Edilizia residenziale pubblica, modelli "innovativi" ma con fondi dal 2027

Sul fronte social housing la legge di Bilancio 2024 prevede un decreto ministeriale ad hoc, mettendo sul piatto 100 milioni per il biennio 2027-28

di Mariagrazia Barletta

Sperimentare modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica per contrastare il disagio abitativo, puntando al recupero dell'esistente e al partenariato pubblico-privato. È quanto ha in programma il ministero delle Infrastrutture che si impegna a pubblicare entro il 30 aprile 2023 delle linee guida ad hoc per perseguire tali obiettivi.

Più che un programma si tratta di buoni propositi, visto che i fondi per sostenere la sperimentazione sul fronte del social housing partono dal 2027. In tutto la legge di Bilancio 2024 mette sul piatto 100 milioni di euro da dividere equamente tra il 2027 e il 2028. Risorse che sono ben al di sotto degli 854 milioni destinati con la Manovra 2020 al Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare (Pinqua), poi confluito nel Pnrr con una dotazione di 2,82 miliardi di euro.

Al momento, il futuro programma per l'abitare è disegnato, a grandi linee, dalla legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio 2024. Ad entrare nel dettaglio sarà un Dm dei ministeri delle Infrastrutture, dell'Economia e per gli Affari regionali, che dovrà passare al vaglio della Conferenza unificata. Dm che dovrà vedere la luce - come si diceva - entro il 30 aprile 2024, almeno secondo la timeline stabilita dalla Manovra.

Più nel dettaglio, le linee guida dovranno individuare tre filoni di attività: riconversione di edifici pubblici per realizzare nuovi alloggi, utilizzo di unità immobiliari private rimaste invendute per incrementare l'offerta di edilizia residenziale pubblica e sociale, avvio di operazioni di partenariato pubblico-privato puntando sia al recupero che alla nuova edificazione. Per ciascuna delle tre linee di attività, il Dm dovrà, ovviamente, individuare le modalità di assegnazione, erogazione e revoca dei finanziamenti, nonché i criteri per la candidatura, da parte di enti territoriali, di progetti pilota.

Progetti pilota e ricerca di modelli innovativi sono alcuni dei punti di contatto con il Pinqua. Ciò che non si individua nelle linee istitutive dal nuovo programma è la volontà di perseguire finalità rigenerative dei territori, che erano, invece, già individuate nella Manovra 2020 che teneva a battesimo il Pinqua. Il programma innovativo voluto dall'allora ministra, Paola De Micheli, puntava sì a ridurre il disagio abitativo aumentando il patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ma vedeva l'incremento dell'offerta abitativa a basso prezzo come un'occasione per rigenerare il tessuto socio-economico dei centri urbani, migliorare l'accessibilità, la funzionalità e la sicurezza di spazi e luoghi degradati, nonché la coesione sociale e la qualità di vita dei cittadini.

Tra l'altro, la Manovra 2024 nulla prevede per la rigenerazione urbana dei centri e delle periferie. Sempre sul fronte dell'edilizia pubblica la nuova legge di Bilancio istituisce un Fondo per il finanziamento di un programma di mitigazione strutturale della vulnerabilità sismica con una dotazione di 45 milioni per il 2024 e 60 milioni di euro annui dal 2025 al 2028.

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