Liguria – energie rinnovabili, obiettivo 17%

Sono già 180 i megawatt "puliti" prodotti in Liguria: nel 2020 dovranno essere 440. Un'occasione non solo per l'ambiente, ma anche per le nostre aziende

Sono già 180 i megawatt “puliti” prodotti in Liguria: nel 2020 dovranno essere 440. Un’occasione non solo per l’ambiente, ma anche per le nostre aziende

È una scelta pulita, obbligata e anche redditizia: sono le fonti energetiche rinnovabili, una strada che la Regione Liguria ha intrapreso con decisione per produrre l’energia necessaria al proprio fabbisogno. Fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse; oggi siamo a 150/180 megawatt, il proposito è di arrivare a 200 nel 2014 e a 440 nel 2020: quel 17% sul totale, imposto dall’Europa.

“Ci stiamo avvicinando a grandi passi: nel 2005 avevamo 0,85 MW di fotovoltaico, e oggi siamo a 18 contando anche i progetti approvati e in via di esecuzione.
E nell’eolico siamo la prima regione del nord, con 28 MW che erano 2,5 nel 2005″, ricorda l’assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli a margine degli stati generali dell’economica verde che si sono svolti al Galata Museo del Mare di Genova.

“Il tutto quando a livello nazionale manca un progetto chiaro sul piano energetico nazionale, con un governo che su questi temi ha un comportamento schizofrenico”, puntualizza l’assessore.

Sul banco degli imputati è finito il decreto Romani, che ha azzerato gli incentivi alle fonti rinnovabili: prima della sforbiciata una tecnologia come il fotovoltaico stava crescendo del 78%, in Liguria.

Ora tutto si è fermato. “I tagli che il Governo assesta con il suo decreto alle energie rinnovabili mettono a serio rischio il loro sviluppo in tutte le regioni italiane, non a caso tutti i territori hanno fatto squadra per cercare di riottenere gli incentivi”, ha ricordato Renata Briano, assessore regionale all’ambiente.

“In questi anni la Liguria ha fatto grandi passi avanti e intende continuare a farli. Stiamo lavorando insieme con i Comuni per raggiungere gli obiettivi prefissi dalla UE”.

Le linee di sviluppo per i prossimi anni saranno tre: come consumare meno e meglio, come produrre energia in modo pulito e come cambiare il quadro normativo. La stessa comunità europea sostiene l’importanza di raggiungere, entro il 2020, il 20% di risparmio energetico, il 20% in più di energie rinnovabili e 20% in meno di emissioni in atmosfera.

L’occasione di trasformare la Liguria in esempio nazionale non sfugge al presidente Claudio Burlando, ma l’obiettivo finale è ancora più ghiotto: costruire una filiera manufatturiera che generi lavoro e occupazione grazie alle tecnologie delle rinnovabili.

“Dobbiamo provare a mettere a sistema, lavorando anche sulla semplificazione burocratica, le imprese che fanno energia e quelle che fanno tecnologia per l’energia.

In Liguria ne abbiamo diverse: penso ad Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, ASG, Ferrania, e le altre che magari sono meno conosciute ma che già lavorano sui generatori eolici di nuova concezione. In Liguria il sole c’è, il vento non manca, le intelligenze neppure: possiamo davvero provare a fare qualcosa”.
(Fonte: regione Liguria)

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