Praga - Nationale Nederlanden Building di Frank O. Gehry

E' strano parlare di Praga per una singola Architettura.
L'intera città infatti può essere considerata come un unico organismo fatto di "esperienze" architettoniche, mistiche e sociali. Non ci si deve limitare quindi ad una mera analisi razionale e sintetica delle forme e funzioni, è una città che si deve respirare.
Divisa in due dal fiume Moldova (che per inciso aveva inondato tutta la città durante il mio soggiorno lì, nell'agosto del 2002 - nda) si ha l'impressione di assistere ad un Derby calcistico.
I due quartieri del centro storico, Stare Mesto-Nove Mesto ad una sponda e Mala Strana (dove sorge il castello, Praha, per l'appunto) dall'altra, sembrano infatti vivere vite autonome all'interno dello stesso tessuto urbano; unico punto di incontro il Ponte Carlo sul quale passeggiare è una esperienza che può essere paragonata solo alla Coca Cola con l'Aspirina.
L'intera città è pervasa da una atmosfera romantica e decadente con un tocco di malinconia (non dimentichiamoci che qualche cosa doveva pure ispirare Kafka) e di antiche leggende, come quella del Golem, essere sovrannaturale fatto di argilla creato dal Rabbino Low per proteggere la comunità ebraica dalle persecuzioni.
Il quartiere ebraico è il suo gioiello, i suoi vicoli, la casa di Kafka ed il suo cimitero, lugubre, come ci si potrà aspettare, ma architettonicamente unico e coinvolgente e che ospita la tomba del Rabbino Low (il crea-mostri-di-argilla).

Due ponti più a sud del Ponte Carlo ci si trova davanti alla sede della National Nederlanden o Ginger e Fred come lo conoscono tutti.
Inizialmente l'incarico fu dato ad un architetto Praghese, Vladimir Milunic, in collaborazione con F.Gehry ma successivamente Milunic decise di agire esclusivamente come consulente.
Diversamente da come si può immaginare l'edificio non si nota più di tanto, non svetta sugli altri né tantomeno salta subito all'occhio, ho dovuto far lavorare gli occhi per qualche secondo prima di trovarlo, mentre percorrevo in macchina la sponda opposta del fiume.
Avvicinandosi, però, si avverte il suo carattere, discreto (incredibile per uno stile come quello di Gehry, non è vero!?) ma determinato allo stesso tempo.
La torre d'angolo chiusa rispetto all'esterno, veleggia insieme alla parte vetrata, corpo totalmente rivolto all'esterno, che percorre l'intera altezza dell'edificio ad esclusione degli ultimi due piani, arretrati rispetto alla facciata.
La necessità di arretrare gli ultimi due piani deriva dal fatto che l'edificio doveva uniformarsi il più possibile alle altezze di quelli circostanti, pur essendo composto da sette piani rispetto ai cinque degli altri edifici è stato così, riducendone la superficie, che Gehry ha risolto il problema; di fatto il prospetto segue la linea di quelli vicini.

La facciata sul fiume invece è piana con una disposizione delle finestre, concepite appositamente per questo progetto, la cui composizione sfalsata è mitigata da una serie di corrugazioni ondulate sulla facciata stessa, uno stratagemma molto semplice ma di grande effetto.
La particolare collocazione delle finestre è stata necessaria per addolcire la differenza di piani con gli edifici strettamente adiacenti.
La “chicca” finale vuole vedere il corpo vetrato (Ginger, I suppose) come sede, ad ogni piano, delle rispettive sale riunioni.
Un progetto ardito per la sua difficile collocazione ma che ad essa ha saputo contrapporre delle soluzioni “artigianali” che solo un Architetto esperto nella professione ma libero nella immaginazione poteva trovare.
Purtroppo non mi è stato possibile visitarne l’interno, gli impiegati stavano affrettandosi fuori per una svendita di scialuppe di salvataggio e giubbotti salvagente, il livello della Moldova saliva di minuto in minuto e le sirene tipo seconda guerra mondiale producevano in me un diffuso stato di ansia ed un impulso a raggiungere velocemente qualsiasi punto al di sopra dei 20 metri sul livello del fiume.
Una ultima annotazione: la parte iniziale di Mission Impossibile quando, nella nebbia, Tom Cruise segue il perfido agente straniero sulla banchina, per intenderci, è stata girata sotto il ponte Carlo, dalla parte del castello, fateci un giro, potrete raccontarlo!

Pier Andrea Notari, Architetto

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