica anche nel design - racconta Massimiliano Gotti Porcinari autore del progetto (in team con Giovanni Castellano, Filippo Seganti, Ilaria Perroni, Francesca Costa) - dove le forme della natura e materiali di recupero si mescolano per dare vita a nuovi spazi, un ambiente nuovo dove naturale e artificiale si amalgamano finalmente in un inaspettato equilibrio».

Spazio Casa 500, Pinacoteca Agnelli, vista interna, fotografia di © LAB71 architetti

L'allestimento (sviluppato prevalentemente sulle pareti laterali) e le quattro grandi vetrate permettono di avere uno spazio espositivo immerso nella luce e visivamente collegato con la pista del Lingotto su tutti e quattro i fronti. Il dialogo tra esterno ed interno è supportato dalla vegetazione che dalla terrazza di pertinenza si insinua in una parete interna dello spazio espositivo. Lo spazio di Casa 500 è dominato al centro da una grande installazione a forma di albero, a tutta altezza. Realizzato in legno di recupero, il suo posizionamento centrale permette di organizzare con libertà l'intero spazio espositivo.

A Prato uno spazio camaleontico che omaggia la tradizione tessile

Composto da una grande tenda isolante e fonoassorbente - il cui tessuto, ideato in collaborazione con aziende del territorio, l'Urban center di Prato è un omaggio alla grande tradizione tessile della città.  L'interno è stato studiato per essere continuamente ripensato nella forma grazie a un grande sipario che abbraccia lo spazio, permettendo in un solo gesto di attivare configurazioni sempre diverse.

Fosbury Architecture, Urban Center Prato, fotografia di  © Margherita Villani

Fosbury Architecture, Urban Center Prato, fotografia di © Ela Bialkowska (OKNO studio)

Per l'opening verrà ospitato, il primo allestimento temporaneo Osservatorio Prato 2050, curato da Fosbury Architecture e dedicato ai progetti attivi nella città di Prato e ai network locali e internazionali che ognuno di essi attiva. Una grande rete di attività che restituisce la visione complessa e molecolare dei progetti in campo, un allestimento che testimonia l'intento di far sì che l'urban center sia l'hub di questi network, funzionale anche a crearne di nuovi.

Fosbury Architecture, Urban Center Prato, fotografia di © Ela Bialkowska (OKNO studio)

Prato, fotografia di © Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSL Studio)

A corredo della mappa testuale, viene presentato un saggio fotografico realizzato ad hoc per l'opening da Piercarlo Quecchia e Alessandro Saletta (DSLStudio), il quale racconta attraverso 25 scatti una sorta di Prato dietro le quinte. Una visione della città fabbrica aggiornata al XXI secolo che si esplicita nella relazione tra spazi di produzione e natura incontaminata, tra tradizione e innovazione, tra preesistenza e nuovi luoghi di sperimentazione.

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