Finalisti al Mies van der Rohe Award: doppietta italiana con Bdr Bureau e Francesca Torzo

di Mariagrazia Barletta

Due nomi italiani nella rosa dei sette finalisti del Mies van der Rohe Award, il premio biennale per l'architettura contemporanea dell'Unione europea. La «short-list» annunciata ieri, 16 febbraio, dalla Commissione europea e dalla Fundació Mies van der Rohe, comprende sette finalisti, di cui cinque nella categoria «architettura» e due in quella dei progettisti emergenti.

Tra i cinque «big» vi è Francesca Torzo con l'addizione del museo Z33, la casa dell'arte contemporanea, del design e dell'architettura situata nel centro storico di Hasselt, in Belgio. Un'architettura inaugurata a marzo 2020 e già pluripremiata. Studio a Genova, docente alla Arkitekthøgskole di Bergen (Norvegia), un'importante esperienza nell'atelier di Peter Zumthor, per l'ampliamento dello Z33 Francesca Torzo aveva già ricevuto il Premio italiano di architettura promosso dal Maxxi, il Museo nazionale della arti del XXI secolo e dalla Triennale di Milano, con il patrocinio del ministero per i Beni e le attività culturali. Il progetto ha ricevuto anche altri riconoscimenti, quali: il Piranesi Award (2018) e il Moira Gemmill Prize (2020).

Il progetto era stato tra l'altro esposto alla Biennale di Architettura di Yvonne Farrell e Shelley McNamara. Le due socie dello studio Grafton Architects di Dublino, nonché vincitrici del Pritzker, ora si contendono il Mies van der Rohe Award proprio con Francesca Torzo, partecipando con il progetto per la «Town House», un edificio polifunzionale per la Kingston University di Londra, dove la facciata, grazie ad un accorto arretramento, genera una soglia permeabile, una sorta di filtro che accoglie il visitatore preparandolo ad entrare nella nuova funzione pubblica.

Z33, fotografia di © Olmo Peeters

Z33, fotografia di © Olmo Peeters

Z33, fotografia di © Gion von Albertini

Tra gli emergenti, la giuria ha selezionato Bdr Bureau, lo studio fondato da Alberto Bottero e Simona Della Rocca, candidato con la riqualificazione della scuola Enrico Fermi a Torino. Si tratta di un altro progetto che ha ricevuto molteplici riconoscimenti, tra cui il premio Premio T Young Claudio De Albertis assegnato nell'ambito dell'edizione 2021 del Premio italiano di Architettura.

Tris di fotografie della Scuola Enrico Fermi a Torino, fotografia di © Simone Bossi

Il progetto di Francesca Torzo per il museo belga nasce da un concorso internazionale di progettazione. Amplia e rinnova l'edificio espositivo preesistente inserendosi nel giardino dell'antico beghinaggio. Un progetto che gioca sul rapporto tra luce e ombra, dove i dettagli, tra cui la texture muraria, nascono dall'analisi e dall'osservazione del contesto, dei suoi colori e delle relative tecniche costruttive. Lo Z33, con il duplice carattere delle sue facciate, chiuse sulla strada e aperte sul giardino, si pone in continuità con gli edifici esistenti intorno al beghinaggio. Sale espositive e giardini segreti compongono un labirinto spaziale.

Frutto di un concorso internazionale è anche la scuola Fermi. Il nuovo entra in dialogo con l'esistente e ne rivoluziona la fruizione. Nuovi elementi spaziali, un semplice telaio ripetuto in facciata, nuove addizioni riorganizzano gli spazi della scuola, li rendono rispondenti alle più moderne esigenze didattiche, aprendo al contempo la scuola al territorio. 

Tra i progetti in lizza vi è un complesso di social housing a Cornellà de Llobregat, in Spagna, dello studio  peris+toral.arquitectes. Tra i selezionati, vi è anche un edificio per le arti, l'istruzione e le industrie creative a Berlino dello studio Frizz 23: 32 piccole attività e organizzazioni non profit, minacciati dalla rapida gentrificazione di Berlino, si sono uniti per tutelare i loro spazi di lavoro. Gli architetti hanno prima riunito il gruppo intorno ai loro obiettivi programmatici e successivamente hanno progettato l'edificio in un costante dialogo con gli utenti, il vicinato e la città.

Da Berlino a Parigi con la «La Ferme du Rail», ossia uno dei progetti vincitori della call "Réinventer Paris" (edizione 2014). L'edificio, che mette insieme agricoltura urbana e solidarietà, nasce per il reinserimento sociale di persone svantaggiate, un luogo con serre e coltivazioni in cui si utilizza. tra l'altro. la pratica dell'acquaponica, creato da Grand Huit and Melanie Drevet Paysagiste. L'altro contendente della categoria  emergenti è Lacol arquitectura cooperativa, in corsa con un innovativo esempio di cooperativa di abitazione, realizzato a Barcellona. 

La cerimonia di premiazione avrà luogo il 12 maggio 2022 nel Padiglione Mies van der Rohe di Barcellona.

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