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INDICE

1.

Introduzione

2.

Concorrenza religiosa

3.

Assalto alle culture tradizionali

4.

Semplificazione geometrica contro connettività

5.

Architettura per il nuovo millennio

6.

Astrazione e perdita delle piccole scale

7.

Il fondamentalismo geometrico di Le Corbusier

8.

Architettura classica

9.

Fondamentalismo come forza determinante nell'architettura del ventesimo secolo

10.

Modularità ed omogeneizzazione

11.

Fondamentalismo geometrico contro la monumentalità

12.

Il ruolo delle astrazioni nella costruzione e distruzione degli edifici

13.

Radici politiche delle astrazioni disumanizzanti nell'architettura

14.

L'esigenza dell'astrazione per distruggere classi della società

15.

Conclusione


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IL FONDAMENTALISMO GEOMETRICO

di Michael W. Mehaffy e Nikos A. Salingaros

I nostri colleghi avevano chiesto: " il fondamentalismo geometrico comprende il lavoro degli architetti Etienne-Louis Boullée, Karl Friedrich Schinkel e gli antichi Egizi?" Boullée ha avuto visionari schemi per le sue megalomani costruzioni generate attraverso figure geometriche elementari che sembrano qualificarlo come un precursore del fondamentalismo di Le Corbusier. Ma poichè i disegni di Boullée sono rimasti tali, ovvero non si sono realizzate tali strutture, la domanda rimane puramente accademica. Schinkel, d'altra parte, ha costruito un certo numero di grandi edifici -- ben connessi a tutte le scale, e prestando attenzione all'utente. Certamente essi sono imponenti, tuttavia egualmente si compongono di elementi connettivi. Esse soddisfano il criterio di verifica per le grandi opere architettoniche operando una connessione tra le esigenze dell'individuo ed una sequenza di coerenze espresse attraverso sequenze incementali da una scala generale molto grande e coerente.

Gli antichi Egizi hanno creato una tipologia che intenzionalmente è disconnessa: la piramide. Si trattava di una tomba Reale dopo tutto, e non era necessario che fosse connessa, neanche fatta per entrare; al contrario, dà un messaggio chiaro per i mortali di stare lontano. Gli antichi Egizi furono maestri nell'ereggere architetture monumentali, e benchè molte di esse fossero funerarie, esse furono tutte opere capaci di esprimere una meravigliosa connettività (con l'eccezione dell'esterno delle piramidi). I confusi pensieri dei modernisti rivelano tutta la loro inadeguatezza ed incapacità nella assenza di comprensione tra la monumentalità e il fondamentalismo geometrico. Questo è veramente scioccante, se scaturisce da architetti che hanno studiato l'architettura monumentale greca e quella civile romana da una parte, e le antiche installazioni difensive d'altra. C'è da imparare le differenze cruciali.

Altri stili sono passati dalla monumentalità al fondamentalismo, rendendo gli edifici e le dimensioni urbane troppo grandi; rimuovendo dalla struttura gli elementi a scala umana con i quali gli individui possono relazionarsi; o semplicemente rendendola impossibile affinchè i pedoni godano di un ambiente urbano. I fascisti hanno distorto e messo a nudo le architetture egiziane, greche e romane antiche per creare uno stile pomposo che è fondamentalista e monumentale. Per imparzialità, tuttavia, dobbiamo osservare i pessimi esempi dei nostri tempi: megatorri rettangolari; vaste quanto inutilizzabili piazze (presuntamente "pedonali"); enormi lotti di parcheggi senza alberi; ecc., che rappresentano gli esempi più tossici.

Il problema che affrontiamo è un assalto alle proprietà matematiche della vita, il che conduce all'eliminazione della struttura vivente. La gente confonde i principi organizzativi creati su grandi e simmetriche scale e le forme ideali imposte [3, 4]. I principi organizzativi collegano i processi e gli elementi che accadono su una scala ridotta, in un processo che in sé genera l'ordinamento anche sulla scala più grande. Al contrario, le forme ideali imposte ignorano ciò che accade sulle scale più piccole e arbitrariamente opera una forzatura che ingabbia l'insieme, distruggendo conseguentemente ciò che stava accadendo originariamente là (o potrebbe avvenire). L'organizzazione connette e coordina i processi; mentre l'imposizione suddetta può eliminarli [3, 4]. Ciò è precisamente la differenza fra una grande realizzazione architettonica o urbana ed il fondamentalismo geometrico.

Gli architetti Postmodernisti fanaticamente evitano l'organizzazione (connettività sulla grande scala). Ciò è, d'altra parte, l'altra faccia della stessa medaglia: se non si può imporre una forma semplicistica alla struttura, allora si può distruggere la relativa coerenza generale attraverso la disconnessione, per mezzo di componenti indipendenti. È ancora il fondamentalismo geometrico a dettare regole per evitare qualunque rievocazione di strutture viventi. Questa modalità pervade la professione, e sminuisce gli sforzi verso una nuova architettura vernacolare o tradizionale per il nostro tempo. Le relative origini sono riconducibili alla testardaggine con la quale Le Corbusier ha allineato gli elementi strutturali in molte delle sue costruzioni, impediendo, in tal modo, la creazione di corrispondenze armoniose delle articolazioni. Ancora una volta, egli ha mostrato il modo per evitare la vita introducendo l'irregolarità nel disegno.

Spesso, la maggior parte delle singole e più semplici forme di organizzazione naturale sono generate da una forma di simmetria generale. In particolare a scala urbana, la linearizzazione deriva da una organizzazione dinamica. Quando i processi connettivi sulla piccola scala sono capiti e rispettati, essi possono essere gestiti (comunque non necessariamente in una linea retta) per rinforzare i processi che accadono alla grande scala. Le astrazioni geometriche sono un requisito preliminare necessario per tutto il processo progettuale, tuttavia l'adattamento richiede che gli ideali astratti vengono subordinati ai bisogni umani e servano e soddisfino i vincoli strutturali. Se un'astrazione è così potentemente incastonata nelle nostre menti da imporci una direzione, allora essa si trasforma in fondamentalismo. L'astrazione degli ideali dalla loro realtà dovrebbe non trasformarsi mai in atto dogmatico o arbitrario.

CONTINUA...