professione architetto
 Questo spazio è dedicato alle pubblicazioni di architettura selezionate da professioneArchitetto.

  torna all'home page

.l'articolo

 

 

INDICE

1.

Introduzione

2.

Concorrenza religiosa

3.

Assalto alle culture tradizionali

4.

Semplificazione geometrica contro connettività

5.

Architettura per il nuovo millennio

6.

Astrazione e perdita delle piccole scale

7.

Il fondamentalismo geometrico di Le Corbusier

8.

Architettura classica

9.

Fondamentalismo come forza determinante nell'architettura del ventesimo secolo

10.

Modularità ed omogeneizzazione

11.

Fondamentalismo geometrico contro la monumentalità

12.

Il ruolo delle astrazioni nella costruzione e distruzione degli edifici

13.

Radici politiche delle astrazioni disumanizzanti nell'architettura

14.

L'esigenza dell'astrazione per distruggere classi della società

15.

Conclusione


Invia questo articolo ad un amico

Versione per la stampa (formato PDF 88 Kb)

 

 

 

IL FONDAMENTALISMO GEOMETRICO

di Michael W. Mehaffy e Nikos A. Salingaros

La caratteristica che distingue il fondamentalismo è quella di definire un modo di pensare che finisce con il perdonare la distruzione di quelle che essi percepiscono come "impurità". Esso esprime intolleranza verso le idee competenti, e canalizza l'energia dei sui discepoli contro di loro. Tutto ciò è antitetico ai principi di una società pluralistica, aperta e democratica -- o comunque, di qualsiasi sistema aperto, in divenire ed autocorrettivo, compresa l'istituzione della scienza in sé. Il fondamentalismo nell'architettura non è differente dal fondamentalismo religioso. Si può spiegare l'attrazione nei confronti di un credo fondamentalista con la necessità di stabilire un'identità di fronte alle complessità della cultura umana. Coloro che hanno difficoltà nell'affrontare le complessità urbane -- come, per esempio, Le Corbusier -- preferirebbero sradicarle. Il suo orrore e la sua isterica avversione alla fretta ed al trambusto di vita vivace delle vie cittadine sono bene documentate.

Interpretiamo questa avversione verso la complessità come la manifestazione di una fondamentale insicurezza. Essa rappresenta una profonda mancanza di sicurezza verso se stessi, che di solito ancorerebbe la psiche della persona alla società umana. Senza tale fiducia verso se stessi, ci si ritiene persi a meno che non si riesce a trovare qualcosa in cui credere. Le persone insicure hanno bisogno di qualcosa di stabile per affrontare le incertezze della propria identità. Un ideale semplicistico -- specialmente se è di natura utopica -- offre un'alternativa prontamente riconosciuta alla complessità della vita reale. Si identifica una condizione reale (ma il più delle volte fittizia) e si dedica la propria vita alla ricerca costante della purezza. Tuttavia, come è stato indicato da tutte le diverse religioni, l'equilibrio e la saggezza delle persone si realizzano in un mondo complesso che cambia costantemente.

Il pericolo di adottare una prospettiva del mondo eccessivamente semplicistica è che, quando ad essa viene unita l'intolleranza, tutto ciò finisce per giustificare la distruzione. Un ritorno verso la spiritualità, e un confronto spietato con gli ideali di una impossibile purezza impedisce un pluralismo e uno sviluppo di nuove complessità.

Il fondamentalismo geometrico è cominciato con un appello per distruggere le strutture poste alle scale più piccole: l'ornamento è stato identificato come attività criminale ed è stato bandito dall'architettura durante i primi anni del ventesimo secolo. È passato un po' di tempo prima che questa interdizione sia attechita, ma essa fu imposta quasi universalmente dopo la seconda guerra mondiale. Come spiegato dall'artista/architetto austriaco Friedrich Hundertwasser: "L'austriaco Adolf Loos introdusse questa atrocità nel mondo. Nel 1908, con il suo manifesto intitolato 'ornamento e crimine'. Senza dubbio le sue intenzione erano buone. Anche Adolf Hitler aveva delle intenzione buone. Ma Adolf Loos fu incapace di pensare ad un futuro proiettato nel successivo cinquantennio. Il mondo non sarà mai capace di sbarazzarsi della malvagità che ha invocato".

Infatti, questa guerra contro l'ornamento e la decorazione nasconde una lacuna ideologica nel modernismo: la mancanza di una base culturale. Questo non dovrebbe sorprendere, poiché il modernismo ha cercato deliberatamente di distruggere tutti i legami (e le reminiscenze) delle architetture storiche. Più di qualsiasi altro gruppo di architetti, quelli addestrati alla scuola modernista non hanno rispettato la conservazione dei capolavori architettonici del passato. Tutto ciò che non era allineato al credo fondamentalista -- quindi soprattutto costruzioni non-moderniste -- non aveva alcun valore. Gli edifici più vecchi continueranno ad essere un pericolo per le vuote asserzioni moderniste, finché le persone normali continueranno a percepire le emozioni che essi trasmettono. Così come avviene per gli altri movimenti integralisti e fanatici, risulta essenziale cancellare tutti gli esempi che contraddicono il dogma ufficiale.

L'architetto tedesco Walter Gropius ha regalato un esempio di assassinio architettonico sostenendo la demolizione della Pennsylvania Station, costruita da McKim, da Mead e da White nel 1911. È risaputo che egli abbia definito: "un monumento ad un periodo particolarmente insignificante nella storia architettonica americana ... 'una civilizzazione superficiale' ... un caso di pseudotradizione". Lo storico britannico di architettura David Watkin, d'altra parte la considera: "uno dei maggiori luoghi del ventesimo secolo realizzato a New York. La Pennsylvania Station probabilmente non è mai stata uguagliata esprimendo un trionfo ingegneristico e organizzativo in cui il linguaggio classico è stato usato per nobilitare una attività umana. La demolizione vergognosa avvenuta tra il 1963 ed il 1965 ha contrassegnato il punto più basso nella vita architettonica americana."

L'architettura modernista è stata accompagnata da una grande quantità di testi (ingannevolmente chiamati "teoria architettonica") che hanno sostenuto e giustificato il dogma modernista. L'assoluto peso di tutti quegli argomenti sulla modularità, sulla funzionalità, sull'efficenza, la tecnologia, "sullo spirito dell'età", "sull'estetica della macchina", ecc., dice cose che rivelano in modo palese l'insicurezza di base. Una cultura del costruire che rispetta i valori umani non ha la necessità di trovare giustificazioni -- essa è automaticamente e intuitivamente percepita come rispettosa e al servizio dei bisogni umani. Non ha bisogno di contorcere gli argomenti o fare propaganda per dimostrare il suo valore. Il problema è che, ogni volta che il modernismo è stato valutato per i motivi intuitivi, è stato inevitabilmente rifiutato dalla maggioranza della gente: è da ciò scaturisce l'esigenza di teorizzare postulati e le forme di indottrinamento.

Chi opera attraverso giochi astratti deve ricordarsi costantemente delle regole, le quali, diversamente dalle regole generative, sono in realtà solo delle regole per l'eliminazione della struttura. Agli allievi in architettura viene insegnato ciò che essi non devono fare: un disegno non deve mai assomigliare a qualche cosa di tradizionale, o pre-modernista. Gli studenti sono tenuti nell'ignoranza circa le tecniche usate per generare la coerenza strutturale. L'apprendimento è basato sul guardare le costruzioni moderniste, per poi provare a riprodurne la stessa alienante matrice. Questo modo di imparare interiorizza una modalità estetica senza peraltro capirne la relativa base, addestrando gli architetti solo a memorizzare degli esempi, piuttosto che a fornirgli una spiegazione intellettuale. Questa è solo una tecnica standard di condizionamento psicologico; al fine di convincere la gente a fare qualche cosa senza avere una discussione, spesso contro i loro stessi istinti naturali. È il metodo di indottrinamento usato dalle sette fondamentaliste.

CONTINUA...