Superbonus al 90% nel 2023: ecco cosa prevede il Dl Aiuti-quater approdato in Gazzetta ufficiale

di Mariagrazia Barletta

Per il Superbonus la percentuale di spesa da detrarre passa dal 110 al 90% per i condomìni e per gli edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate. È quanto prevede il Dl Aiuti-quater pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 18 novembre e in vigore dal giorno successivo.

Per le ville unifamiliari e le unità indipendenti con accesso autonomo arriva una proroga, che permette di beneficiare del bonus al 110% fino al 31 marzo 2023 se al 30 settembre 2022 i lavori avevano raggiunto quota 30%. Quanto ai nuovi interventi sulle unifamiliari, il Superbonus si attesta al 90% nel 2023, ma possono accedervi solo i proprietari (o i titolari di diritto di reale godimento sull'unità immobiliare) di prime case purché non raggiungano una determinata soglia di reddito, fissata a 15mila euro l'anno e incrementabile in base al particolare sistema di calcolo che tiene conto di un «quoziente familiare» pensato ad hoc per il Superbonus. 

Sono poi inserite disposizioni che vanno a definire il periodo transitorio. Più nel dettaglio, continuano a beneficiare del bonus al 110% anche nel 2023, gli interventi per i quali, alla data del 25 novembre 2022, risulti effettuata la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila). E nel caso dei condomìni, si aggiunge un'altra condizione: l'aliquota resta al 110% solo se la delibera assembleare, con cui sono stati approvati i lavori, sia stata adottata in data antecedente al 25 novembre 2022. Godono della detrazione al 110% anche nel 2023, gli  interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici per i quali al 25 novembre 2022 risulti presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo.

Per provare a rimettere in moto il mercato dei crediti, si cerca allargare la capienza fiscale delle banche. Almeno, a questo punta la misura che prevede la possibilità per il cessionario di distribuire il credito o lo sconto in fattura in un periodo più lungo, ossia di dieci anni anziché quattro. Una misura che, però, vale per il passato: «i crediti d'imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all'Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati possono essere fruiti in dieci rate annuali di pari importo».

Infine, viene stanziata per il 2023 la somma di 20 milioni di euro alla quale attingere per la corresponsione di un contributo alle famiglie con reddito non superiore a 15mila euro che non possono pagare il costo dei lavori che il bonus al 90% lascia scoperto. Anche in questo caso il limite di reddito è calcolato in base al cosiddetto «quoziente familiare». Tale contributo sarà erogato dall'Agenzia delle Entrate, secondo i criteri determinati con decreto del ministro dell'Economia, da adottarsi entro 60 giorni, ossia entro il 18 gennaio 2023.

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