Rigenerazione, in partenza al Sud due progetti da 500 milioni: a Napoli Palazzo Fuga, a Bari il Parco della Giustizia

di Mariagrazia Barletta

In due giorni presentati al Sud due importanti e ambiziosi progetti di rigenerazione urbana, già finanziati per complessivi 500 milioni di euro. L'8 marzo, a Napoli, è stato siglato il protocollo di intesa tra ministero della Cultura e Comune di Napoli per la valorizzazione e la rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri, un Palazzo storico, colossale per dimensioni, realizzato, su progetto di Ferdinando Fuga (1751), da Carlo III di Borbone per ospitare i poveri del Regno di Napoli. Un edificio, la cui facciata misura 350 metri, che da decenni attende un nuovo destino.

La firma del protocollo è stata preceduta, da un'altra importante presentazione, tenutasi al Senato il 7 marzo. Si tratta del progetto del nuovo Parco della Giustizia di Bari, che si inserisce in un più ampio quadro di collaborazione tra il ministero della Giustizia e l'Agenzia del Demanio. Il progetto è frutto di un concorso internazionale di progettazione che - come anticipato in un articolo dello scorso novembre, è stato vinto da Atelier(s) Alfonso Femia (mandataria) con Proger, Magnanimo Ingegneri Associati Land Italia.

Real Albergo dei Poveri a Napoli

Carlo Raso from Naples, Italy, PDM-owner, via Wikimedia Commons

Per il grande edificio, conosciuto anche come Palazzo Fuga, si prevede la creazione di un centro culturale polifunzionale. Lo stanziamento di 100 milioni di euro (a cui si aggiungono ulteriori 15 milioni previsti per l'incremento dei costi delle materie prime), previsto dal Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc) al PNRR, porterà nel Real Albergo dei Poveri tre grandi istituzioni cittadine:  una seconda sede per il Museo Archeologico Nazionale di Napoli in modo da poter esporre le tantissime opere che ora giacciono nei depositi del MANN; la Biblioteca Nazionale di Napoli con grandi sale di lettura e una sala conferenza con più di 1000 posti; e una scuola di specializzazione per l'Università Federico II, sul modello già realizzato a Napoli est nel quartiere San Giovanni.  

L'obiettivo è quello di creare un luogo dedicato ai giovani, di incontro dinamico, un polo culturale di respiro internazionale, rendendo nuovamente fruibile la più grande infrastruttura sociale storica della città di Napoli.

Con l'accordo firmato dal sindaco, Gaetano Manfredi e dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, Comune e ministero prendono precisi impegni. Il MiC dovrà garantire il rilascio dei pareri e delle autorizzazioni che si dovessero rendere necessari, anche mediante il coinvolgimento della Soprintendenza speciale per il Pnrr, mentre il Comune di Napoli si impegna a garantire la massima partecipazione della cittadinanza nel processo di valorizzazione dell'area, ad assicurare il corretto utilizzo del sito e ad adottare le forme di gestione più adatte per lo sviluppo culturale, economico e turistico del territorio. 

Gli interventi previsti consistono nel consolidamento della struttura, nella riconfigurazione architettonica dei volumi, nelle attività di restauro, nel recupero e riuso della corte centrale e del connettivo; nella sistemazione impiantistica e allestimento degli spazi e in tutte le operazioni necessarie all'insediamento della nuova destinazione d'uso. L'importo dei lavori, comprensivo degli oneri di sicurezza, è di 67.140.000 di euro a cui si aggiungono il costo di forniture servizi per un totale di 9 milioni di euro e costi del personale per un importo di 3 milioni di euro.

«Avremo poi tanti spazi aperti, aperti alla città, all'associazionismo e a tutte le iniziative di creatività. Sarà insomma una grande fabbrica della cultura», ha affermato Gaetano Manfredi, assicurando che «si stanno rispettando i tempi previsti dal Pnrr e che i cantieri apriranno entro la fine dell'anno». «È un edificio che ha grandi potenzialità e si lega ad una stagione felice di Napoli. Tra poco verranno le prime gare d'appalto e sono impegnato a trovare altre risorse», ha aggiunto Sangiuliano.

Il Parco della Giustizia di Bari

Parco della Giustizia a Bari, immagine @AF517 & Diorama

Il Parco della Giustizia nascerà nell'area delle ex Caserme Milano e Capozzi, nel quartiere Carrassi, con l'obiettivo di far rivivere una porzione della città ad oggi sottoutilizzata, ma dalle grandi potenzialità di sviluppo. Al centro del progetto c'è la realizzazione di un "grande parco verde", in linea con la politica di forestazione urbana, che punta a diventare il centro nevralgico e sociale del quartiere, in continuo dialogo con il centro della città e il mare. Grazie a questo intervento, la nuova superficie da destinare al verde, sarà più che triplicata, fino ad arrivare a oltre 10 ettari, con al suo interno un lago artificiale che coprirà una superficie di quasi un ettaro. Sono previsti anche parcheggi e percorsi dedicati alla mobilità dolce che attraverseranno e disegneranno il parco.

Per approfondire:
Atelier(s) Alfonso Femia si aggiudica il concorso per il Parco della Giustizia a Bari - Il progetto come occasione di ricucitura che fa proprie le sfide ecologiche

Con una convenzione del 2020, il ministero della Giustizia ha affidato all'Agenzia del Demanio le funzioni di stazione appaltante e tutte le attività tecnico-amministrative finalizzate alla realizzazione dell'opera. «L'importo totale dell'investimento per la realizzazione dell'opera è di circa 405 milioni di euro, di cui 382 milioni sono già stati stanziati dal ministero della Giustizia e per la restante quota sono stati messi a disposizione fondi dall'Agenzia del Demanio», fa sapere il Demanio in una nota. 

L'operazione vede impegnati ministero della Giustizia, Agenzia del Demanio e Comune di Bari nello sviluppo e nella trasformazione del territorio attraverso un articolato piano di interventi strategici che riguardano, tra gli altri, la mobilità dolce, la riqualificazione di quartieri decentrati e degradati e la lotta al cambiamento climatico. Le informazioni sul progetto sono accessibili visitando il sito internet dedicato parcodellagiustiziadibari.com.

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