notizie di architettura
 
  professione Architetto
 

aggiornamento
14 luglio 2004

  iscriviti alla newsletteriscriviti alla newsletter
  DATI PROGETTO
 

Oggetto:
Chiesa del Pellegrinaggio di Padre Pio, sito in San Giovanni Rotondo (Foggia)

Committente:
Frati minori Cappuccini della provincia di Foggia

Studio di progettazione :
Renzo Piano Building Workshop S.r.l., Genova

Impresa di costruzione:
Fabbrica della Chiesa Soc. Consortile S.r.l., San Giovanni Rotondo (FG)

Rame TECU® Patina per edilizia fornito da: KM Europa Metal AG, Osnabrück, Germania

Lavorazione ed installazione rame: WAL S.r.l., Bregnano (CO)

Fotografia:

KME/Christian Richters, Münster, Germania

Inizio dei lavori di costruzione: 1991

Conclusione di lavori: luglio 2004

www.tecu.com

  LE RUBRICHE
 

mostre - convegni
concorsi di Architettura
formazione & corsi
notizie di Architettura
software, Internet, CAD
viaggi e architetture
riviste di settore
leggi e norme
inserzioni - lavoro
news from the world
segnalati da voi

 

  ED ALTRO ANCORA
 

chi siamo
pubblicità
segnala il tuo sito
sostieni il nostro sito

richiedi informazioni

 

SEGNALA UNA NOTIZIA

Chiesa del Pellegrinaggio

Indice
| premessa | la copertura | la soluzione | il materiale | il progetto |

UN TETTO IN RAME PER PADRE PIO

La nuova chiesa del pellegrinaggio di Padre Pio, edificata a San Giovanni Rotondo, in Puglia, è coronata da un tetto che, nell'ambito degli edifici religiosi, risulta fra i più grandi in Europa.

L'opera è stata realizzata sotto la direzione del Renzo Piano Building Workshop.

Per il progetto si sono utilizzati soltanto materiali naturali e durevoli nel tempo. La copertura, ad esempio, di dimensioni davvero imponenti, è stata interamente realizzata in rame pre-patinato TECU ® Patina.

Per il complesso design si sono resi necessari ben 19.500 m2 di questo materiale. La struttura che regge il tetto è costituita invece da due materiali da costruzione tipici di questa regione: legno e pietra calcarea garganica.

Torna in alto

la copertura

Il tetto verde della chiesa di Padre Pio si adagia fra le dolci colline del promontorio del Gargano, e la sua forma somiglia al guscio protettivo di una chiocciola gigante. Lo stile fortemente espressivo dell'edificio, l'uso innovativo del materiale TECU® Patina, e l'esecuzione a regola d'arte delle complicate curvature del tetto, fanno assurgere questo edificio a originalissimo simbolo di tutta la zona.

A differenza delle altre costruzioni negli immediati dintorni, la maggior parte delle quali sono sorte in fretta e furia per rispondere al crescente numero di visitatori, il tetto in rame stabilisce un nesso diretto e incontrovertibile fra la chiesa e la ragion d'essere di questo luogo, che è quella di permettere ai pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo di riunirvisi per pregare.

la soluzione

San Giovanni Rotondo è ormai la mèta di oltre 7 milioni di pellegrini ogni anno. La richiesta crescente di alloggio ha determinato un boom edilizio che ha cambiato il volto di questa zona: nel giro di due anni sono stati costruiti ben 120 alberghi sulle colline che circondano quello che è un semplice paesino di montagna.

Il team di architetti che fanno parte del Renzo Piano Building Workshop si è quindi trovato di fronte ad una situazione resa particolarmente difficile dall'accostamento dell'elemento religioso a quello commerciale – difficoltà ben evidenziate dalle tante opere edilizie che ormai pullulano in tutta la zona.

Dopo diversi sopralluoghi di carattere esplorativo a San Giovanni Rotondo, i membri del Workshop decisero di affrontare in modo diretto, senza compromessi, il problema di come sposare una forma di fede pietistica con le condizioni reali del luogo - tenendo conto che la già grande affluenza di pellegrini è destinata ad aumentare negli anni futuri. Era dunque necessario progettare uno spazio sufficiente per 7000 posti a sedere sotto uno stesso tetto, e potervi accogliere fino a 10.000 persone nei momenti di maggiore affluenza.

Renzo Piano trovò la soluzione giusta scartando subito l'ipotesi della tradizionale navata singola, elemento tipico delle grandi cattedrali monastiche del Medioevo. Il progetto di Piano prevede infatti che i fedeli si trovino raccolti all'interno di una sorta di gigantesca conchiglia, il cui contorno esterno è costituito da un cerchio a tre quarti che si avvolge intorno al nucleo centrale circolare, il tutto estendendosi su una superficie di circa 6.000 m2. La struttura portante su cui poggia l'intero edificio consta di due file di archi in pietra disposti a raggiera, in numero complessivo di 21, formanti un anello interno ed uno esterno, di cui l'anello esterno è copia, su scala minore, di quello interno. Gli archi di quest'ultimo hanno tutti origine da un punto comune – l'occhio della voluta – che si trova al centro della chiesa, nel punto dove sorge anche l'altare maggiore. Dato che le campate degli archi diminuiscono progressivamente con il progressivo ridursi del raggio dell'anello, la forma a spirale che ne consegue ricorda appunto un enorme guscio di chiocciola. Gli archi dell'anello interno sostengono la struttura portante secondaria, costituita da supporti in legno, che a sua volta regge il basamento del tetto, anch'esso realizzato in legno. Grazie alla semplicità del materiale da costruzione, quest'ultimo elemento si armonizza in modo piacevole con la possente teoria di archi in pietra.

Torna in alto

il materiale

L'impiego del materiale TECU®Patina crea infatti un significativo punto d'incontro fra tradizione e innovazione tecnologica. E' da secoli che il rame viene usato nella costruzione delle cupole delle chiese, e questo per un ottimo motivo: è un materiale naturale che trae la sua ben nota resistenza nel tempo direttamente dalla propria natura. Sotto l'effetto degli agenti atmosferici, le superfici in rame esposte all'aria formano uno strato di ossido protettivo che si evolve nel tempo, e finisce per conferire al materiale la sua caratteristica patina verde.

Il rame TECU®Patina è pre-patinato, con uno speciale procedimento che viene realizzato nello stabilimento produttivo KME. Grazie a ciò, le lastre di rame TECU®Patina risultano già rivestite dalla caratteristica superficie verde fin dalla loro nascita, e dopo l'installazione, il processo di ossidazione si evolverà in modo del tutto naturale. Il verderame tipico dei tetti delle chiese europee è quindi presente da subito in questo materiale preinverdito, per cui non è necessario aspettare lunghi anni perché il processo di ossidazione sia completo.

Allo stesso tempo, l'ottima lavorabilità del rame, che costituisce uno dei suoi particolari pregi, si mantiene del tutto intatta. Sarebbe difficile trovare un altro materiale in grado di offrire una così ricca gamma di possibilità di lavorazione, ed è proprio questa proprietà che si è rivelata essenziale nell'assicurare la piena riuscita dell'inedito design del tetto della chiesa di San Giovanni Rotondo.

 

Torna in alto

il progetto

La superficie racchiusa entro la forma di cerchio a tre quarti del profilo esterno dell'edificio, costituisce a sua volta l'apice del triangolo del grande sagrato, che discende lungo il fianco della collina fino all'ingresso della chiesa. Con una superficie di 9.000 m2, il sagrato è in grado di accogliere fino a 30.000 pellegrini in una volta. Grazie allo spazio ininterrotto e di ampio respiro che lo collega all'interno della chiesa, nelle grandi occasioni, quando l'affluenza è particolarmente alta, i visitatori che si trovano sul sagrato possono agevolmente seguire le cerimonie religiose. L'ingresso del santuario, così proteso verso l'esterno, si varca passando sotto l'arco principale, il più grande di quelli che costituiscono la struttura portante dell'edificio. Con una campata di 50 metri, ed un'altezza di 15, si tratta del più grande arco in pietra mai realizzato. Dimensioni così imponenti sono del tutto inedite, e hanno richiesto prove approfondite sia dei rapporti statici, sia della resistenza dell'edificio alle scosse sismiche, essendo queste ultime fenomeno tutt'altro che raro nel promontorio del Gargano. Gli archi portanti della chiesa di San Giovanni Rotondo sono realizzati con enormi blocchi di pietra squadrata, seguendo la tradizione medievale – sebbene in questo caso, a differenza delle tecniche di allora, cavi in acciaio passanti fra i blocchi permettano una certa libertà di movimento nel caso di eventi sismici.

In futuro, i pellegrini non dovranno più raggiungere la chiesa passando prima dal paese di San Giovanni Rotondo, che già adesso soffre di notevole sovraffollamento, bensì potranno percorrere la nuova via di accesso al santuario che dal lato meridionale della collina sale su fino ad arrivare all'ingresso del convento dei frati. Nel tratto iniziale della strada, il rivestimento in rame della chiesa, nascosto com'è dagli alberi, non è subito visibile. In questo punto l'attenzione viene semmai attirata dall'imponente muro che regge il lato esterno del grande sagrato, ed è questo muro che i pellegrini si trovano a costeggiare mentre s'incamminano su per la collina. Nel suo tratto più alto, il muro raggiunge un'altezza di 25 metri. A questa svolta della via, i pilastri portanti del muro svettano sopra al sagrato sovrastante, formando la “torre campanaria” – in realtà un colonnato – in cui sono alloggiate dodici enormi campane in fila orizzontale. Risalendo ancora la collina, l'altezza del muro si riduce progressivamente. Al termine della via di accesso, il pellegrino si ritrova infine sul sagrato del convento dei frati, in corrispondenza con il vertice del grande sagrato triangolare del santuario. Questo degrada poi fino all'ingresso della chiesa, accanto alla quale sorge una imponente croce in pietra alta 40 metri. In qualsiasi punto egli si trovi sul sagrato, al visitatore sono sempre visibili solo tre forme: la chiesa con la sua possente copertura in rame preinverdito, il cielo sovrastante, ed infine la grande pianura lungo la quale si snodano le vie di accesso al luogo di pellegrinaggio.

Chi entra nella chiesa non viene disturbato né da spigoli né da scalini; la stessa pavimentazione è completamente priva di dislivelli: un passaggio senza alcuna soluzione di continuità, che ci porta all'interno di una casa aperta al mondo, un luogo di culto che si accorda armoniosamente con i valori professati dall'Ordine dei frati Cappuccini. Il grande arco dell'ingresso funge nel contempo da grande vetrata luminosa, senza la quale l'interno della chiesa rimarrebbe al buio – l'unica altra fonte di luce essendo costituita da un lucernario sopra l'altare, diffonde all'interno una chiarore suggestivo. Il pavimento ha una curvatura concava, le file circolari di posti a sedere sono disposte a gradini in salita intorno all'altare maggiore. Il visitatore vive le funzioni liturgiche come se si trovasse seduto in un teatro greco. La climatizzazione del luogo, volta a temperare il freddo eccessivo, viene garantita da un piccola centrale di riscaldamento e da un gruppo elettrogeno, collocati nell'ampio sottosuolo della chiesa. In questo spazio, di 11.000 m2 di superficie, e quindi grande quanto una metà circa del grande sagrato, si trovano anche la cripta, alcune cappelle, i confessionali e moderne sale per uso amministrativo e per riunioni.

Torna in alto

vai all'home page
 
 
©professioneArchitetto.it 
 
  professioneArchitetto non è collegato ai siti recensiti e non è responsabile del loro contenuto. È vietata la riproduzione anche parziale.