Negli ultimi anni il settore ha trainato l'economia del Paese e la crescita del Pil. Dalla fine del 2020 il settore ha avuto una ripresa della produzione, favorita dall'allentamento delle restrizioni dopo la fase acuta della pandemia e dai consistenti investimenti associati ai bonus edilizi, primo fra tutti il Superbonus. Anche il Pnrr, avviato nel 2021, ha dato e continuerà a dare un gran sostegno alla dinamica dell'attività nel settore.
La ripresa ha dato luogo ad un aumento dell'occupazione con conseguente incremento degli eventi infortunistici. Nel 2023 sono stati 43.480 i casi di infortunio denunciati con un incremento del 6,4% rispetto ai 40.874 del 2019, attenuandosi pian piano negli anni successivi fino a segnare un -2,6% nel 2023 rispetto all'anno precedente in cui erano stati 44.658. Per gli eventi mortali, che nel 2023 hanno interessato 202 lavoratori, si è registrato un incremento del 2% rispetto al 2019 (198 casi) e un calo del 4,3% rispetto al 2022 (da 211 a 202).
A rilevarlo è nuovo numero di Dati Inail (novembre 2024), il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Istituto. La maggior parte degli infortuni del settore - si legge nella pubblicazione - avviene in occasione di lavoro sia per il totale delle denunce (circa il 91%) che per i casi mortali (poco più dell'87%).
Il fattore umano: con una buona programmazione si riducono gli imprevisti
La pubblicazione riporta uno studio Inail che ha esaminato l'influenza e l'importanza che il fattore umano può avere nell'ambito di una corretta ed efficace gestione della salute e sicurezza in edilizia, sulla base di due descrittori ritenuti particolarmente significativi: la "percezione del rischio" e il "time management". A tale scopo sono stati realizzati dei questionari e delle interviste somministrati a circa 300 lavoratori di micro e piccole imprese del settore edile di Roma e provincia.
Nel complesso, l'analisi dei questionari e delle interviste fa emergere come la gestione del tempo per i lavoratori del campione, risulti sostanzialmente accettabile: una buona programmazione del lavoro determina una scarsa presenza di imprevisti. Oltre l'80% del campione ritiene, inoltre, di avere a disposizione supporti operativi adeguati grazie ai quali i processi di lavoro risultano più gestibili e controllabili.
Tuttavia, fa riflettere un dato: la maggior parte dei lavoratori ritiene di avere tempi stretti per la realizzazione dell'opera e dichiara di dover svolgere più compiti in contemporanea per rispettare i tempi di consegna dei lavori. Un ulteriore dato che desta attenzione riguarda la valutazione non costante e sistematica delle cause che generano ritardi: questo solitamente - viene sottolineato nel documento - non permette di affrontare correttamente una successiva pianificazione, al fine di ottimizzare i tempi e abbassare il livello di rischio nello svolgere le proprie operazioni.
I dati sugli infortuni
Nella gestione assicurativa Industria e servizi il settore delle costruzioni si colloca al terzo posto con 39.305 casi di infortuni denunciati in occasione di lavoro. Numero che esclude gli incidenti avvenuti in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Le due posizioni precedenti sono occupate dal manifatturiero e dal settore sanitario dove gli infortuni sono rispettivamente 77.190 e 43.782. Per gli eventi mortali purtroppo le costruzioni registrano un primo posto con 176 casi denunciati in occasione di lavoro, seguiti dal settore trasporto e magazzinaggio con 125 denunce e al terzo posto il manifatturiero con 111.
Il 65,2% delle denunce avviene durante lavori di costruzione specializzati (demolizione e preparazione del cantiere edile, completamento e finitura di edifici nonché installazione di impianti elettrici, idraulici ed altri lavori di costruzione specializzati), il 25,8% in occasione di realizzazione di opere nel comparto della costruzione di edifici e il 9% durante la realizzazione di opere di ingegneria civile. Situazione simile anche per i casi mortali ma con percentuali diverse: 56,8% per i lavori di costruzione specializzati e 17,6% per le opere di ingegneria civile.
Territorialmente è il Nord Italia a denunciare più casi di infortuni (22.569; 57,4%) senza particolari differenze tra la parte occidentale e quella orientale. La rimanente quota si equidistribuisce tra Centro e Sud (21,3% per entrambe le aree); per i casi mortali l'area settentrionale e quella meridionale denunciano ugualmente il 41,5% dei casi e la quota rimanente si registra nel Centro Italia. Le regioni maggiormente interessate sono soprattutto quelle del Nord come Lombardia (15,3%), Emilia-Romagna (11,9%), Veneto (11,6%) e a seguire Toscana (9,1%); per i mortali al primo posto la Lombardia con il 14,2%, ma a seguire troviamo due regioni del Mezzogiorno quali Campania e Puglia (entrambe il 9,7%).
Il 30% circa dei lavoratori infortunati sono stranieri (11.606 casi), essendo uno dei settori con una più alta percentuale di presenza di manodopera straniera; oltre l'80% (9.371 casi) sono di origine non comunitaria e la comunità che registra più eventi infortunistici è quella albanese (2.477). Tra i lavoratori comunitari oltre tre su quattro sono lavoratori romeni. 39 i casi mortali di lavoratori immigrati di cui 27 non comunitari e in particolare 11 sono albanesi; dei 12 casi comunitari 10 sono lavoratori romeni.
La fascia di età con il più alto numero di denunce è tra i 40 e i 59 anni con il 53,9% (21.177 casi) e il 56,3% per quelli mortali. Se si considera la fascia di età più bassa, fino a 39 anni, per gli italiani la percentuale di infortuni è più bassa rispetto a quella per gli stranieri (33% contro oltre il 43%). Situazione opposta si ha invece per i lavoratori ultrasessantenni per i quali le percentuali sono del 5,5% per gli stranieri e più del doppio,12,4%, per quelli italiani.
Rispetto all'evento deviante che dà luogo all'infortunio per il 41% dei casi ci si infortuna per movimento del corpo con e senza sforzo, per perdita di controllo di una macchina o attrezzatura (23,8%) oppure per scivolamento o inciampamento con caduta di persona (22%); per il 30% circa l'evento lesivo è provocato da uno schiacciamento in movimento verticale o orizzontale su/contro un oggetto immobile, per il 23% da contatto con agente materiale tagliente, appuntito, duro, abrasivo e poco più del 20% da sforzo fisico o psichico. Oltre il 91% dei casi ha generato ugualmente contusioni, ferite, fratture e lussazioni in particolar modo alla mano (1 su 4).
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