Legge sulla concorrenza: nuova semplificazione per i procedimenti amministrativi

Nuova ricognizione di attività ed interventi edilizi da sottoporre a Scia, comunicazione o permesso di costruire

di Mariagrazia Barletta

Effettuare una ricognizione dei diversi interventi edilizi per specificare quali vanno sottoposti alla Scia, quali ad una comunicazione preventiva e quali, invece, necessitano di un provvedimento espresso, eliminando autorizzazioni e adempimenti non necessari e, di conseguenza, riducendo gli oneri amministrativi a carico di cittadini e imprese. 

È quanto prevede il disegno di legge sulla concorrenza approvato al Senato che è in attesa di essere assegnato ad una o più delle Commissioni della Camera per completare il suo iter parlamentare.

A mappare le diverse attività private (dall'apertura di una qualsiasi attività commerciale alle diverse categorie di interventi edilizi) specificando per ciascuna quale procedimento attivare, ci aveva già pensato il Dlgs cosiddetto Scia 2 (Dlgs 222 del 2016), uno dei due decreti legislativi attuativi della legge Madia.

Il testo della delega contenuta nel Ddl approvato in Senato

Quella mappatura dovrà essere rivista con l'obiettivo di ottenere una maggiore semplificazione e una «reingegnerizzazione in digitale» delle procedure amministrative. Il Parlamento, con il disegno di legge sulla concorrenza, ha messo nero su bianco i punti fermi che la riforma dei procedimenti amministrativi dovrà seguire. Tempo 24 mesi dalla sua entrata in vigore e il Governo dovrà dare seguito alla delega elaborando uno o più decreti legislativi.

Il Governo dovrà inoltre rimettere mano alla cosiddetta Scia unica e rivedere la sfera d'azione del silenzio assenso. Tra i princìpi della delega vi è anche l'eliminazione dei provvedimenti autorizzatori e degli adempimenti non indispensabili e incidenti sulla libertà di iniziativa economica, fatti salvi quelli previsti dalla normativa dell'Ue o quelli posti a tutela di princìpi e interessi costituzionalmente rilevanti.

Necessario, inoltre, ottimizzare «il numero delle fasi procedimentali e delle amministrazioni coinvolte, anche eliminando e razionalizzando le competenze degli uffici, accorpando le funzioni per settori omogenei e individuando discipline e tempi uniformi per tipologie omogenee di procedimenti».

Gli altri paletti consistono nell'estendere l'ambito delle attività private liberamente esercitabili senza necessità di alcun adempimento, nell'eliminazione dei  livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti per l'adeguamento alla normativa dell'Ue e nella riduzione dei tempi dei procedimenti autorizzatori per l'avvio delle attività di impresa.

Un piano che è parte integrante del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e, più nel dettaglio, della missione "M1,C1" finalizzata alla digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pa. Il Pnrr prevede infatti l'attuazione di riforme che dovranno puntare all'eliminazione dei vincoli burocratici e a rendere più efficace ed efficiente l'azione amministrativa, riducendo tempi e costi per cittadini e imprese.

«In particolare - si legge nel Pnrr -, obiettivo delle riforme è adottare misure volte a ridurre i tempi per la gestione delle procedure, con particolare riferimento a quelle che prevedono l'intervento di una pluralità di soggetti, quale presupposto essenziale per accelerare gli interventi cruciali nei settori chiave per cittadini e imprese, liberalizzare e semplificare, anche mediante l'eliminazione di adempimenti non necessari, reingegnerizzare e uniformare le procedure».

Obiettivi che i diversi tentativi di semplificazione hanno sempre ben individuato, poi i fatti non sempre sono stati all'altezza dei proclami, seppure, col tempo, lentamente, e con lo stratificarsi (non sempre coerente) di provvedimenti, qualche passo in avanti è stato fatto. Altro obiettivo storico, ripreso dal Pnrr, è il miglioramento dell'operatività degli Sportelli unici per le attività produttive e per l'Edilizia (Suap e Sue).

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