Un laboratorio di co-governance per rigenerare l'ex Macrico a Caserta

Alvisi Kirimoto e il laboratorio per la governance dei beni comuni della Luiss in campo per riscrivere il futuro dell'area

di Mariagrazia Barletta

Da presidio militare a luogo di pace, di vita e di incontro intergenerazionale, in cui rinsaldare lo spirito di comunità. Un passaggio che prevede la costruzione di un laboratorio di co-governance con l'obiettivo di mettere attorno allo stesso tavolo: cittadini, istituzioni, imprese, società civile organizzata, scuole e università per poi dar vita a un patto di collaborazione territoriale e dunque ad un partenariato stabile tra privato, pubblico e comunità

È la strategia che sarà applicata per la riconversione dell'area ex Macrico a Caserta, sotto la guida dello studio Alvisi Kirimoto e del laboratorio per la governance dei beni comuni, LabGov / LDIS dell'Università Luiss Guido Carli, spin-off non profit di studenti e ricercatori supervisionato da Christian Iaione e Sheila Foster

L'ex Macrico è l'area in cui sorgeva il Magazzino centrale ricambi mezzi corazzati, recentemente dismessa dal ministero della Difesa e da anni in stato di totale abbandono. Ne è proprietaria la Chiesa, che si è impegnata a metterla a disposizione dei cittadini e a questo scopo ha costituito una fondazione di partecipazione, la Fondazione Casa Fratelli Tutti, nata dunque ad opera della diocesi.

La fondazione ha incaricato lo studio Alvisi Kirimoto di redigere lo studio di prefattibilità e il masterplan generale per la rigenerazione dell'area che si trova in un'area centrale, posta al termine, verso est, dell'asse viario di Corso Trieste, la strada principale della città che conduce, a ovest, alla Reggia di Caserta. L'area ospitava il cosiddetto "Campo di Marte", la zona destinata alle esercitazioni militari dell'esercito borbonico, già pertinenza dell'antico edificio vescovile (XVII secolo), nel Dopoguerra utilizzato dalle forze armate.

Il recupero e la riconversione industriale punteranno a una drastica riduzione della cubatura esistente in favore di un parco. «La grande ambizione di questo progetto è riuscire a sovrapporre più scale e tutte differenti: quella internazionale, quella locale, quella della tutela del bene e dell'innovazione, quella del borgo e della città. Un parco urbano che permetta di curare l'individuo e accogliere la comunità attraverso la Natura», spiega Massimo Alvisi, fondatore insieme a Junko Kirimoto, dell'omonimo studio.

Per la fattibilità tecnica e la sostenibilità, entra in gioco la società newyorkese di consulenza scientifica e ingegneristica globale Thornton Tomassetti, mentre per la progettazione del paesaggio ci si avvarrà della collaborazione dello studio milanese Greencure, laboratorio di sperimentazione e ricerca scientifica del verde.

L'intento è quello di realizzare un'infrastruttura green di specie autoctone e fauna locale, connessa alle reti di mobilità sostenibile del territorio e affiancata da un'infrastruttura digitale parallela alla portata di tutti. Un luogo pensato per una comunità viva e dinamica, con attività pubbliche e private, connesse al territorio locale e nazionale.

L'iter per la definizione del futuro dell'area passa per metodi innovativi, che prevedono un patto di collaborazione, che vede il cittadino protagonista nella contrattazione con l'amministrazione e con il privato. Come si diceva, la pianificazione strategica e l'attivazione di tutti i processi di innovazione, che dovranno portare alla rigenerazione dell'area e alla promozione di uno sviluppo urbano sostenibile a livello sociale, istituzionale, culturale, ed economico, è stata affidata a Luiss LabGov / LDIS - LABoratorio per la GOVernance della città come un bene comune.

Per raggiungere gli obiettivi di co-progettazione, i professionisti incaricati, insieme alla Fondazione Casa Fratelli Tutti, avvieranno in città un laboratorio di co-governance, mettendo attorno allo stesso tavolo cittadini, istituzioni, imprese, società civile organizzata, scuole e università per proporre un nuovo modo di operare sulla città.

Come risultato il laboratorio dovrà restituire alla comunità un patto di collaborazione territoriale per dare vita ad un partenariato stabile tra privato, pubblico e comunità (ossia istituzioni cognitive e culturali, realtà del terzo settore, abitanti singoli o gruppi sociali anche informali), validato tecnicamente e condiviso dagli attori del territorio, in modo da poter instaurare un nuovo paradigma di sviluppo locale e innovazione urbana orientato alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni, urbani, ambientali e cognitivi.

«La realizzazione di un parco urbano può essere allo stesso tempo un polo sociale, culturale e d'innovazione e rappresentare per la città una straordinaria possibilità di crescita, in termini di sostenibilità ambientale, di qualità della vita e, più in generale, in termini di promozione di approcci e metodi capaci di suscitare una rinnovata partecipazione dei suoi abitanti alla vita sociale, ponendo come base e motore di questo processo la creatività e il dinamismo delle nuove e delle future generazioni», sottolinea monsignor Giovanni Vella, presidente della Fondazione Casa Fratelli Tutti e vicario diocesano. 

Al fianco della Fondazione Casa Fratelli Tutti, Alvisi Kirimoto e LabGov City, anche Aristide Police, che fungerà da consulente giuridico, e Domenico Celenza, che curerà i temi della programmazione e della sostenibilità economica.

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