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  professione Architetto
 

aggiornamento
5 ottobre 2005

  Studio Dosi
  DATI
 

Capogruppo:
Ing. Stefano Dosi

Gruppo di progettazione:
Arch. Claudia Cirolli

Consulenti:
Dott. Giuseppe Orselli
(verde e paesaggio),

CREA S.r.l. Società di Ingegneria (impiantistica, sicurezza, manutenzione & coordinamento)

 

 

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Esito Concorso: 1° classificato

Concorso europeo di idee per la riqualificazione dell’isola dei platani ed aree limitrofe a Bellaria (RN)


| Premesse | Programma |

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Premesse

Le cittadine di Bellaria ed Igea Marina, separate fisicamente dal corso del fiume Uso hanno sviluppi legati al turismo, al mare ed alla salute, avvenuti in differenti modalità e legati ad un'edificazione dapprima a nastro e poi evoluta diversamente.

Il territorio risulta permeato da episodi di eterogenea valenza, da sviluppare, restaurare a nuovi usi, incentivare o pensare ex-novo. Altrove, invece, sono in programma cambiamenti importanti che non possono essere in questa sede disattesi.

Da ciò segue che i punti focali, utili e necessari per la ripresa, sono stati individuati nelle seguenti attività già radicate o in programma: le stazioni di collegamento (suburbana e linea FS), la necessaria permeabilità del terrapieno ferroviario che di fatto divide, l'incentivazione del commercio, la cura degli edifici storici e la loro evidenziazione, il restauro dell'ex-fornace per scopi culturali e di servizio, la nuova darsena interna con il conseguente sviluppo di zone di pregio a ridosso della stessa, il porto ed un nuovo molo multi funzione, il riuso dell'ex-colonia tra Bellaria ed Igea, vicina al nuovo porto turistico, e la necessità di percorrerne il parco, il centro congressi di Bellaria, il parco del Gelso,

Parimenti, sono state individuate le seguenti necessità in termini di connettività: i percorsi (pedonali o ciclabili) devono avere poli attrattivi alle estremità e contenere episodi di suadente interesse (cultura, commercio, gusto, conoscenza, svago e salute); Bellaria ed Igea Marina devono essere interlacciate a maglie più fitte di quelle ora presenti; un nuovo ponte pedonale deve poter far giungere le persone dall'isola dei Platani alla nuova darsena, che, cerniera e polo ideale, ruota il percorso verso Igea; l'insieme dei collegamenti deve essere una sorta di rete neurale in cui i nodi coagulano interessi ed i collegamenti smaltiscono curiosità. La riqualificazione dell'Isola dei Platani, appare perciò solido pretesto per effettuare una ricognizione delle particolarità di un territorio più vasto ed iniziarne un programma di sviluppo ed implementazione.

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PROGRAMMA - SUNTO

Appare evidente che la frammentazione di alcuni temi vada ricucita e ricondotta all'interno di un programma che tenga conto non solo della riqualificazione del dell'Isola dei Platani di Bellaria, ma anche del riassetto, riuso e sviluppo dell'intero territorio.

In una frase, occorre "fare sistema".

Ed in questo sistema, l'Isola dei Platani assume il ruolo fondamentale di ispiratrice dell'opera, luogo dove le esperienze si coagulano e gli interessi del territorio convergono. Una sorta di luogo urbano che diviene diario di bordo e "generatore di input" verso tutte le attività del territorio e di ciò che esso offre al cittadino ed al turista. E perciò si rende necessario procedere anche alla riprogettazione dell'Isola, per poter accogliere internamente le nuove istanze del presente programma di sviluppo: input esterni ed episodi del territorio da far conoscere.

All'interno di questo programma, si individuano i seguenti aspetti ritenuti fondamentali per la riuscita dell'intera riqualificazione:

1."fare sistema": Bellaria ed Igea marina, vicinissime ma non strettamente interlacciate, devono risultare un unico pensiero. Evidenziare i collegamenti ed incentivare i percorsi tra i due poli, in un flusso che deve essere continuo e senza più rotture o disarticolazioni. La visione deve essere complessiva e lo sguardo vasto. Le stazioni ferroviarie collegate (sub-urbana) e gemelle. I percorsi, le passeggiate, le vie ciclo-pedonali devono avere poli attrattivi ed episodi di interesse. Dalla nuova stazione di Bellaria, inizio dell'offerta commerciale e culturale, attraverso l'isola dei platani, si dipana il percorso principale, denso di episodi culturali e gaudenti, rigeneranti ed impegnati. Si oltrepassa il canale e la nuova darsena in un percorso continuo tra i panorami della nautica da diporto, sino a piegare per i giardini dell'ex-colonia, ora legata alla cultura del wellness. Si percorrono i nuovi spazi espositivi temporanei nel giardino della stessa, sino al nuovo yacht club ed al molo multi-funzione. Per giungere ad Igea, sul lungomare o lungo via Ovidio, richiamo al modello isola dei platani, come ripresa di un dialogo un tempo frammentato e poi interrotto. Un flusso continuo che non dimentica mete vicine quali il parco del gelso o l'ex-fornace, con i loro usi futuri da incentivare.

Si tratta, in buona sostanza, e con visione aperta, di intendere il "sistema" come rete neurale, in cui nodi e collegamenti sono posti al servizio del flusso che in essi scorre, modificandolo o semplicemente veicolandolo.

2."trovare nuovi temi": nuovi stazioni integrate a nuovi e diversi spazi per il commercio, per i sensi, per la nautica, il benessere e la cultura. Nuove residenze ed adeguamento ricettivo, in termini di qualità ed estetica. Il riuso dell'ex-fornace come "Museo della Trasformazione", polo culturale che spiega un tema trasversale a tutte le discipline, divenendone simbolo. O la proposta di un "Laboratorio del Gusto", luogo conviviale di cultura, sperimentazione e gioia. Un "Urban Center" ove è la cittadina stessa che si mette in mostra per essere capita o conosciuta. L'apertura della visuale verso la torre saracena e lo scorporo dei musei. E ancora: un nuovo modo di concepire il molo, con percorsi salute e verde ondulato. Ma anche nuove forme di balneazione, rubando spazi al mare, sopra gli scogli, ora accessibili con un nuovo pontile/approdo e prendisole. Ed un vecchio cinema all'aperto che diventa nuovo locale di riferimento en plair air.

3."portare dentro": ciò che succede nel territorio va evidenziato all'interno del nucleo forte, l'isola dei platani. La passeggiata diventa quindi preludio ed anticipo di ciò che il territorio offre. E nello stesso tempo funziona da "erogatore di input", volano di ripresa, sviluppo e comunicazione. Tutti gli episodi (nuovi, relativamente recenti come il vicino centro congressi o tradizionalmente già assorbiti) vanno evidenziati e "pubblicizzati" lungo la via del passeggio: spazi per info-box divisi per temi (i sensi, l'arte, la musica e lo spettacolo, la cultura, le novità, la conoscenza del territorio, le attività sportive) assolvono, insieme agli episodi di seguito descritti, a questo compito.

4."ritrovare un'identità": un filo logico, un pensiero sempre presente, un connettivo che dia luce, un logo che non sia simbolo. Un intreccio di verde, di pietra o di fiori. Una luce continua e generatrice. Ma anche edifici dai contenuti importanti e dalle moderne facciate amichevoli. Tutti gli spazi verdi devono essere intreccio di fiori, essenze e profumi, in accordo con il programma e con il "logo", stimolando curiosità e contribuendo a far rimanere "sottopelle" l'idea di "sistema" e, quindi, di essere gradita parte mai lasciata isolata.

5."nuovi ritmi": per l'isola dei platani: una nuova pavimentazione lapidea, declinata nei toni del grigio, determina una più sobria scansione degli spazi. Il contrappunto è affidato alla metrica degli alberi e del nuovo sistema di sedute, ora per l'informazione e la comunicazione, ora bordo rialzato per giochi e lame d'acqua e di verde fiorito. Anche la luce diventa motivo di unione e guida, governando e unendo tutti gli episodi interni al percorso: una fenditura nella pavimentazione, bordata da lunghe fasce in pietra chiara, dipana il percorso e collega le vie afferenti, ad indicare la necessità di un elemento di unione del "sistema" e la sua nuova ramificazione. Altra illuminazione (d'atmosfera) segna inferiormente i sistemi di sedute, contribuendo a rendere quasi "immateriali" i netti volumi di pietra. Altrove, moderni fasci luminosi giungono a terra dalle modanature, marcapiani e sporti degli edifici prospicienti le vie. Ed ancora: corpi illuminanti incassati a terra evidenziano alberi o verticalità (verde rampicante, edifici o scorci di pregio). In tal modo si minimizza il ricorso all'illuminazione a stelo.

Da notare che l'attuale disposizione dell'assetto viario (pavimentazione, aiuole, illuminazione e perimetrazioni varie) pur essendo stata molto lungimirante nella sua fondazione e successiva "manutenzione", risulta molto varia e lievemente disarticolata negli episodi. Una maggiore sobrietà e controllo generale, uniti però a puntuali e ben visibili esplosioni di colore e ad un "ordinato disordine" del verde rampicanti e dei suoi fiori, migliora la percezione dell'isola e contribuisce al ritrovamento di un identità comune.

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