Francoforte sul Meno - Museum Für Kunsthandwerk di Richard Meier

Città commerciale per antonomasia, in piena regione di Hassen, una downtown stile "avvocati a Los Angeles", punto nodale del traffico internazionale di merci e centro finanziario della "nuova" Germania unita, Francoforte sul Meno appare totalmente diversa dalla canonica città tedesca tutta Birra, crauti e mazurca che ci si aspetta; i panorami che la piccola Heidi vedeva dal balcone della casa di Clara, per intenderci, non esistono più.

I bombardamenti della II guerra mondiale purtroppo rasero al suolo l'intero centro storico e di cui rimane ben poco, sostituito (nella efficienza ma non nella atmosfera suggestiva) da un pratico centro direzionale ultramoderno tra cui spicca il Commerzbank Headquarter di Norman Foster.

Molto suggestiva, e totalmente staccata dall'atmosfera finanziaria appena descritta, è la riva dei musei, piacevolissima passeggiata sul lungofiume (il Meno, appunto) che ospita una concentrazione di architettura da collezione come l'Architektur Museum, di Oswald Mathias Ungers, la galleria d'arte ad opera di Gustav Peichl ed il Museum Für Kunsthandwerk di Richard Meier.

Architettura, quest'ultima, facilmente riconducibile al progettista per il trattamento superficiale a grandi quadrati bianchi dai collegamenti verticali costituiti da lunghe rampe illuminate naturalmente e dalle grandi vetrate; lo stesso museo è un unico grande percorso nella evoluzione delle arti decorative. Ampi ambienti espositivi semibui collegati da percorsi luminosi danno la possibilità di immergersi completamente in una esposizione senza essere disturbati da agenti esterni per poi godersi completamente questa architettura nei suoi passaggi attraverso le sale.

L'armonia dei questo progetto, la sua integrazione con la città appaiono evidenti a chiunque ed, anche se il linguaggio architettonico di Meier a molti può sembrare troppo elementare, si riesce ad intuire il grande talento nel controllo del progetto, nella naturale disposizione delle sale e dei percorsi ed una notevole padronanza della illuminotecnica, insomma se non è stato bravo è stato davvero fortunato!

Pier Andrea Notari, Architetto

 

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