La UE esorta l’Italia a rispettare la normativa europea in materia ambientale

La Commissione europea chiede all'Italia di rispettare la normativa ambientale europea per garantire che il progetto di risanamento di uno stabilimento chimico dismesso, in Liguria, non ponga rischi per la salute umana o per l'ambiente.

La Commissione europea chiede all’Italia di rispettare la normativa ambientale europea per garantire che il progetto di risanamento di uno stabilimento chimico dismesso, in Liguria, non ponga rischi per la salute umana o per l’ambiente.

Poiché finora l’Italia non ha affrontato la questione in modo soddisfacente, la Commissione, su raccomandazione del commissario per l’Ambiente, Janez Potocnik, ha inviato un parere motivato.

L’Italia dispone di due mesi per reagire.

In mancanza di una risposta soddisfacente entro tale periodo, la Commissione potrebbe decidere di adire la Corte di giustizia europea in merito.

Il caso riguarda il risanamento di un’ex area industriale sita a Cengio sulla quale si trova una discarica per terreni inquinati e rifiuti pericolosi.

Ai sensi della direttiva 85/337/CE (direttiva sulla valutazione dell’impatto ambientale) i progetti per i quali si prevede un impatto ambientale rilevante, per la loro natura, le loro dimensioni o la loro ubicazione, devono essere sottoposti a una valutazione dell’impatto prima che venga concessa l’autorizzazione.

Una valutazione dell’impatto ambientale è obbligatoria per gli impianti di smaltimento destinati a discarica di rifiuti pericolosi.

Tuttavia, le autorità italiane hanno autorizzato il progetto di risanamento senza effettuare tale valutazione.

Poiché il sito non è riconosciuto come discarica o discarica risanata, è possibile altresì che non siano stati rispettati nemmeno i requisiti rigorosi previsti dalla direttiva 1999/31/CE (direttiva sulle discariche) a tutela della salute umana e dell’ambiente.

Le discariche contenenti rifiuti pericolosi possono essere estremamente nocive per l’ambiente e la salute perché le sostanze chimiche velenose possono penetrare nelle acque sotterranee della zona. Per questo devono essere costruite, gestite e monitorate con estrema attenzione prima e dopo la chiusura, come previsto dalla direttiva sulle discariche.

Il 9 ottobre 2009 la Commissione ha inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora nella quale sottolineava la necessità di assicurare che progetti di questo tipo, potenzialmente pericolosi, siano autorizzati, eseguiti e monitorati dopo il completamento nel pieno rispetto della direttiva sulla valutazione dell’impatto ambientale e della direttiva sulle discariche. Poiché l’Italia non dimostrato in modo convincente alla Commissione di avere ottemperato agli obblighi relativi alla tutela della salute umana e dell’ambiente, la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato.


Antefatti
La direttiva sulla valutazione dell’impatto ambientale prevede che i potenziali impatti dei progetti sull’ambiente siano individuati e valutati prima che venga concessa l’autorizzazione, in modo da consentire ai responsabili della progettazione di modificarli per ridurre al minimo gli impatti negativi in maniera preventiva.

La direttiva sulle discariche è intesa a prevenire o ridurre gli effetti negativi delle discariche di rifiuti sull’ambiente, in particolare su acque di superficie, acque sotterranee, suoli, atmosfera e salute umana. Essa fissa orientamenti rigorosi per la gestione dei siti.

(Fonte: Unione Europea)

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