Giulia : [post n° 364781]

Alternative al lavoro in studio

Ciao a tutti,
mi chiamo Giulia e tra pochi mesi conseguirò la laurea magistrale.
Sono però un po' in crisi rendendomi conto di non voler lavorare in uno studio di architettura. Questo è dovuto principalmente al fatto che durante i tirocini curricolari mi sono trovata in studi in cui i dipendenti erano costretti a lavorare fino a sera (anche fino alle 22) per rispettare le scadenze, che fossero laureati da poco o con già anni di esperienza alle spalle. E immagino sia così un po' in tutti gli studi, giusto? Ora, sarà la stanchezza dovuta ai cinque anni di università, ma a me non piace l'idea di un lavoro senza orari che mi porti via anche le poche ore di svago che si possono avere al termine di una giornata lavorativa.
Volevo quindi sapere da chi è nel mondo lavorativo quali sbocchi alternativi al lavoro in uno studio ci possono essere.
Sarei anche particolarmente interessata al design di interni o all'arredamento, ma temo che le condizioni lavorative siano circa le stesse.
Grazie!
desnip :
Le uniche alternative con un orario "impiegatizio" che ti lascia tempo libero, sono proprio i lavori da impiegato, quindi pubblico impiego.
In alternativa l'insegnamento ti lascia ancora più tempo libero.
biba :
Già, altra alternativa è sposare un uomo ricco! :-)
Però non è così vero che in tutti gli studi si sia obbligati a rimanere al lavoro fino alle 10 di sera, o a fare le notti. Io personalmente ho lavorato in uno studio per 5 anni e non è MAI successo. Credo che dipenda dal tipo di attività, magari se si fanno molti concorsi è quasi inevitabile, noi lavoravamo (molto) per imprese e privati e rispettavamo sempre le scadenze lavorando 9-19. Se vuoi rimanere nella progettazione comunque ti tocca uno studio tecnico. Se no considera che esistono specializzazioni che ti possono aprire altre strade, es. acustica, sicurezza, diagnosi energetica, oppure se hai la fortuna di averle nella tua città ci sono le riviste di architettura. Considera comunque che hai scelto una strada per la quale serve un certo spirito di sacrificio, non sto dicendo che sia giusto ma è così: l'architetto non è come il ragioniere in banca che alle cinque chiude bottega.
Edoardo :
Sono un pò castelli di carta... in quanto lo "spirito di sacrificio" è inversamente proporzionale ai soldi e gli aiuti che si hanno, di famiglia o ereditati. Facile sacrificarsi se si può vivere senza avere necessità di entrate fisse. Al "lavoro di vocazione" non ci crede ormai nessuno, ed il mio più grosso problema è averci creduto fino a 30 anni e passa ...senza potermelo permettere. La cosa assurda è che gli studi (pochi) che possono permettersi di assumere o dare premi consistenti ai meritevoli nn lo facciano per superbia culturale... ...senza accorgersi che accoppiarsi tra consanguinei (mantenuti) non può dare gli stessi frutti che ampliare il bacino meritocratico anche a coloro che non possono permettersi, con 500/600 euro al mese, di campare a Milano magari in affitto. Questo non è "sacrificio", ma presa per il cu_o.
biba :
Ma come mai Edoardo sei così sensibile all'argomento soldi di famiglia, amicizie elitarie ecc.? Penso che la maggior parte di noi non sia ricco a strafottere, altrimenti non verremmo qui a cercare pareri professionali (nonché a volte conforto psicologico) su una bacheca virtuale, perché avremmo il babbo ingegnere, lo zio architetto e il nonno avvocato pronti ad aiutarci. Ho parlato di spirito di sacrificio che non vuol dire farsi dare 600 euro al mese e dire che va bene ma, per l'appunto, significa semplicemente "spirito di sacrificio". Io appena uscita dell'università volevo solo lavorare, imparare, conoscere per colmare il vuoto di preparazione dell'università, e non ho mai neanche valutato in prima battuta il fatto di avere tempo libero. Pertanto ho detto: occhio che hai scelto un mestiere che richiede tempo e dedizione. Come penso molti altri "giovani" tecnici, io attualmente ho un lavoro principale che svolgo a tempo pieno e che mi dà da mangiare, poi i clienti che riesco ad avere per conto mio li gestisco di sera, in pausa pranzo e nei fine settimana. E' un sacrificio? sì. Ma mi rende felice? sì.
roberta :
Direi che l'alternativa al lavoro in studio è il lavoro in azienda, potresti magari proporti a ditte di arredo, contract, ecc...; oppure provare con showroom di arredo e finiture. Comunque non è facile, e non è detto che ti propongano un contratto vero (spesso si lavora con p.iva anche se si è di fatto dipendenti). Per il resto quoto Edoardo: tutto dipende da quanto puoi permetterti di lavorare "senza troppi pensieri".
Edoardo :
Parlo di S O L D I : se non ti pagano devi farti mantenere.. è matematica, quindi il lavoro in studi (12h giorno) è un'attività da mantenuti, e l'avviarsi come architetti (no APE ma progetti) è un lavoro élitario che implica tante cosucce, come S O L D I da investire e C L I E N T I. Io ho amici progettisti e so come e perchè si sono avviati e come e perchè hanno clienti (parlo di lottizzazioni, no di APE). Siamo adulti biba, non prendiamoci in giro. In una bacheca sono tutti eroi e fenomeni, mangiano tutti pane e cicoria e sono tutti virtuosi... io invece scrivo che lavoro innanzitutto per portare a casa soldi, non posso permettermi di lavorare veramente in proprio, e se non riesco devo fare altro. Buona fortuna.
desnip :
"Ma come mai Edoardo sei così sensibile all'argomento soldi di famiglia, amicizie elitarie ecc.?": biba, non c'è che dire, ancora una volta hai espresso quello che è anche il mio pensiero.

@roberta: guarda che nel settore arredo è ancora peggio che negli studi. Almeno negli studi si finisce verso le 8 di sera, tranne qualche caso di straordinario per scadenze imminenti.
Nei negozi di arredo oltre a lavorare tutte le sere fino a quell'ora, si lavora anche il sabato e spesso anche la domenica, fino alle 10.
Edoardo :
E quale sarebbe il tuo "pensiero"? Comunque ho già risposto. ;-)
desnip :
Che pensi troppo a gente danarosa che cura le relazioni sociali sui campi da golf e similia...
Edo, non ci pensare e stai sereno... :-)
roberta :
Mah io Edoardo lo capisco benissimo...sarà perchè vivo da sola e mi pago affitto bollette e macchina senza l'aiuto di nessuno: gli snob che lavorano "per sport", con casa, auto, vacanze e magari studio pagati da terzi (genitori-marito) proprio non mi vanno giù. Vengono a dirti quanto è bello fare l'architetto, quanto sono bravi loro a fare "libera professione", ma in soldoni sono solo mantenuti da altri. Il che, se uno ha le possibilità, non è mica una colpa... Solo è un aspetto da far presente alla ragazza che ha aperto il post.

X Desnip: forse il settore arredo (inteso come negozi) è come dici tu, si lavora anche il sabato e domenica; io lavoro in un'azienda di contract falegnameria e faccio orario normale, a volte rimango più a lungo (21) se ci sono scadenze imminenti per grossi lavori. Comunque tutte ore di straordinario che mi vengono riconosciute, più o meno regolarmente...
roberta :
Ah, aggiungo che non è che mi sia mancato spirito di sacrificio...Ho iniziato lavorando in uno studio, facendo anche notti, sabati e domeniche, trasferte all'estero a seguire cantieri di negozi. Solo che ad un certo punto ho visto che così non campavo
Giulia :
Grazie a tutti per le risposte!
Esatto roberta, quando dicevo che sono interessata al campo dell'arredo pensavo proprio alla tua tipologia di lavoro.
Certo che un architetto deve avere spirito di sacrificio, ma la cosa che appunto mi scoraggia è l'idea di finire in uno studio che oltre a non lasciarmi un minimo di tempo libero non mi permetta nemmeno di avere uno stipendio che possa essere definito tale...non lo troverei gratificante credo. Ma si sa che soprattutto i neolaureati finiscono così in genere, per questo stavo pensando a qualcosa di differente.
Poi sapere che alcuni di voi, come biba, hanno avute esperienze più positive già mi incoraggia!
Edoardo :
Un amico ha aperto una gelateria sua (grazie ad aiutino del babbo) e lo stimo moltissimo perchè si fa un gran mazzo, dimostrando grande spirito di sacrificio. Si è fatto i suoi corsi e si è messo in gioco, lavora sempre. Tuttavia la sua passione, tradotta in qualità, è ripagata... perchè è un settore dove se fai bene vendi... ...e c'è un'economia che ti consente di avviarti (la gente seppur con la Grande Depressione Storica il gelatino lo compra, l'appartamentino no). Quindi questi valori enunciati sarebbero necessari (come ora) E SUFFICIENTI per noi in un contesto economico diverso (domanda offerta) e un contesto meritocratico e meno nepotistico/clientelare. Sarebbe bello bastasse lo spirito, il talento e l'applicazione nell'aggiornarsi... ma purtroppo non è così.
biba :
Boh raga, premesso che non ho capito quand’è che dire spirito di sacrificio ha iniziato a significare essere snob, mantenuti, eroi e fenomeni, comunque io non sono mica qui per convincere nessuno eh. Dire che alla domenica sto in casa a fare delle cil (per quel poco che riesco a tirare su in autonomia) non mi sembra questo gran vanto, anzi gli amici mi danno pure della cogliona quindi figuratevi un po’ che goduria estrema. Mi ci manca solo di sentirmi pure dare della mantenuta da degli sconosciuti in una bacheca su internet che scrivono in G R A N D E come se fossi scema.
roberta :
Biba i miei interventi sono di carattere generale, ho cercato di illustrare quella che è la mia esperienza diretta e di conoscenti che lavorano nell'ambito: non vedo perchè la prendi tanto sul personale. Non mi sento eroica e non ho mai detto che chi fa l'architetto libero professionista non faccia sacrifici; dico (come mi sembra Edoardo), che non sempre in questa professione il sacrificio è retribuito come dovrebbe. Pertanto, nella scelta di cosa fare nel futuro, consiglio a Giulia di soppesare bene le aspirazioni con le possibilità economiche personali e di chi le sta accanto. Perchè difficilmente riuscirà ad essere autonoma al 100%, anche se non dico che magari, con l'aiuto dei propri genitori e di un compagno che lavora anch'esso, non possa comunque vivere normalmente. Se non vuoi sentire le opinioni di "sconosciuti", perchè frequenti questa bacheca? Se tu con il tuo lavoro di architetto ti paghi mutuo, auto, bollette, contibuti, assicurazione, regolari licenze software, ecc ecc... e cresci un figlio e vai in vacanza e pure metti via qualcosa... beh buon per te. Se no, non capisco di cosa stiamo parlando.
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