Lo studio OMA si aggiudica l'ampliamento del Museo Egizio di Torino

di Mariagrazia Barletta

Lo studio OMA - Office for Metropolitan Architecture si aggiudica il concorso per l'ampliamento e la riorganizzazione degli spazi del Museo Egizio di Torino. Allo studio olandese va il compito di ridisegnare la copertura della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili, sede dello storico Museo, con l'obiettivo di ampliare gli spazi espositivi e di accoglienza. Il progetto ridisegna alcune aree dei piani terreno e ipogeo e - come richiesto dal bando - restituisce alla città, una sorta di  agorà, una piazza coperta che diventa il cuore del Museo.

«Il Museo Egizio, con un cortile aperto, è storicamente uno dei principali spazi civici di Torino. Il nostro team ritiene che sia fondamentale ripristinare la natura pubblica del museo e integrarlo nuovamente con la rete di spazi pubblici della città. Riorganizzando le aree pubbliche dell'attuale museo, abbiamo creato la Piazza Egizia, che è un luogo per ogni tipo di attività condivisa tra il Museo Egizio e la città», afferma David Gianotten, partner dello studio OMA.

Il team vincitore comprende importanti e noti nomi del panorama dell'architettura italiana. Oltre a David Gianotten (capogruppo), Helena Amelia Hubertina Van LoonReinier Hendrik De Graaf, dello studio OMA, nel gruppo vincitore ci sono: Guendalina Salimei, Andrea Tabocchini, Odine Manfroni, Saverio Andreani, Carolina De Camillis, Andrea Longhi e Laura Romagnoli. Il team con a capo OMA la spunta su altrettanti grandi nomi, gli altri gruppi finalisti erano capeggiati da: Kengo Kuma & Associates, Pininfarina Architetture, Carlo Ratti Associati e Snøhetta.

Il progetto prevede la realizzazione di sei diverse stanze urbane, ciascuna con una sua dimensione, e con qualità e funzioni distinte. La più grande stanza urbana, centrale, è la Piazza Egizia. Quanto all'approccio, la proposta - si apprende dalla relazione di progetto - «intende recuperare il carattere originario del Palazzo del Collegio dei Nobili integrando l'edificio nel suo contesto urbano, recuperando una coerenza e un'identità complessiva ora poco percepibili ed offrendo al pubblico un'immagine del Museo dalla forte vocazione pubblica». 

La Piazza Egizia

La Piazza Egizia è concepita come un cortile multifunzionale su due livelli che mette in mostra l'architettura originale del museo e le tracce degli interventi che si sono susseguiti nel tempo. Grazie all'inserimento della nuova copertura vetrata, altamente tecnologica, la corte diventa uno spazio climatizzato accogliente e accessibile.

Le molteplici aperture storiche al livello zero del cortile - che erano state chiuse in seguito ad alcuni interventi - vengono nuovamente aperte, ricollegando lo spazio pubblico alla città. Al livello -1 si trovano il Giardino Egizio e lo spazio per eventi e apprendimento. Qui viene scoperta la facciata originale del Collegio dei Nobili nascosta dalla ristrutturazione del 2010. Sopra il cortile è prevista una tettoia trasparente. La sua griglia strutturale in acciaio rivestita in alluminio è un dispositivo per la raccolta dell'acqua piovana, la ventilazione dell'aria e la fornitura di illuminazione.

La "spina" assiale e le altre cinque "stanze urbane"

Ma, la Piazza è parte di un sistema più ampio. La proposta architettonica prevede, infatti, l'introduzione di una "spina" assiale che interpreta il complesso sistema di spazi pubblici che struttura la morfologia storica di Torino, caratterizzata da: cortili, atri, sagrati e gallerie coperte.

La "spina" connette una sequenza di sei "stanze" che si susseguono in una enfilade urbana: Via Accademia delle Scienze, l'Atrio, il Porticato, il Cortile, l'Ala Schiapparelli e Via Duse. Tutti questi ambienti sono diversi per dimensione, qualità e vocazione. L'obiettivo delle "stanze" poste in sequenza assiale è duplice: arricchire la fruizione museale e migliorare le connessioni urbane.

Il fronte su Via Duse viene trasformato da "retro" del Museo a parte viva del sistema: viene ampliata l'apertura d'ingresso al Museo (al centro), creata un'apertura di accesso al Tempio di Ellesija (raggiungibile anche dalla corte) e allestita una nuova piattaforma di servizio che connette in verticale tutto l'edificio, incluso il tetto-giardino. Il corpo edilizio costruito su via Duse, ossia l'Ala Schiapparelli, assume un ruolo di filtro e connessione. Una nuova scala di accesso al percorso museale, collocata avanti agli ascensori e utilizzabile anche come teatro, libera e valorizza la visita alle mura romane nel sotterraneo. Si modifica anche lo spazio del Portico: liberandolo dalle tamponature vetrate si crea una condizione di permeabilità con il cortile, evidenziando la leggibilità della dimensione storica. L'accesso al Collegio dei Nobili viene ulteriormente valorizzato, mentre l'ala opposta ospiterà un bookstore collocato in coincidenza con la nuova uscita del percorso museale permanente, ovvero Galleria dei Re. Su via dell'Accademia sono collocate sia l'area della nuova biglietteria con guardaroba che i nuovi spazi espostivi temporanei.

Il concorso internazionale era stato bandito a luglio dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino e la Fondazione per l'architettura/Torino. 

«Relativamente alla proposta dello studio OMA, la commissione ha evidenziato la particolare rilevanza e innovazione rispetto al contenuto culturale del progetto, che si reputa rappresenti un'opportunità per l'avanzamento della cittadinanza torinese e dei fruitori del Collegio dei Nobili», afferma l'architetto Marco Albini, presidente della Commissione. «Per il tramite della realizzazione di questo progetto - assicura -, la città si arricchirà di un contributo rilevante anche dal punto di vista urbanistico. Un aspetto di assoluta importanza, che connota il progetto - aggiunge -, è l'attenta e puntuale ricerca storica fatta sul disegno di Torino e sui documenti della fabbrica, che consente di sviluppare la proposta progettuale in rapporto con il pregresso. Il progetto è stato reputato inoltre particolarmente attento ai temi dell'inclusività e dell'accessibilità. Inoltre, si evidenza la raffinatezza dal punto di vista tecnologico». 

La realizzazione dell'opera conta su un finanziamento di circa 12,5 milioni per i lavori. L'obiettivo è la realizzazione dell'intervento entro ottobre 2024. Alla proclamazione faranno seguito le verifiche sulla documentazione amministrativa e le incompatibilità, al fine di confermare l'effettiva aggiudicazione.

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