Arch&Cons : [post n° 361803]

Avviare uno studio in un settore in cui non c'è lavoro ... per sentito dire

Tutti i professionisti che vantano competenze simili alle mie dicono che nel nostro settore di specializzazione non c'è lavoro ma alla domanda "lei ha provato a lavorarci?" la risposta, nel 99% dei casi, è "io? Ma non ci ho neanche provato!". È un settore multidisciplinare quindi mi chiedo con mai per gli architetti non ci sia assolutamente lavoro, mentre per tutti gli altri professionisti che fanno riferimento allo stesso campo, il lavoro ci sia (crisi permettendo) e soprattutto, nessuno abbia chiuso lo studio cambiando lavoro. Secondo voi è un suicidio avviare uno studio in un settore in cui "si dice" non ci sia assolutamente lavoro? Fino ad ora ho incontrato 1 persona sola che ci ha provato (e crisi permettendo, ci è riuscita) su almeno 50-60 che hanno aperto bocca senza essersi mai messe in gioco. È difficilissimo anche capire quanto lavoro ci sia effettivamente perché tutti hanno competenze ma nessuno, a conti fatti, ci lavora!!!
pepina :
a che settore ti riferisci di preciso?
biba :
io non ho capito di che lavoro stai parlando...
Arch&Cons :
Mi riferisco a tutti quei settori trasversali (design di arredi su misura, restauro, progettazione e conservazione del verde) che ormai sono usciti dall'immaginario delle competenze dell'architetto.
Edoardo :
Per quei settori l'architetto può essere richiesto, oggi, solo da clientele d'élite private o da importanti opere pubbliche.
Ho amici ing. che restaurano palazzi in centro storico di comune terremotato.
Gli arredi su misura vai da un falegname... (ma ho amico falegname con falegnameria che si lamenta e odia gli arch, con cui ebbe a che fare per lavori d'élite a MO negli anni del bengodi).
Il verde lo progetta il giardiniere... ...che magari è un ciappinaro (ciapinér) che campa con lavoretti ulteriormente trasversali a quello.
L'architetto va a braccetto coi soldi, se non ci sono più e gli immobili si svalutano, nemmeno possiamo sapere se sia uscito o meno dall'immaginario collettivo.
Sì insomma, forse c'è da provare ad entrare nelle grazie di qualche ricco (circoli golf, vela...) oppure entrare in quel contenitore di letame che è diventata la politica.
ponteggiroma :
Da che mondo è mondo gli architetti hanno lavorato grazie al binomio competenza+conoscenze, non so se Michelangelo o Bernini avrebbero potuto fare quello che hanno fatto senza una delle due. Il problema è che nell'ultimo ventennio il primo termine del binomio si era andato affievolendo in favore del secondo (avrei una mia teoria anche sulle motivazioni, ma ve la risparmio in questa sede). Ovviamente durante la crisi si sta via via rivalutando (lentamente) il valore del primo termine, almeno per i privati. Magari se i nostri cari politici e pubbliche amministrazioni ci dessero una mano, anche nel loro settore, a scardinare un sistema di continuo conflitto d'interesse, rivalutando i concorsi ed il merito, forse si potrebbe sperare in una vera ripresa del nostro settore.
Kia :
ma per gli arredi su misura si va dall'architetto?!! no, scusa vabbeh che siamo di parte....ma guardiamo in faccia la realtà: la gente che ha proprio bisogno del "su misura" va dal falegname direttamente.
biba :
Nello studio in cui lavoravo prima l'architetta (con molti contatti tra le famiglie benestanti della zona), quando faceva le ristrutturazioni o le costruzioni dei mega villoni, disegnava eccome gli arredi: tavoli, caminetti, librerie e pure il giardino... Certo che la ristrutturazione tipo che riusciamo ad accaparrare noi, comuni mortali che non frequentiamo i circoli di vela, non prevede questo tipo di prestazione :-(
Per rispondere ad Arch&Cons: non vedo perché non dovresti aprire uno studio che punti ANCHE al design &co! Certo non scriverei sulla porta "astenersi CILA, APE e DOCFA" perché avrei paura di morire di fame.
Edoardo :
Ponteggi, di chi lavorasse con i famosi artisti del passato a noi non è noto... ...e forse neppure lo era al Vasari stesso. Io penso che senza il genio non avremmo avuto nè il Campidoglio nè il colonnato di S. Pietro e questi nomi noi non li conosceremmo neppure. Fermo restando valido ciò che affermi e che di geni (che possono manifestarsi) ce n'è 1 su un milione.
e.arch :
io credo che si stia perdendo la qualità del lavoro da artigiano a favore del 'pezzo di design' firmato. poi di designer di successo ce ne sono davvero tanti, ma lavorano tutti per grandi aziende, cassina, cappellini e tanti altri.. ma anche l'idea dell'arredo su misura secondo me oggi è poco convincente nel mondo della mobilità. per il su misura sbocchi certi potrebbero restare pochi, le barche, le case piccole, case vacanza, forse gli hotel..
il mercato è talmente ricco di stupendi pezzi di design che spesso il cliente ti chiede di progettargli lo spazio intorno a quel tavolo, quel divano, quel mobile, piuttosto che il mobile per quello spazio..
forse un bel lavoro al passo con i tempi potrebbe essere quello del personal shopper!!??
Kia :
@biba Io parlavo di clienti nella media ...e anche sotto la media. Perchè proprio al massimo quelli si potrebbero rivolgere a me. Qui in studio gli arredi fissi tipo cabine armadio e megalibrerie le facciamo ancora ma il capo mi dice che una volta c'era molto più da fare e le cose veramente belle le ha fatte 20 anni fa.
ponteggiroma :
lo vedete? Ritorna sempre il discorso del "ventennio" c.v.d.
e.arch :
@ponteggi avevo un libricino troppo divertente che parlava di tutti gli 'ammanicamenti' di cui era capace il bernini per farsi affidare i lavori dai papi. un genio anche in questo!! :)
Edoardo :
Mbè? ...meglio dai papi che da papy no?
e.arch :
mbe dal 600 a oggi nn è cambiato poi molto. il bernini ce l'aveva eccome il papy con 'lo studio avviato' e già molto ben inserito nel giro di papi e cardinali.
quindi ad arch&cons risponderei che sì, secondo me potrebbe essere un suicidio o cmq una sopravvivenza, se nn hai gli appoggi giusti e sono attività oggi gestite da artigiani specializzati. poi dipende sempre da che livello vuoi raggiungere. dalle mie parti si dice che se vuoi vincere devi giocare con la juventus.
oggi come oggi potrebbe essere forse più realistico specializzarsi nel design, visto che già ti occupi di disegnare mobili e farsi un nome attraverso le aziende leader e poi magari valutare di mettersi in proprio.
Edoardo :
Intendevo un altro papy... il "papy" nazional-televisivo ora in declino....
ponteggiroma :
perché credi che i papi ai tempi non facessero i papy? o facevano... o facevano!
sclerata :
mah..premesso che chi si è "messo in gioco" aprendo studi...o aveva lo studio "di famiglia", o aveva le spalle ampiamente coperte (vedi "la crana" o conoscenze in contesti molto danarosi) per il resto i comuni mortali vivono di DIA SCIA CIA APE e DOCFA ...ma quelle le fanno anche i geometri, per cui è tutto dire.
Arch&Cons :
Io mi chiedo che differenza economica ci sia tra lavorare 6 mesi per uno studio altrui e non guadagnare un euro e lavorare 6 mesi per il proprio studio senza avere incarichi. Io per tirare su qualche soldo faccio anche altri lavori, quindi sinceramente preferisco investirli tutti (chiedendo aiuto anche ai miei perché da sola non ce la faccio) in un mio studio piuttosto che spenderli per andare a lavorare gratis per qualcuno che prometterà in continuazione di pagarmi ma che poi non lo farà e che avrà ottenuto il suo obbiettivo: ingrassare il suo portafogli sfruttando il mio lavoro e i miei soldi. Quando inizi ad avere i soldi in tasca inizi a fare i tuoi conti su come è meglio investirli e di sicuro non vai a buttarli nella pattumiera, cioè spenderli per andare a lavorare per l'ennesimo studio di architettura che ti lascerà di nuovo in mutande. Piuttosto che fare l'ennesima beneficenza ad un architetto che piange miseria e poi va a fare la settimana bianca a Cortina, li metto sotto al materasso o in banca e me ne sto a casa a fare il neet 30enne mantenuto da mamma e papà, i quali sono d'accordo, in quanto gli costo meno rispetto all'andare a "lavorare" gratis.
Arch&Cons :
I calcoli le nuove generazioni li fanno zero contro zero: zero entrate dalla professione di collaboratore negli studi di architettura, solo uscite di soldi appartenenti alla famiglia, qualche entrata da altri lavori sporadici trovati molto a fatica... come mi conviene investire quel poco che guadagno ed i soldi della mia famiglia? Li regalo al primo architetto che incontro lavorando a gratis in cambio di niente (neppure dell'esperienza) oppure cerco di farli fruttarli in qualcosa di mio anche se so che potrei miseramente fallire?
e.arch :
che tristezza, vedo che le cose sono peggiorate, ai miei tempi da neo laureati si girava per gli studi a fare gli schiavi x 1000 lire l'ora, ma il lavoro c'era, si era pagati e si faceva esperienza. certo nn eravamo indipendenti e stavamo cmq a casa dei genitori. personalmente ho abbandonato il giro degli studi di architettura dopo i primi 3 anni di nottate perchè avevo fretta di guadagnare e mi sembrava tutto inutile. seppure riluttante mi sono buttata nelle imprese di costruzione abbandonando l'architettura a favore di una base economica più solida. quelli che hanno insistito oggi magari fanno i progettisti in quegli studi o si sono messi in proprio, ma hanno dovuto aspettare almeno 10 anni di esperienza. io in quei 10 anni nn ho mai usato il timbro, ma sono andata a vivere da sola. da qualche anno quelle stesse imprese mi passano clienti privati per fare ristrutturazioni o altre cose e ora qualsiasi pratica serva mi chiamano, certo nn progetto i grattacieli, ma mi sono guadagnata una fiducia che poi col passaparola i lavoretti arrivano. questo per dirti che la strada è lunga, che nn esiste solo l'architettura e che anche se nn ti sembra qualsiasi cosa fai è tutta esperienza che un giorno ti rivenderai.
e.arch :
scusa, ma ke dico mille, 10mila, vabbè ke parliamo degli anni 90, ma non era proprio l'anteguerra!!! ;P
Ily :
IO STO PROVANDO A ENTRARE NEL RESTAURO E NELLA RICERCA HO 34 ANNI E SE NON ORA QUANDO?!?
Dite che ho coraggio? Si molto!!! Ma è il mio sogno, la mia passione, la mia battaglia (tutelare l'architettura storica e gli intonaci decorati in particolare) e la mia vita.
Però mi sto anche muovendo per cercare lavori che mi diano da mangiare, tipo le verifiche di conformità urbanistica e catastale.
Però non vorrei rinunciare ad altre attività collaterali come ad esempio lo scrivere in riviste di architettura (cosa che pratico già da un anno con notevole soddisfazione).
Beh... però dei clienti che ti chiedono aiuto anche per cose "non di firma" ne ho: non sono arredi "su misura", ma un cliente mi ha chiamato proprio per scegliergli i mobili!!! E penso di avere fatto un progettino niente male.
E vi dirò di più: io sono in proprio da tre mesi e mezzo e quindi è sicuramente troppo poco per fare bilanci, ma ho visto che se durante il colloquio preliminare "vendi" poco fumo e molto arrosto, sei molto chiaro sui termini della consulenza, e ovviamente sai fare il tuo mestiere (e i clienti lo capiscono subito), i clienti pagano senza fiatare, perché si rendono conto che tu davvero li sollevi da un problema. Capiscono il tuo lavoro e ti danno fiducia. Certo non ti devi porre come il Divino (profonda inspirazione) Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaarchitetto alla "vendo casa disperatamente" che tralascia cosucce come le esigenze e i gusti dei committenti.
Ily :
Io non desidero fare architettura, nel senso di costruire nuovi edifici: c'è già fin troppo cemento. Poi certo se capita non dico di no. Ma per me architettura è tutto: io sono (anche) un tecnico e ho il dovere - sopratutto deontologico - di aiutare chi me lo chiede. Non sono meno architetto perché oltre a progettare verifico la conformità di un appartamento o fornisco consigli su come consolidare un tetto, asciugare una muratura o risolvere una controversia legale con un'impresa edile, o ancora controllo i disegni strutturali di un ingegnere.
Il mio sogno sarebbero la ricerca e la divulgazione "scientifica" delle tecniche costruttive tradizionali, e in generale l'archeologia dell'architettura. E questa è una delle cose certamente che so fare meglio: ho scritto articoli non per specialisti sulle tecniche costruttive tradizionali, e sto scrivendo un libro basato sulla mia tesi di laurea, e se sono riuscita a "illuminare" colleghi che fanno i classici architetti su certi aspetti di solito trascurati, io sto già vincendo la mia battaglia.
Amo il mio mestiere? Da quando sono in proprio sì.
biba :
Grande Ily, ti sento carica! Ti auguro vagonate di lavoro!! (in senso buono)
ponteggiroma :
è un vulcano!
sclerata :
Ily, io ti ammiro, abbiamo la stessa età. Ti faccio una domanda...senza polemica alcuna, solo per sapere. Forse perchè io ho scelto di mettere al primo posto la mia vita sentimentale/famiglia. Tu con quello che fai ci campi? Sei economicamente indipendente, vive sola, hai figli, una famiglia?
Anche a me sarebbe piaciuto fare determinate cose, ma forse ne ho messe altre al primo posto e quindi mi ritrovo, per campare me (e mio marito) a lavorare come dipendente classica in un'impresa di costruzioni, senza questo lavoro non sarei sposata e non starei in procinto di allargare la famiglia.

E' un discorso triste, forse mi sono arresa, ma alla fine forse è una questione di priorità.
Ily :
No, purtroppo sono single. E per ora non ci campo. Ma dopo tre mesi e venti giorni è normale, direi.
Il problema è che a fare la dipendente a partita Iva in uno studio ci stavo rimettendo la salute. Adesso invece, tranne rari momenti di sconforto, sono molto combattiva, piena di voglia di lavorare, serena e ottimista. Insomma sono rifiorita.
Ily :
Ah, comunque non campi nemmeno facendo la collaboratrice di studio. Se devo vivere con poco preferisco essere il capo di me stessa. Almeno coi clienti ci parlo io, il nome che compare è il mio, le soddisfazioni e gli elogi per le mie idee li prendo io e non il capo.
Ily :
Sclerata, penso che forse se avessi avuto uno stipendio dignitoso, condizioni contrattuali dignitose, e un ambiente di lavoro adatto a me non avrei fatto questa scelta.
sclerata :
certo ily, ovviamente a fare i collaboratori in studio non ci campi. mio marito l'ha fatto per qualche mese poi si è chiaramente rotto le balle... adesso è "libero professionista" come te ma il lavoro langue. io dal canto mio, dopo un annetto di "ragazza di studio" ho avuto la possibilità di un contratto da dipendente e sono qua da quasi 7 anni, stipendio tutti i mesi, eventuali malattie, maternità ecc...perchè sono a tempo indeterminato (quello vecchio, non quello nuovo, finto) però occupandomi di "non tutto ma di tutto" le soddisfazioni sono molto poche perchè il lavoro è frenetico, discontinuo, assurdo e disorganizzato
fare pos, fare contratti, seguire tutti i subappalti pubblici (lavoriamo praticamente solo per il pubblico, praticamente solo per un certa rete ferroviaria ...) disegni vari ed eventuali, aggiornare il sito della ditta, far fare la formazione agli operai...insomma un ruolo preciso non ce l'ho e francamente sono un po' sclerata, appunto!
Però campo me e mio marito.
Edoardo :
In questi discorsi le componenti soggettive, private, familiari, e (the last but not the least) ECONOMICHE ...sono così preponderanti che non esiste un "meglio" o un "peggio", e non esistono eroi... fermo restando che è sempre bello sentire qualcuno felice e pieno di vitalità perchè questo è l'unico atteggiamento che può portare alla salvezza (a meno che uno non sia già salvato dalla famiglia). Tuttavia spesso non basta ma è giusto che ci sia... poichè taluni, invece, per demeriti o contingenze, nella stessa situazione verrebbero sopraffatti dalle avversità economiche.
sclerata :
Edoardo, il mio nick parla per me...
mi basterebbe poco per essere un po' meno "sclerata" da un punto di vista di "realizzazione personale" me ne andrei adesso da dove sono, ma...devo mangiare, e avere 1700 euro sicure per 14 mensilità mi serve, purtroppo. ci sono aspetti di quello che faccio che mi piacciono, altri che detesto, per ora è così, spero che in futuro cambi
Edoardo :
Viviamo appesi ad un futuro che pare non cambi in meglio... a meno che non agiamo con misure drastiche e radicali. E per queste scelte avere legami e spese fisse alte è un fardello enorme. Sempre di più mi accorgo che quelli che conosco della mia età o poco più anziani (35-45) con studio proprio è gente con mezzi economici e conoscenze/allacci insospettabili. Ed anche questi ora tirano a campare fatturando molto meno... ...figuriamoci gli altri. Dopo nove anni ho dovuto smettere per necessità aziendali di essere formalmente dipendente con 14 mensilità. Sinceramente mi chiedo come molti, magari in affitto, possano permettersi di fare i "collaboratori" con le miserie che si sentono in giro. Per questo non escludo l'abbandono del settore e un reset totale.
Arch&Cons :
Io ho anche il problema molto fastidioso che accetto lavori come precaria statale quando mi è possibile. Quindi mi ritrovo troppo spesso tra due fuochi: da un lato il contratto in regola e lo stipendio certo, dall'altro lo studio di architettura che pretende il full-time a gratis. Quindi se voglio avere due soldi in tasca, anche per un periodo molto breve (sia anche solo un mese), devo accettare l'incarico statale. Gli studi di architettura, oltre a non avere comprensione, per quanto tu abbia lavorato sempre bene, se cerchi di ridurre le ore, ti dicono di andartene. Ogni tanto mi viene il sospetto che cerchino di indurre nel cervello dei giovani la "non necessità dei soldi" per tenerli soggiogati. Altre volte invece mi chiedo come si possa arrivare a fare la guerra al salario da CCNL offrendo "come migliore offerta" il niente: ma forse quest'ultimo caso nasce solo da una profonda ignoranza.
e.arch :
sclerata, premesso che capisco il tuo mood, ma vedo anche che sei ancora giovane e hai un lingotto d'oro per le mani che potresti iniziare a modellare. Proponiti al tuo ddl, fagli notare che hai un timbro che né tu né lui state sfruttando. Se ti butti, le cose col tempo arrivano. Un ddl intelligente, se deve dare incarichi esterni, prima si rivolge all'interno e se serve ti sposta a fare altro. Un altro tuttofare da crescere si può sempre trovare, ma un professionista di fiducia interno, per le imprese è d'oro. Puoi iniziare a fare la direzione di cantiere, che nel pubblico il timbro serve, puoi firmare pratiche e progetti e potresti farlo anche per terzi. Puoi abilitarti come rspp e come cse e venderti anche quello. Hai esperienza di impresa e testa da professionista, guarda che è un patrimonio. Se ci saprai fare un giorno l'impresa diventerà un tuo cliente e se vorrai ne avrai altre e potrai affiancare la libera professione. Te lo dico per esperienza personale, sarai di sicuro più soddisfatta, però nn pensare che sarai meno sclerata :))
e.arch :
sclerata ti avevo dedicato un post, ma nn so che fine abbia fatto. hai un patrimonio x le mani, sei ancora giovane, hai esperienza di impresa, hai formazione e testa da professionista. per esperienza personale posso dirti che sono gli ingredienti giusti per crearti la libera professione. nè tu nè il tuo ddl vi state sfruttando bene. parla con lui, proponiti, renditi visibile, fai presente che adesso potresti iniziare a ricoprire incarichi professionali. col tempo puoi fare di quell'impresa un cliente e ne troverai altre, oltre ad affiancare i tuoi lavori, sfruttando tutte le conoscenze fatte proprio attraverso le imprese. io l'ho fatto e nn ho mai voluto essere assunta proprio per nn morire, però considera che poi ho perso quello che avrebbe dovuto essere mio marito, un architetto anche lui, ma non ancora realizzato, che si è sentito minacciato da me...quindi una battaglia l'ho persa, tu invece stai per allargare la famiglia e hai modo di crescere in entrambi i sensi!!
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