Campanellino : [post n° 284182]

docfa senza DIA

Il solito discorso: il cliente ti chiama perché anni fa ha fatto dei lavori senza alcun titolo abilitativo e adesso, dovendo vendere la casa, chiede che sia aggiornata la planimetria catastale. Il solito discorso della legittimità urbanistica che viene confusa con la congruenza catastale, che nervi. Vaglielo a spiegare che non è così, quando anche il notaio si basa unicamente sulla planimetria catastale. Tra l'altro la modifica è solo lo spostamento di un tramezzo per ingrandire un po' il bagno, quindi gli ho detto che l'aggiornamento catastale non è richiesto poiché la consistenza resta invariata...ma niente. Dice che poi magari quando esce il tecnico per il mutuo lo richiederà e vuole farlo lo stesso, che nervi!!!

Cmq al di là delle polemiche volevo capire una cosa: il tecnico che riceve una richiesta del genere cosa può fare per non essere fuori legge (a parte rifiutare l'incarico)? Io di solito nella relazione tecnica del docfa indico gli estremi della DIA con la quale sono state fatte le modifiche...in questo caso posso indicare qualcosa tipo: "modifiche eseguite senza alcun titolo abilitativo, la proprietà richiede comunque l'aggiornamento catastale anche se la consistenza rimane invariata"? Così facendo denuncerei al catasto la situazione reale (che sarebbe appunto il compito del tecnico) senza rendermi complice dell'abuso cercando di nasconderlo....voi che dite??
Kia :
Capito tutto: la solita storia insomma. Ma scusa, fagli una cia asseverata per sanare se è solo un tramezzo. Pagherà la sanzione di 258 euro perchè non ha dato comunicazione di inizio lavori nè presentato relazione tecnica asseverata, e fine. Io sto facendo un pacco di carte così per la stessa cosa del tipo gente che vuole vendere ma nel frattempo ha variato tramezze senza autorizzazioni magari 10 anni fa....
Nella cia per sanare il piccolo misfatto non ti chiedono quando è stato fatto l'abuso basta semplicemente che nella relazione scrivi che il tramezzo è stato spostato senza comunicare alcunchè ma che nonstante la modifica tutte le prescrizioni ig.sanitarie (rapporti aeroilluminanti, superfici vani ecc.ecc.) sono rispettate.
Riferimento normativo:
art.6 del DPR 380/2001 modificato dall'art.5 del DL 40/2010 coordinato con le modifiche introdotte dalla legge di conversione n.73/2010. Praticamente c'è tutta la questione della attività edilizia libera. Adesso infatti sono considerate libere e si possono fare con CIA asseverata alcune delle attività che prima si dovevano fare con la DIA.
Se vai al comma 7 di questo art.5 è trattato l'argomento sanzioni.
Poi, una volta sistemata la cosa a livello edilizio, fai il DOCFA.
Spiega al cliente che l'acquirente può fargli storie dopo la stipula dell'atto se ritiene di essere stato danneggiato dalla presenza di abusi.
Per carità, il tramezzo spostato è nulla rispetto ai casini che di solito combina la gente..come ben sappiamo alcuni comprano case proprio diverse da quanto autorizzato a livello edilizio, ma c'era la planimetria catastale.....Mah!il mio capo per rendere bene il concetto al cliente che non capisce gli dice così: "io domani potrei accatastare una villetta in piazza san marco e il catasto me la accetta". Per far capire che catasto e comune sono mondi a parte....ovviamente la frase ad effetto può essere adattata ad ogni città!!!! Ti assicuro che così iniziano a capire!!!!
kitto :
Io farei CIA e contestuale inizio lavori, 2 giorni dopo fine lavori: ci vuole più tempo per spostare un tramezzo? Dopo di che presenti variazione catastale.
Kia :
x Kitto:
e le foto dello stato di fatto?non so da voi ma il mio comune le chiede anche per spostare un tramezzo con Cia Asseverata (non la Cia "semplice" a sola firma del proprietario per manutenzione ordinaria).Quindi non posso fare come dici tu, se ho capito bene quello che dici, e far finta che i lavori vengano fatti ora. Tra l'altro qua da me chiedono anche il nominativo dell'impresa esecutrice (non il durc nè l''organico ma semplicemente il nominativo) in quanto per fare la cia asseverata il progettista deve dichiarare di non avere rapporto di dipendenza nè con impresa nè con committente. Per tutti questi motivi in un caso come quello descritto da Campanellino, il proprietario deve dichiarare per forza che i lavori sono stati già fatti (tra l'altro è vero) e chiedere la sanzione di 258 euro perchè ha agito senza comunicare.
kitto :
Esatto, in manutenzione straordinaria. Sono uno abbastanza scrupoloso, ma quando si può andare incontro al cliente... Quello di cui parli tu sarebbe una CIA in sanatoria che dalle mia parti non esiste, che io sappia. Ecco il motivo del mio consiglio.
Kia :
x Kitto:
scusami se insisto, ma come fa a non esistere se è contemplata da una legge nazionale? magari la chiamano con un altro nome ma è prevista al comma 7 dell'art.5 del DL 40/2010 che è quell'articolo che riscrive il vecchio art.6 del DPR 380/2001.
Il comma dice tra l'altro che se uno effettua la comunicazione in modo spontaneo quando l'intervento è già in corso, paga sanzione ridotta ad 1/3 rispetto a 258 di partenza.
Kia :
Se l'intervento invece è già concluso (in questo caso da un bel pezzo) si pagano i 258 euro della sanzione intera.
Secondo me vale la pena che Campanellino indaghi su questa possibilità prima di dichiarare cose false per andare in contro al cliente. Sinceramente io non lo farei per risparmiargli 258 euro....
kitto :
Figurati, se scriviamo qui sopra è per migliorarci.
Credo che mi hai frainteso e forse non sono stato chiarissimo...
La CIA certo che esiste e credo anche di essere stato uno dei primi ad applicarla (tra l'altro fa riferimento alla L. 73/2010, art. 5). Nel caso di Campanellino l'intervento è concluso. La sanziona è prevista in due casi:
1. mancanza di inizio lavori o
2. mancanza relazione tecnica,
quindi non vedo possibilità di fare CIA legittimamente poichè le legge non parla mai di lavori conclusi.
A questo punto vedo 2 possibilità:
1. CIA + inizio e fine lavori;
2. SCIA in sanatoria.
Kia :
si si, ho capito cosa intendi. Allora evidentemente ogni comune dà un'interpretazione al comma 7 diversa. Qua da me lasciano la possibiltà di sanare a intervento concluso. Praticamente applicando questo comma 7 si fa quello che si faceva prima con le sanatorie classiche (tipo permesso costruire in sanatoria o altro, tipo Dia in sanatoria come ho letto spesso qua nel forum, che nel mio comune però non esisteva).
Il mio comune interpreta che si possa rendere spontanaemente la comunicazione sia a lavori finiti sia durante variando solo l'entità della sanzione comminata.
Campanellino :
Ragazzi ho chiesto in comune e mi hanno detto che qui la procedura prevede la presentazione della richiesta di permesso di costruire in sanatoria... successivamente il proprietario riceverà la lettera con l'importo da pagare che però è di 516€. Come si faceva prima insomma. Vabbé mi pare di aver capito che ogni comune interpreta a modo suo...
Kia :
x campanellino:
si, ma veramente ogni comune fa un po' come gli pare!Incredibili!ti racconto questa cosa...dovevo sanare un abuso prima dell'allargamento dell'elenco degli interventi ammessi in cia, quindi faccio tutte le carte per il permesso di costruire in sanatoria (pacco di carte assurdo: il cliente era sconvolto). Ebbene, era da + di un anno che avevo protocollato, sollecitato nn so quante volte che si dessero una mossa ma niente di niente. Tutto fermo. Nel frattempo l'art 6 della 380/2001 era stato modificato così come si è detto nei post precedenti. Mi arriva letterina del comune in cui mi si diceva che non era + dovuto il permesso di costruire perchè l'attività rientrava tra quelle dell'art.6 e quindi pagavo 258 euro (quelli famosi del comma 7 di cui scrivevo prima) perchè l'intervento era stato fatto senza comunicare alcunchè, poi una sanzione di 516 euro per l'abuso in sè (era per una canna fumaria e quella era la sanzione minima per canne fumarie entro i 3,50 metri) e poi ancora soldi per non ricordo più cosa (diritti?boh, non ricordo).
Questo per chiarire meglio l'indirizzo del mio Comune che aveva interpretato le modifiche all'art.6 così come come scrivevo prima cioè i 258 euro ad intervento finito per mancanza di comunicazione su interventi che si potevano eseguire in cia. Ovviamente ho dovuto spiegare al cliente come mai avevo fatto il permesso di costruire invece di fare quell'altra pratica....come al solito par sempre che sia colpa del tecnico. Invece in questo caso la legge era cambiata e il comune la aveva recipita e applicata anche a pratiche con protocollo di molto precedente. Ogni comune è un mondo a parte...
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