Nuovi laboratori del Teatro alla Scala: la «Magnifica Fabbrica» come motore della rigenerazione

Il progetto vincitore del concorso internazionale del team di Massimo Giuliani

Una nuova fabbrica, produttiva e creativa, cuore pulsante della città, motore della rigenerazione dell'area ex Innocenti, pronta a svelare al pubblico il lavoro artigianale e artistico che c'è dietro ogni spettacolo del celebre Teatro alla Scala di Milano. La «Magnifica Fabbrica», che conterrà i depositi e i laboratori dello storico teatro meneghino, ha ora un volto. A disegnarlo è il team vincitore del concorso internazionale di progettazione, di cui fanno parte: Massimo Giuliani (capogruppo), Pablo Luis Oriol Salgado, Juan Jose Tur Mc Glone, Luca Stefanutti, Davide Canepa, Maddalena Gioia Gibelli, Beatrice Meroni e Paolo Galbiati.

Il gruppo italo-spagnolo - composto da Sd partners di Milano, Frpo Rodriguez y Oriol e Walk Architecture & landscape di Madrid ed Sd partners di Milano - è dunque un team multi-disciplinare, che ha inoltre visto la partecipazione di Studio Gibelli, ing. Luca Stefanutti, Agroservice, Trm e Mecanismo ingegneria.

La Fabbrica motore della rigenerazione

La realizzazione del nuovo complesso si affianca all'ampliamento del contiguo Parco della Lambretta, con la rifuzionalizzazione ed il recupero dello splendido Palazzo di Cristallo (le cui testate sono dichiarate di interesse culturale), una volta sede delle linee di produzione della casa automobilistica Innocenti, dismessa nel 1993. La «Magnifica Fabbrica» è parte integrante di un maxi-progetto che punta ad attribuire una nuova identità all'area ex industriale e al quartiere Lambrate. Un processo già in corso che, proprio accanto ai nuovi laboratori del Teatro alla Scala, prevede la nascita di un centro per la ricerca e l'innovazione tecnologica, funzioni produttive e logistiche, terziarie e direzionali, una scuola e attività commerciali. E poi c'è la trasformazione dello scalo Lambrate (area candidata al secondo bando di Reinventing Cities) in un grande parco pubblico, dove troveranno posto anche un sistema di piazze, residenze a prezzi accessibili, servizi per il quartiere, commercio di vicinato e un centro per l'aggregazione giovanile e per il supporto di soggetti fragili.

E, ancora una volta, a Milano la strategia è innescare il cambiamento a partire dalle istituzioni culturali. Succede a Bovisa-Goccia con il campus del Politecnico di Milano, con l'Accademia di Brera allo scalo Farini, e con la sede del Conservatorio a Rogoredo. Nell'area ex Innocenti, i laboratori e i depositi del Teatro non costituiranno le uniche funzioni, nel nuovo complesso sono previste anche attività aperte al pubblico, ossia spazi espositivi e altri per eventi e spettacoli. In sintesi, si punta alla creazione di un polo culturale, artistico e produttivo.

 Gli elementi del progetto: la Fabbrica, il parco, il Palazzo e la Torre dell'Acqua e le fitte connessioni

La «Magnifica Fabbrica» conterrà i laboratori di scenografia, scenoplastica, scultura, di falegnameria, di sartoria, le officine meccaniche, i depositi, sale prova (per coro, orchestra e regia), sale polivalenti e uffici. Sará - assicurano i progettisti - «un Zero Energy Building, produrrà più energia di quanta ne consumerà, con un impianto fotovoltaico di 3600 kW sulla copertura traslucida e un gigantesco sistema di geotermia a ciclo aperto, che contribuirà alla depurazione delle acque di falda».

L'ampliamento del Parco della Lambretta si basa su una concezione circolare del ciclo dell'acqua e attinge agli elementi tradizionali del patrimonio agricolo milanese: rogge, canali, prati, percorsi pedonali e filari di alberi, offrendo uno spazio pubblico naturale e fruibile a tutti. «L'acqua riacquista - si legge nella relazione di progetto - il suo ruolo e diventa legame indissolubile tra il Parco e la Fabbrica attraverso i Giardini dell'Acqua, grande infrastruttura verde di fitodepurazione naturale, che offrirà esperienze didattiche e sensoriali uniche».

Il nuovo edificio e il parco si fondono nella Piazza della Torre dell'Acqua, dove la Scala potrà essere protagonista di una rivitalizzazione che potrà coinvolgere: scuole, associazioni, imprese, istituzioni, enti. Nella piazza inizia e termina il percorso che condurrà i visitatori alla scoperta del lavoro che si nasconde "dietro le quinte": oltre 65.000 mq di spazi di produzione di scenografie, sartorie, attrezzi di scena, camerini, sale prove, magazzini e depositi.

Il Palazzo di Cristallo e l'edificio della Fabbrica sono collegati tra loro da una rete di percorsi lineari alberati. Due piazze mettono in risalto del due facciate dello splendido Palazzo. Al suo interno, lungo un asse pedonale centrale, si dispongono i diversi parterre semi-ribassati le cui depressioni generano bacini che favoriscono la creazione di giardini di biodiversità e crescita vegetale. Al centro del Palazzo, un prato privo di alberi diventa il cuore del parco.

I percorsi aerei

Nel Palazzo di Cristallo, i progettisti immaginano di inserire una Piazza Flottante, una passerella sopraelevata che permette di scoprire i giardini del Palazzo. All'estremo opposto, all'interno della Fabbrica, si trova l'Anello, un percorso pubblico soprelevato che consente ai visitatori di passeggiare di osservando gli artisti al lavoro nei loro laboratori.

Gli spazi del Palazzo di Cristallo sono pensati per essere flessibili ed essere utilizzati ed allestiti in modo diverso a seconda degli eventi e degli attori che verranno coinvolti.

«Per una porzione significativa del Palazzo di Cristallo - scrivono ancora i progettisti -, si propone un sistema gestionale innovativo volto a far sì che il Palazzo diventi un'opera d'arte collettiva, fortemente coinvolgente e mutevole. Si prevede infatti l'avvicendarsi di espressioni artistiche che coinvolgano le comunità, a seconda dei cambiamenti con cui vengono direttamente o indirettamente in contatto».

La connessione ecologica

«Il progetto - spiegano ancora i progettisti - prevede complessivamente 65000 mq di verde su un'area dove oggi prolifera vegetazione alloctona invasiva tipica delle frange urbane in stato di abbandono. Una nuova natura caratterizzerà l'area, basata sulla scelta della specie giusta al posto giusto, andando a costituire una comunità vegetale resiliente e un nuovo polmone verde per la città. Il contesto in cui si inserisce il progetto è una zona di transizione tra la città e il paesaggio agricolo: il parco rappresenterà un'importante area di connessione ecologica tra questi ambienti».

La Torre dell'Acqua e la sua piazza

La Torre dell'Acqua è una testimonianza del passato industriale dell'area, che si prevede di recuperare. Ai suoi piedi nascerà una piazza, punto di riferimento per l'intero intervento e luogo di accesso alla Fabbrica, sia per gli artisti e lavoratori, sia per i visitatori.

Il piano orizzontale della Piazza si estende ad est e introduce all'area protetta dalla copertura dell'edificio, dove è posizionato un grande giardino alberato. Contiguo alla piazza è lo Spazio dei Sogni, una grande sala polifuzionale al chiuso dove potranno essere allestiti eventi e spettacoli, così da potenziare le attività del Teatro aperte al pubblico.

di Mariagrazia Barletta

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