"Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un'altra".

Se dovessimo scegliere un libro, forse l'Infinito viaggiare dello scrittore Claudio Magris potrebbe essere quello giusto per rappresentare il senso del Renzo Piano World Tour.

Quello del viaggio è un tema ricorrente nella vita dell'uomo, alla costante ricerca di conoscenza; ma lo è ancor più in quella di un architetto, con taccuino (oggi, con smartphone) alla mano a caccia di nuovi spunti per immaginare e costruire nuovi spazi.

Fra i viaggi più famosi fu celebre quello di Le Corbusier tra Oriente e Occidente. C'è addirittura un libro - Voyager avec Le Corbusier, a cura dell'architetto Jacob Brillhart - che raccoglie tutti i suoi schizzi e i suoi acquerelli, attraverso cui documentava tutto ciò che vedeva, dai paesaggi alle rovine archeologiche, senza dimenticare i dettagli costruttivi e le persone. Si narra, addirittura, che fu proprio nel 1911, arrivato in Grecia, che Le Corbusier dichiarò con fermezza di voler diventare un architetto. Chissà come sarebbe stata la storia dell'architettura se il giovane Charles-Edouard Jeanneret non avesse fatto quel viaggio!

Sempre la Grecia fu il territorio di esplorazione preferito di Giancarlo De Carlo, che per trent'anni tornò, insieme alla sua famiglia, nei luoghi che lo videro soldato. Il suo libro Viaggi in Grecia - pubblicato dopo la sua scomparsa - è il taccuino di un viaggiatore, con disegni e pensieri sull'architettura, senza tralasciare gli incontri lungo il percorso.

I tempi sono cambiati, gli spostamenti sono sicuramente più comodi, ma quello che è rimasto invariato è lo spirito di avventura e l'entusiasmo nell'affrontare questa sfida lunga 40 giorni.

Alberta, Manuel, Joseph e Nicholas in sole due settimane, hanno già messo una bandierina su Francia, Germania, Paesi Bassi e Norvegia.

Prendete un taccuino e segnate le tappe, potrebbero tornarvi utili come itinerario di viaggio, o come ripasso dell'architettura contemporanea europea!

nei virgolettati le parole dei ragazzi per descrivere le architetture visitate.

La partenza: Parigi

Regola numero 1: Mai partire senza il "buon viaggio" di Renzo Piano!

"Un'attesa durata due anni, ma finalmente siamo qui" - esordiscono i ragazzi.

Come è consuetudine, il Grand Tour parte proprio dallo studio di Rue des Archives 34, "il luogo dove la creatività incontra la passione" , tra modelli, rappresentazioni e fotografie, le chiacchiere con partner e associati introducono i ragazzi nelle complessità spaziali e strutturali dei progetti che visiteranno.

Prima tappa, l'Ecole Normale Supérieure Paris-Saclay, poco fuori da Parigi. L'avevamo lasciata ancora un cantiere nel 2019, ma adesso è pronta, vissuta dagli studenti nelle sue forme semplici e pulite fatte di cemento, acciaio e vetro, che mutano le tonalità a seconda della luce che colpisce le superfici. E poi il cuore del progetto, il giardino, che esprime il dialogo tra architettura e natura. "Quando sei all'interno del cortile, vedi come cambia l'architettura in relazione alla natura" - si legge nelle note dei ragazzi. E accontentandoci delle fotografie, è proprio questa l'atmosfera che traspare.

École Normale Supérieure Paris-Saclay by RPBW | foto: ©RPWT2022

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Il tempo è poco, le architetture e le suggestioni sono tante.

Un saluto all'iconico Centre George Pompidou - edificio 0 di Renzo Piano -, una rapida sosta a Palais Garnier di Charles Garnier - "per imparare dal passato" e dritti verso la Jerôme Seydoux-Pathe Foundation, progettata da RPBW e inaugurata nel 2014, "un guscio di forma organica che galleggia su un lotto vuoto all'interno di un antico blocco urbano nel cuore di Parigi che - su 2.000 mq divisi su 7 livelli, custodisce gelosamente tutti i documenti prodotti da Pathe durante il secolo scorso".

Jerôme Seydoux-Pathe Foundation by RPBW | foto: ©RPWT2022

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E poi, come trascurare l'intervento ultimato lo scorso anno da Tadao Ando per la Bourse de Commerce?

"Semplice e audace" - lo definiscono i ragazzi, "una trasformazione che coniuga vecchio e nuovo in un insieme atipico". Immancabili gli scatti al suggestivo nucleo centrale di cemento, uno spazio espositivo all'interno dell'atrio inondato di luce.

Bourse de Commerce by Tadao Ando | foto: ©RPWT2022

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"Non c'è viaggio senza che si attraversino frontiere - politiche, linguistiche, sociali, culturali, psicologiche, anche quelle invisibili che separano un quartiere da un altro nella stessa città" - scrive Magris. E, dopo tre giorni, anche per Alberta, Manuel, Joseph e Nicholas è tempo di varcare il confine della Francia, alla volta della Germania e delle nuove architetture custodite nel suo territorio.

Rotta verso Colonia (ma con una tappa intermedia)

In auto, la distanza tra Parigi e Colonia è di circa 5 ore e mezza, ma nel tragitto c'è una chicca imperdibile: la Bruder Klaus Feldkapelle made by Peter Zumthor, commissionatogli da una coppia di agricoltori tedeschi.

Quasi 6 anni di progettazione, tensione all'unità, attenzione certosina al dettaglio, alla luce zenitale e alla cura dei materiali, rigorosamente locali: il risultato è un'eccellente mix di sacro e profano, un progetto in pieno "Pensare architettura" (tra gli scritti più noti dell'architetto), che svetta nelle distese della campagna di Wachendorf. A colpire i quattro architetti viaggiatori è proprio la tecnica costruttiva: 120 tronchi d'albero per la realizzazione della cassaforma, poi bruciati - una volta completato il getto - per conferire all'interno la sua trama caratteristica.

Bruder Klaus Feldkapelle by Peter Zumthor | foto: ©RPWT2022

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Bella la quiete della campagna, ma è ora di tornare in città. E una volta a Colonia, quali sono le immancabili tappe?

Si torna alle grandi opere: ancora Zumthor protagonista con uno dei suoi progetti più celebri, il Kolumba Museum, dove il tempo si mescola con la materia, e la luce - con i suoi giochi - determina l'esperienza.

Situato nel centro città, l'edificio conserva i ruderi di una chiesa tardogotica, con annesso un nuovo spazio espositivo per l'arte sacra e contemporanea. L'esterno integra nel lotto i resti storici, ma è l'interno a suggestionare maggiormente "con la sequenza di spazi raffinati e l'attenzione ai dettagli costruttivi: tende in pelle, maniglie in acciaio e pareti impiallacciate in legno".

Kolumba Museum by Peter Zumthor | foto: ©RPWT2022

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A seguire, poco distante, è il Peek & Cloppenburg Department Store di RPBW completato nel 2005, che spicca per la sua eleganza di legno, acciaio e vetro. Anche qui, occhi puntati verso i dettagli: "66 archi in legno di larice su una griglia di 2,5 metri con ogni elemento unito e distanziato da connettori in acciaio".

Come in tutti i progetti di RPBW, la luce è protagonista: le grandi superfici vetrate, oltre ad inondare lo spazio di luce naturale, creano una relazione con l'esterno, lasciando intravedere i campanili della cattedrale di Colonia.

Peek & Cloppenburg Department Store by RPBW | foto: ©RPWT2022

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Alla volta dei Paesi Bassi

Sono due le tappe che attendono i ragazzi nei Paesi Bassi, ovviamente Amsterdam e Rotterdam, "parcogiochi" di edifici iconici per architetti con tanta voglia di imparare. Ne è un esempio il Silodam, il complesso di MVRDV ultimato nel 2003, ultimo tassello di un vasto intervento urbanistico che ha visto la trasformazione e di un vecchio edificio che oggi ospita abitazioni, uffici, spazi di lavoro, commerciali e aree di pubblica fruizione: un quartiere galleggiante la cui estetica "assomiglia molto a quella dei container marittimi!".

E poi l'immancabile Nemo di RPBW, "una nave della scienza pronta a salpare", con le facciate rivestite di rame, illuminate dalla luce del sole e riflesse dall'acqua sottostante che ospita, appunto, il Museo della Scienza.

Una visita d'eccezione per i ragazzi che, oltre alle sale espositive, hanno avuto la possibilità di intrufolarsi negli "angoli segreti", tra uffici, sale conferenze e sale riunioni.

Lo sguardo si sposta poi alla copertura, accessibile da tutti, luogo di incontro - per i grandi - e di gioco per i più piccoli, uno spazio che probabilmente in futuro migliorerà ancora, poiché è prevista la sua trasformazione in giardino pensile.

NEMO by RPBW | foto: ©RPWT2022

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A Rotterdam lo sguardo non sa dove fermarsi. Ricostruita dopo la guerra è una città rinnovata come nessun'altra città, con "un'architettura altamente sperimentale, oltre i limiti e gli schemi della professione".

Dove poteva essere realizzato, se non qui, il Kijk-Kubus di Piet Blom? E poi la torre KPN Telecom di RPBW, il deposito con le superfici riflettenti del Boijmans Museum, firmato da MVRDV e recentemente inaugurato, o il De Rotterdam e il Kunsthal Rotterdam di OMA?

KPN Telecom by RPBW | foto: ©RPWT2022

E a proposito di OMA, immancabile un "toc toc" alla sede del suo studio: porte aperte e un tour tra disegni, modelli e idee dei suoi progetti passati, in corso e futuri. Meglio di così....

De Rotterdam by OMA + OMA Studio | foto: ©RPWT2022

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Si torna in Germania, ma stavolta "andiamo a Berlino"!

"A volte, le idee più semplici sono quelle più radicali". È il primo pensiero di fronte alla ricostruzione del Reichstag Dome per mano di Sir. Norman Foster, "leggera cupola di vetro che galleggia sul Parlamento tedesco", uno dei punti più alti di Berlino.

Una passeggiata accessibile a tutti e una vista panoramica a 360 gradi sulla città, "un elemento che riesce a legare insieme memoria, democrazia e spazio pubblico".

Reichstag Dome by Norman Foster | foto: ©RPWT2022

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Si sa, la ricostruzione di Berlino post guerra è un'enciclopedia di architettura che contiene alcuni dei più grandi nomi del panorama. Lasciato il Reichstag, si va dritti verso il Neues Museum ricostruito a partire dal 1997 grazie al concorso vinto da David Chipperfield. Un edificio che lega vecchio e nuovo, dove tutto ha una funzione e niente è fuori posto, e "tutto parla la stessa lingua". I segni lasciati dalla guerra sulle facciate sono un simbolo della memoria, "sulle sue pietre, sulle superfici e sugli affreschi è racchiusa la storia di Berlino e ricorda che gli edifici sono fatti di spazio, ma anche di tempo".

Neues Museum by David Chipperfield | foto: ©RPWT2022

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"Immagina di guardare fuori, attraverso la distesa di macerie e campi vuoti lasciati dalla guerra, e di vedere una struttura in acciaio e vetro. Lastre di vetro più grandi di quanto si possa immaginare creano uno spazio aperto, sia un contenitore per l'arte che un faro per il futuro".

La descrizione è chiara, il progetto - avveneristico - è quello della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe, appena ristrutturato da David Chipperfield che ha visto l'introduzione della rampa sulla base di pietra per garantire l'accessibilità a tutti che dà vita a una nuova piazza viva e vissuta: ragazzi sui pattini e sullo skateboard, pic-nic, balli di gruppo.. "È incredibile pensare a tutto ciò che può accadere in questa piazza nell'arco di un pomeriggio".

Nella seconda parte dell'intervento, Chipperfield espone l'edificio, lasciando il cemento grezzo a vista, evidenziando il sistema strutturale.

I ragazzi se lo chiedono: "Chissà se quest'intervento sarabbe piaciuto a Mies..."

Ma, nel complesso, la mano di Chipperfield ha realizzato un'opera d'arte, un edificio in perfetta linea con il XXI secolo e anche per le generazioni che seguiranno.

Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe (1968) + David Chipperfield (2021) | foto: ©RPWT2022

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Il tour berlinese tocca, infine, una delle icone, simbolo della riunificazione di Berlino dopo la Caduta del Muro: parliamo di Potsdamer Platz, con la svettante torre Debis progettata dal RPBW che, con i suoi 106 metri di altezza culminanti in un cubo verde - come fosse un faro - è visibile praticamente da ogni angolo della città.

Ma tralasciando la potenza visiva dell'esterno, è all'interno la vera grandezza del progetto: rivestimenti in terracotta e superfici in vetro, dallo stile minimalista, racchiudono un atrio con copertura in vetro alto 7 piani, su cui affacciano gli uffici.

Torre Debis - Potsdamer Platz by RPBW | foto: ©RPWT2022

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Tappa a Oslo, solo per gli instancabili

Le ore di luce non sono mai abbastanza per analizzare nel dettaglio tutte le architetture. Ma a Oslo è diverso: questo è il periodo giusto per avere il sole fino a sera. Forse non benissimo per il sonno, ma ormai si è capito: il RPWT è fatto solo per gli instancabili!

Si parte da un progetto ultimato recentemente: il Munch Museum, firmato da estudio Herreros, che spicca nello skyline della città per la sua facciata costituita da un complesso sistema di pannelli in alluminio perforato.

Se ve lo state chiedendo, la risposta è "no", non è custodito qui il celebre "Urlo", ormai stabile all'interno della Galleria Nazionale, sempre a Oslo.

Ma quest'architettura verticale racconta tanto dell'artista: oltre alla sua collezione, il museo ospita infatti una serie di sale espositive che esplorano tutte le sfumature della personalità dell'artista.

Gli spazi si dividono in due tipologie, una dinamica - che inizia nella hall e finisce nello sky bar all'ultimo piano, con vista mozzafiato sulla città - e l'altra statica, con spazi definiti ma allo stesso tempo flessibili per assumere diverse configurazioni.

Munch Museum by estudio Herreros | foto: ©RPWT2022

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Visitato il museo, si torna a quota zero, dritti verso il lungomare del porto di Tjuvholmen, per esplorare l'Astrup Fearnley Museum di RPWT. Struttura in legno, acciaio, vetro e...acqua, che divide in due l'edificio, esteso verso l'esterno del fiordo e collegato alla rigogliosa natura.

"Lo spazio esterno del museo invita i visitatori a tuffarsi in acqua, prendere un po' di sole o rallentare e ammirare le parti storiche di Oslo appena oltre la baia" mentre l'interno, diviso in sezioni, si caratterizza per le alte sale espositive illuminate dalla luce naturale grazie alla copertura vetrata.

Astrup Fearnley Museum by RPBW | foto: ©RPWT2022

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Lasciato Oslo, il viaggio continua. Toccherà Londra, poi Santander e Bilbao. E ancora Atene, Istanbul per raggiungere, poi, Entebbe (Uganda) e terminare tra Svizzera e Italia.

Le foto inviate dai ragazzi continueranno ad essere pubblicate anche sul nostro profilo instagram.

Europa | architetture RPBW visitate

Francia PARIGI • École Normale Supérieure Paris-Saclay [2014-2020] •  Jérôme Seydoux-Pathé Foundation [2006-2014]

Germania COLONIAP&C Department Store [1999-2005]

Olanda AMSTERDAMNEMO (National Center for Science and Technology) [1992-1997]

Olanda ROTTERDAMKPM Telecom [1997-2000]

Germania BERLINOPotsdamer Platz [1992 - 2000]

Norvegia OSLOAstrup Fearnley Museet of Modern Art [2006-2012]

il viaggio prosegue...
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RENZO PIANO WORLD TOUR 2022
promosso da Fondazione Renzo Piano, Stavros Niarchos Foundation, Fundación Botín, Selvaag Gruppen, Vitra Design Foundation, Taschen Publications, in collaborazione con ProViaggiArchitettura, Habitat 2020, Lettera22 e professionearchitetto.it

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