In copertina | Hepworth Wakefield 2011, Regno Unito. photo Courtesy of Iwan Baan

Elegante e misurato, radicale per la sua compostezza. Ha dimostrato rispetto per la storia e la cultura esaltando gli ambienti naturali e costruiti preesistenti. Ha reinventato la funzionalità e l'accessibilità di nuovi edifici e eseguito ristrutturazioni e restauri attraverso un design moderno e al contempo senza tempo, che affronta le urgenze climatiche, trasforma le relazioni sociali e rinvigorisce le città. Così è descritto David Chipperfield nella nota che annuncia la scelta di insignirlo del prestigioso premio Pritzker, il Nobel dell'architettura.

«Prendo questo premio come un incoraggiamento per continuare a rivolgere la mia attenzione non solo alla sostanza dell'architettura e al suo significato, ma anche al contributo che possiamo dare come architetti per affrontare le sfide esistenziali del cambiamento climatico e della disuguaglianza sociale», afferma l'architetto britannico. «Sappiamo che, come architetti, possiamo avere un ruolo più importante e impegnato nella creazione non solo di un mondo più bello, ma anche più equo e sostenibile. Dobbiamo raccogliere - conclude - questa sfida e contribuire a ispirare la prossima generazione abbracciando questa responsabilità con visione e coraggio».

River and Rowing Museum (1997), Henley-on-Thames, United Kingdom, photo courtesy of Richard Bryant / Arcaid

America's Cup Building 'Veles e Vents' 2006 Valencia, Spain. Photo courtesy of Christian Richters

Royal Academy of Arts Masterplan 2018 London, United Kingdom. Photo courtesy of Simon Menges

La giuria ha apprezzato la «presenza sobria» della sua architettura, comunque «capace di innescare trasformazioni» e di «guardare alla sfera pubblica anche nelle commesse private», nonché quell'«atteggiamento austero che, fuori da ogni moda o tendenza, punta ad evitare mosse inutili». «E questo - recita il verdetto - è un messaggio di grande rilievo per la società contemporanea». «Questa capacità di compiere operazioni progettuali meditate - affermano i giurati - rientra in una dimensione della sostenibilità per niente scontata: quella sostenibilità intesa come azione pertinente, che non solo elimina il superfluo, ma è anche il primo passo verso la creazione di strutture in grado di durare, fisicamente e culturalmente».

Le sue opere, oltre cento, spaziano dagli edifici civili, culturali e accademici alle residenze, fino ai piani urbanistici e sono state realizzate in Asia, Europa e Nord America. Di recente, si è aggiudicato  l'ampliamento del Museo Archeologico di Atene (qui l'articolo di Elisa Scapicchio). E, vale la pena ricordare il suo impegno in Italia, con il restauro delle Procuratie Vecchie a piazza San Marco a Venezia, il museo delle Culture di Milano, la Cittadella Giudiziaria a Salerno, la nuova arena che ospiterà le gare di hockey durante le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, e la rifunzionalizzazione dell'ex caserma Piave, destinata a diventare sede del campus delle Scienze sociali ed economiche dell'Università di Padova.

BBC Scotland Headquarters 2007 Glasgow, United Kingdom, Photo courtesy of Christian Richters

Intervenire nel costruito storico è un'azione ripetuta svariate volte da Chipperfield e il senso della relazione tra antico e nuovo, che necessariamente si innesta nella naturale evoluzione delle città, è spiegato dall'architetto con parole che sintetizzano il suo approccio: «Si tratta - afferma - anche di proteggere il carattere e le qualità che riflettono la ricchezza dell'evoluzione di una città».

Il suo intervento per il Neues Museum di Berlino, mutilato dopo la Seconda Guerra mondiale, è emblematico perché mette insieme conservazione, ricostruzione e aggiunte: elementi di modernità dialogano con il passato che viene posto in primo piano.

The Neues Museum 2009 Berlin, Germany, Photo courtesy of Ute Zscharnt for David Chipperfield Architects

The Neues Museum 2009 Berlin, Germany, Courtesy of SPK / David Chipperfield Architects, photo Joerg von Bruchhausen

«In un mondo in cui gli architetti vedono una commessa solo come un'opportunità da aggiungere al proprio portfolio, Chipperfield tratta ogni progetto con gli attrezzi più adeguati, che seleziona con precisione e grande cura. Alcune volte questo approccio richiede un gesto forte e monumentale, altre, invece, l'architettura tende a scomparire. in ogni caso, i suoi edifici resistono alla prova del tempo perché l'obiettivo finale è sempre il bene comune. Evitare le mode gli ha permesso di restare indelebile», afferma Alejandro Aravena, presidente di giuria e vincitore del Pritzker Prize nel 2016.

«Nelle diverse città, non vediamo un edificio di David Chipperfield immediatamente riconoscibile, ma diversi edifici di David Chipperfield progettati specificamente per ogni circostanza. Ciascuno afferma la propria presenza creando nuove connessioni con i quartieri», continua il verdetto della giuria.

Tra le sue opere si ricordano: il Museo River and Rowing (Henley-on-Thames, Regno Unito, 1997), il quartier generale BBC (Glasgow, Regno Unito, 2007), il Campus del Saint Louis Art Museum (Missouri, Stati Uniti, 2013), il campus Joachimstraße (Berlino, Germania, 2013), il museo Jumex (Mexico City, Messico, 2013), One Pancras Square (Londra, 2013), il masterplan della Royal Academy of Arts (Londra,2018), la Kunsthaus Zürich (Zurigo, Svizzera, 2020) e il recupero della Neue Nationalgalerie di Mies van der Rohe a Berlino (2021). 

Turner Contemporary 2011 Margate, United Kingdom. Photo courtesy of Simon Menges

Amorepacific Headquarters, photo courtesy of Noshe

Saint Louis Art Museum 2013 Missouri, United States of America. Photo courtesy of Simon Menges

Museo Jumex 2013 Mexico City, Mexico.Photo courtesy of Simon Menges

In giuria: Barry Bergdoll, storico dell'architettura, autore e curatore (New York), Deborah Berke, architetto e preside della Yale School of Architecture (New York); Stephen Breyer, giudice della Corte suprema statunitense (Washington, DC); André Aranha Corrêa do Lago, critico di architettura e segretario per il Clima, l'energia e l'ambiente del ministero degli Esteri del Brasile; Kazuyo Sejima, architetto dello studio Sanaa e premio Pritzker (Tokyo); Wang Shu, Pritzker nel 2012 e fondatore del noto studio Amateur Architecture; l'italiana Benedetta Tagliabue dello studio Embt Miralles Tagliabue e Manuela Lucá-Dazio, direttore esecutivo del Pritzker Architecture Prize. 

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