Superbonus: tutele per redditi bassi e salvi i lavori realizzati nel 2023

Le soluzioni del Governo in un decreto legge ad hoc varato in Consiglio dei ministri

di Mariagrazia Barletta

I condomìni che applicavano ancora l'aliquota maggiorata del superbonus continueranno a godere del maxi-beneficio per i lavori realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023. Gli interventi che proseguiranno nel 2024 sconteranno, invece, il naturale décalage che conduce l'aliquota verso il 70%. E poi, l'introduzione di tutele per i contribuenti con redditi più bassi. Niente proroga e nemmeno Sal straordinario, ma aiuti selettivi e misure per mettere in salvo i lavori effettuati nel corso del 2023.

Sono queste le soluzioni che il Governo ha elaborato per salvare i lavori già realizzati che, non riuscendo a rientrare nelle percentuali richieste per l'emissione del Sal, sconterebbero la riduzione dell'aliquota dal 90 e 110% al 70%. Soluzioni che dovrebbero anche far fronte al rischio di restituzione del credito per chi non riesce a terminare i lavori in corso. Un rischio che il decremento dello sconto, a partire dal 2024, rende concreto insieme alla possibile proliferazione di liti. Le misure individuate dal Governo trovano spazio in un decreto legge ad hoc varato ieri 28 dicembre dal Consiglio dei ministri. Testo alla mano, bisognerà capire se e quanto le soluzioni che fanno salvi i lavori realizzati nel 2023 saranno selettive in termini sia soggettivi che di tipologia di intervento. 

Dal comunicato pubblicato al termine del Consiglio si apprende che al fine di tutelare i cittadini con i redditi più bassi e di consentire la conclusione dei cantieri "Superbonus 110" che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15mila euro, in relazione alle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall'Agenzia delle Entrate, secondo criteri e modalità determinati con decreto del ministro dell'Economia, da adottarsi entro 60 giorni.

Per porre un freno al bonus al 75% per l'eliminazione delle barriere architettoniche che ha avuto un'applicazione molto ampia e «impropria», come la definisce il comunicato dell'Esecutivo, il suo perimetro applicativo viene ridisegnato e ridimensionato. In particolare, vengono circoscritti gli interventi sottoposti all'agevolazione e i casi per i quali continuano a essere previsti lo sconto in fattura e la cessione del credito. Inoltre, sarà necessaria un'apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti e sarà richiesta la tracciabilità dei pagamenti, da effettuare con il cosiddetto "bonifico parlante".

Stretta anche per la demoricostruzione in zone sismiche: a partire dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, si esclude la possibilità di cessione del credito d'imposta nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici relativi alle zone sismiche 1-2-3 compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana e per i quali non sia stato richiesto, prima della stessa data, il relativo titolo abilitativo.

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