Promozione delle zone montane, ecco gli incentivi anti-spopolamento che si apprestano a diventare legge

Agevolazioni per l'acquisto e la ristrutturazione di prime case, banda ultra-larga, lavoro agile, servizi per l'infanzia. Anche i boschi monumentali nella "heritage list"

di Mariagrazia Barletta

Sembra vicino al traguardo della conversione il disegno di legge per la promozione e la crescita socio-economica delle zone montane. Un obiettivo che si intreccia con molteplici finalità strategiche, come: la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, del paesaggio e delle peculiarità storiche, artistiche e culturali dei borghi di montagna e dei loro territori, la cui sopravvivenza è messa a dura prova dal fenomeno dello spopolamento.

Il provvedimento, di iniziativa del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, è già stato approvato al Senato e ora si stanno votando gli emendamenti in Commissione Bilancio a Montecitorio. Tornerà a Palazzo Madama in seconda lettura, cui dovrebbe far seguito l'approvazione definitiva e, conseguentemente, la conversione in legge.

Per proteggere le zone montane e innescare processi di sviluppo, il disegno di legge mette in campo molteplici strategie: incentivi per i giovani che vogliono acquistare la prima casa o avviare un'attività in un comune montano, per i datori di lavoro che favoriscono il lavoro da remoto, ottenendo così sgravi per i contributi da versare ai lavoratori. E poi le strategie per mantenere attivi i servizi, dalla scuola alla sanità, fino all'accesso diffuso alla banda larga indispensabile per incentivare lo sviluppo socio-economico dei territori.

Nulla, però, sarà immediato. Per l'attuazione servono due decreti del presidente del Consiglio dei ministri: uno per definire l'elenco dei comuni montani cui si applicheranno le nuove disposizioni; uno contenente l'elenco dei comuni montani che beneficeranno dei nuovi incentivi; un decreto legislativo per il riordino delle agevolazioni destinate alle aree montane e, infine, l'elaborazione della Strategia della montagna italiana che dovrà definire le priorità di sviluppo e promozione per indirizzare verso precisi obiettivi le risorse del fondo per lo sviluppo della montagna. Un fondo già previsto dalla legge di Bilancio del 2022, con una dotazione di 200 milioni annui. Ed ancora: servirà un decreto del ministero degli Affari regionali per stabilire la quota di risorse del Fondo da destinare agli interventi di competenza statale e quella da assegnare a regioni ed enti locali.

Agevolazioni per l'acquisto e la ristrutturazione di prime case

Il Ddl prevede un incentivo per i giovani che non abbiano ancora compiuto 41 anni, che accendono un mutuo per comprare o ristrutturare casa in un comune montano (incluso nella lista compresa nel futuro Dpcm). Il credito - da spalmare in cinque anni - è commisurato all'ammontare degli interessi passivi dovuti sul finanziamento e non è valido per gli immobili nelle categorie catastali A/1, A/8, A/9 (abitazioni signorili, ville, castelli o palazzi di pregio storico o artistico). Anche in questo caso servirà un decreto (interministeriale) per definire i dettagli dell'agevolazione.

Incentivi per attività di giovani under 41

Alle piccole e micro imprese, che saranno avviate da giovani under 41 dopo l'entrata in vigore della legge, è riservato uno sconto sulle imposte, Più nel dettaglio si tratta di un credito d'imposta (utilizzabile solo in compensazione) variabile, in quanto si concretizza come differenza tra l'imposta calcolata applicando al reddito le aliquote ordinarie (fino a concorrenza dell'importo di 100mila euro o 150mila per i comuni al di sotto dei 5mila abitanti in cui vi siano minoranze linguistiche) e l'imposta che si avrebbe applicando l'aliquota al 15%.

Incentivi al lavoro agile

Alcuni incentivi sono riservati anche ai datori di lavoro che promuovo il lavoro agile. Per loro è previsto un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali (nel limite di 8mila euro annui per i primi due anni di attivazione della misura; poi l'importo massimo scende a 4mila euro fino al 2029 e a 1600 euro nel 2030) per ciascun lavoratore under 41 con contratto a tempo indeterminato che svolga stabilmente il suo lavoro in un comune montano con meno di 5mila abitanti.

Servizi per l'infanzia

Con un emendamento approvato alla Camera, una quota del Fondo per la montagna (non superiore al 20%) viene destinata al finanziamento di progetti innovativi volti allo sviluppo di un sistema integrato di servizi educativi per l'infanzia e alla costituzione di poli per l'infanzia nei comuni montani.

Servizi pubblici

Il disegno di legge propone diverse iniziative per promuovere la sanità e le scuole di montagna. Si tenta di incentivare il lavoro dei medici e degli operatori sanitari che scelgono di lavorare nei comuni montani definiti con Dpcm, L'esperienza lavorativa in strutture pubbliche o private accreditate viene valorizzata nella valutazione dei titoli per la partecipazione a concorsi pubblici e per i medici che desiderano fare carriera nell'ambito della direzione sanitaria. Per il personale sanitario, per i medici di famiglia, per i pediatri e i veterinari che decidono di trasferirsi in un comune montano viene introdotto un credito d'imposta annuo (massimo 2.500 euro) applicato al canone di locazione o al mutuo per l'acquisto dell'abitazione. Gli stessi incentivi si applicano ai docenti delle scuole di montagna, che beneficeranno anche di punteggi aggiuntivi validi per le graduatorie provinciali di supplenza.

La strategia della montagna italiana, la digitalizzazione

La Strategia della montagna italiana (Smi) dovrà anche occuparsi dell'accesso ad internet in banda ultra-larga e del sostegno alla digitalizzazione per contrastare il digital divide, come questioni basilari per incentivare lo sviluppo socio-economico dei territori. Proprio per ridurre il divario digitale sarà favorito il ricorso a forme di partenariato pubblico-privato, che possono includere anche start-up innovative e centri di ricerca, con l'obiettivo di incrementare il trasferimento tecnologico a vantaggio del tessuto produttivo locale.

Requisiti igienico-sanitari minimi in deroga per i rifugi alpini

Il Ddl prevede che lo Stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano stabiliscano, ciascuno per le sue competenze, le caratteristiche funzionali dei rifugi alpini con la possibilità di prevedere requisiti igienico-sanitari minimi anche in deroga alla legge statale, sempre nel rispetto della normativa a tutela dell'ambiente.

Università e ricerca

Le università potranno stipulare accordi con il Mur per promuovere attività di ricerca e di formazione nei comuni montani nei settori strategici per lo sviluppo delle aree montane e per la valorizzazione delle specificità dei relativi territori. Saranno individuati - nel perimetro della legge 338 del 2000 - finanziamenti dedicati alle università che hanno sede nei comuni montani per la realizzazione di residenze universitarie. Una quota del fondo per la montagna potrà essere utilizzata per l'erogazione di borse di studio a favore degli studenti iscritti ai corsi di studio accreditati nei territori dei comuni montani.

Valorizzazione di pascoli e boschi

La protezione di pascoli e boschi per la tutela della biodiversità, la mitigazione e prevenzione del rischio idrogeologico e la tutela del paesaggio sono altri obiettivi cardine del Ddl che prevede un decreto interministeriale ad hoc (da emanare entro un anno dall'entrata in vigore della legge) contenente le linee guida per il recupero, l'utilizzo razionale e valorizzazione dei sistemi agrosilvopastorali montani, per la promozione della certificazione delle foreste, nonché per la loro conservazione.

L'istituzione dei boschi monumentali

Oltre all'elenco di alberi monumentali da proteggere perché considerati «rari esempi di maestosità e longevità», come recita la legge, o perché di particolare pregio naturalistico o ancora perché legati a importanti eventi storici, culturali o della tradizione, ci sarà quello dei boschi monumentali. Sono definiti tali «le formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate che per età, forme o dimensioni ovvero per ragioni storiche, letterarie, toponomastiche o paesaggistiche, culturali e spirituali presentino caratteri di preminente interesse, tali da richiedere il riconoscimento di una speciale azione di conservazione».

L'elenco dei boschi monumentali d'Italia sarà gestito dal ministero dell'Agricoltura che dovrà stabilire le modalità per l'effettuazione del censimento dei boschi monumentali da parte delle regioni e le misure per la loro cura e tutela. Le sanzioni per chi danneggia o abbatte un albero monumentale vanno da 5mila a 100mila euro; nel caso dei boschi monumentali gli importi delle sanzioni massime e minime sono triplicati.

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