Isil : [post n° 246227]

Poveri architetti..........

Mi hanno passato questo link.....a voi la parola..
www.flickr.com/photos/miluzza/4268002021/
salvatore :
fotografia senza filtri di una scontata realtà...
Cri :
Beh, credo che sia davvero la cruda realtà...
Ma è molto bello dove dice "L’altro grande dono che ti da (l'architettura) è lo sguardo..."
Nonostante tutto, è un bel mestiere per chi, come noi, ci crede davvero!
E se dovessi fallire....mmm, ma si, me ne vado ad allevare cavalli ;)...
mary :
"Perché la disciplina dell’architettura prevede una flessibilità mentale, una capacità di adattamento alle situazioni, un senso di progetto, che servono a prescindere dal lavoro che stai facendo. […] L’altro grande dono che ti da è lo sguardo." com'è vero, e come il resto del mondo non lo capisce...
DR COSTA :
Che tristezza; ma è tutto vero.
E' dal 2008 che lavoro da solo, dopo due anni e mezzo a fare lo schiavetto sottopagato"dall'Ingegnere" ,ho aperto uno studio e nonostante qualche progetto (anche edifici) continuo a vedere i soliti mediocri prendere lavori su lavori.....
Ma non mediocri perchè sono io il migliore, mediocri perchè se ne sbattono di pensare al progetto che te gli hai commissionato e scopiazzano il precedente ( io dovevo lavorare in questo modo e dovevate vedere quanti lavori prendeva l'Ingegnere).
Ma le persone non si guardano intorno???
Ma internet lo sanno usare???
Non riescono a farsi un idea del progettista a cui stanno per affidare l'incarico???
Devono sempre andare dal geometrino di provincia e dall'ingegnere di turno che gli propongono il solito progetto scopiazzato da quello precedente???
Anche i giovani Architetti ( io ho 33 anni) sanno progettare,rispettare i costi preventivati, conoscono la normativa, sanno stare in cantiere, sanno come trattare con i piccoli boiardi di stato dei vari comuni e magari proporrebbero un progetto migliore della solita casetta con porticato.....
Io non mi arrendo anche se sono sempre sul baratro,non ho scelta; prendere o lasciare; negli studi non c'è futuro rimarrai sempre un sottopagato, all'estero non posso andare perchè ho una famiglia, se ti assumono (Miracolo) in una società ti pagano 1200 € come una segretaria...
L'unico modo è lavorare,darsi da fare,cercare clienti.....nella speranza che un giorno avrò abbastanza soldi da fare studiare mia figlia all'estero in un qualsiasi paese oltre le Alpi lontano da questa povera Italia, per dargli quella possibilità che la nostra generazione non ha avuto.
leli :
CARINA...per noi niente di nuovo...mi fa piacere che così si rende pubblico! Bravo allo scrittore..architetto-scrittore heheh.
Isil :
Infatti dovremmo dare + visibilità alla ns situazione.........
salvatore :
putroppo noi architetti siamo solo la punta di un iceberg che comprende tutti i liberi professioinisti con partita iva...nel frattempo c'è qualcuno che pensa di reintrodurre i minimi tariffari pensando di fare cosa buona... www.professionisti.it/index.php/frontend/articolo_news/8145/tariffe-…
Lebia :
E noi neolaureati cosa dobbiamo fare leggendo questo testo? Che sia vero oppure no, a noi state totalmente togliendo la speranza anche di iniziare. Perchè dobbiamo fare la gavetta se tanto è inutile e non abbiamo nessun futuro? Poi ci guardiamo intorno, ci informiamo per altri lavori e sapete qual'è la risposta: la stessa. Se poi ci saranno tanti giovani che si suicidano perchè il peso della vita è troppo alto non chiedetevi perchè...semplice, perchè per noi non c'è posto da nessuna parte e in nessun tipo di lavoro.
Scusate lo sfogo ma il problema è che dovremmo smettere di frequentare questo post altrimenti la scritta FUTURO per noi verrà cancellata.
DR COSTA :
Il FUTURO per chi ha la fortuna di non avere fatto ancora la sua scelta è all'estero.
Francia,Germania,Olanda qualsiasi paese.....non i PIGS che stanno peggio di noi.
Non vi fate fregare, in Italia lavori solo se hai un tuo familiare Ingegnere, Architetto, meglio ancora se
Imprenditore Edile, politico, con i soldi insomma con il POTERE e L'INFLUENZA per piazzare il figlio nel grande studio e farlo pagare a modo o passargli i lavori.
Chi non "conosce" nessuno, ed io lo sò per esperienza diretta è veramente dura....
Io vi ho avvertito.....VIA DALL'ITALIA!!!!
Cri :
E lo so, sembra semplice...ma chi è giovane e ha appena iniziato come me, non conosce nessuno, che parte da zero...ma non ha la possibilità di andare all'estero per svariati motivi...che deve fare?..Per me è lavorare per quello in cui credo...e poi.. non so...
Sarò ingenua, ma in fondo, spero sempre che nel nostro paese le cose cambino...e forse un poco, dipende anche da noi
linda :
Anch'io non amo le lamentazioni. E' un dato di fatto che qui non c'è trippa per gatti. Ma se si deve restare, si combatte e si fa. Poco idealismo però, tanto senso pratico, e sì, è vero, abilità nell'infilarsi nelle situazioni favorevoli, che molto spesso (...sempre?) non si concretizzano nello studio di architettura, ma in attività collaterali, diverse, più specifiche. Ecco, per fare l'architetto progettista vero e proprio, anch'io condivido quel che dice Dr Costa: si vada all'estero.
DR COSTA :
Ragazzi che dire: è un casino, il lavoro è poco e la figura dell'architetto nello stereotipo comune della provincia italiana è quella di uno che sceglie le tende ed il colore del divano non di chi progetta un edificio.
Una volta un signore che conoscrvo mi chiese: ma un architetto a cosa serve le case non le costruiscono i geometri e gli ingegneri???
Che tristezza, " questa è la provincia Bellezza " e finche le persone ci vedranno in questo modo i lavori andranno ai soliti gemetri e ingegneri....mi dispiace ma è la dura realtà dei fatti.
La mediocrità della provincia ed in generale della progettazione privata in italia è come una melma che ti blocca,non ti fà muovere, anche se hai una buona occasione professionale non ne riesci ad uscire a fare qualcosa di buono...rimani sempre bloccato da mille leggi leggine,normative e l'ignoranza della committenza.
Fare Archittettura Contemporanea in Italia è praticamente impossibile e finche le persone non vedranno una differenza tra il lavoro di un Architetto e quello di un geometra continueranno ad andare da quest'ultimi.
Quindi la soluzione al problema è abbastanza complessa.
leli :
DR COSTA....tristezza vera quello che riporti...ma che cavolo...non può essere tutta colpa della massa...questa cosa deve derivare da qualche parte...non ha senso...di chi è la colpa? Questi luoghi comuni hanno origine da qualche parte!! Da Dove? Ci sono stati per caso degli ex colleghi..che in passato...hanno abusato della posizione e hanno creato questi luoghi comuni? C'è stata una scuola e una formazione poco competente in quegli anni passati? Oppure è appunto solo una fetta di torta...la nostra dico...che fa parte di una torta tutta farcita di mafia? E che purtroppo chi ne è più consapevole e chi con la società più ne è coivolto ci rimette?
Lebia :
Leli...o forse siamo noi, inguaribili romantici che crediamo di poterci creare un futuro migliore? in una lezione del politecnico di Milano, il Prof. Guido Canella (pace all'anima sua) durante una sua lezione disse: "i figli degli architetti devono fare gli architetti, i figli degli operai gli operai"...colpita al cuore da questa affermazione e alquanto indignata (per non dire incavolata) mi guardai intorno: sembrava che nessuno avesse notato l'affermazione, nessuno sembrava turbato. Al che mi sono chiesta: ma questi sono tutti diversi da me? Sulle 150 persone che ci sono qua dentro, tutti accettano questa affermazione (ovviamente, essendo figlia di operai a me risultava alquanto offensiva, antiquata e discriminante)?
Non siamo in tanti a partire da zero, difatti quando parliamo dei nostri problemi lavorativi incontriamo l'incomprensione dei nostri cotanei neolaureati che ci ridono in faccia perchè tanto loro hanno, hanno e ancora hanno, guadagnando e avendo uno stipendio più che decente.
La domanda è: tutte le fortune capitano agli altri e noi siamo tremendamente sfigati o questi hanno fatto finta di essere come noi, ma sono andati a fare gli architetti perchè avevano il lavoro sicuro (qualche parente)?
Qualcuno sa rispondere alle mie domande? Scusate lo sfogo.
DR COSTA :
Hai ragione noi siamo in tanti a partire da zero e tanti saranno quelli che non riusciranno a fare l'Architetto.
Se non hai chi ti passa i lavori è veramente dura lavorare.
Ho visto figli di architetti che a gli esami di progettazione si presentavano con le tavole ed il progetto fatto dai collaboratori ( sfruttati e sottopagati) del padre,madre, parente Architetto, laurearsi in fretta e in furia con medie e voto di laurea bassissimi pur di uscire ed iniziare a lavorare nello studio di Famiglia.
I Italia non conta quanto sei bravo, conta chi conosci, contano le "amicizie".
Io mi sono laureato con il massimo dei voti in progettazione, ho un master, corsi di aggiornamento ecc. ho fatto due anni e mezzo sottopagato in uno studio di ingegneria dove ho imparato a fare la professione di Architetto, quella pratica: cantiere,pratiche in comune,come muoversi negli enti pubblici ecc. e lavoro meno di quello che si è laureato in 10 anni con una tesi ridocola che lavora nello studio di famiglia ( Ci conosciamo da quando eravamo ragazzi quindi la storiella vi assicuro che è vera).
Il problema è che finche non si riuscirà a fare della vera architettura contemporanea anche in provincia non si noterà la differenza tra chi è davvero bravo e chi ha sempre campato sul lavoro garantito.
Per fare l'edilizia corrente basta essere un geometra, non architetto e i committenti non sanno la differenza tra noi architetti e un semplice geometrino di provincia.
Aumentando il numero di laureati è aumentato anche questo fenomeno di continuare la "tradizione" di famiglia.
Io ho un amico con babbo commercialista e lui fà commercialista, uno con il babbo elettricista e lui lavora nella ditta di famiglia, uno medico che ha il babbo medico ecc. tutti contenti di fare il bel lavoro del papi.
Chi è fuori si arrangia.
Ma io non mi sono ancora arreso......
Kia :
Purtroppo ha ragione in pieno DR COSTA.
Ogni tanto quando mi fanno girare vorticosamente le scatole qui in studio mi verrebbe da prendere il mio capo e dirgli che l'unica differenza tra me e lui è che lui ha il padre architetto che lo ha introdotto per benino alla professione, mentre io no e che la professione me la sono SCELTA e di rispettarmi per questo perchè ho avuto molto più coraggio io di lui....e quindi di nn farmi diventare mattaaaaa!!
Lebia :
Sai Kia a quante persone vorrei dirlo anch'io? Io sto qui in un certo senso a piangermi addosso perchè non so dove andrò, non so cosa farò e l'unica cosa che mi fa andare avanti è che penso che, se a 9 anni ho iniziato a dire "io farò l'architetto", sarà perchè ho avuto l'illuminazione divina e quindi questo sarà il mio futuro. Se prima credevo che ce l'avrei fatta con le mie sole forze, ora aspetto anche le "coincidenze divine" perchè non so più in cosa sperare.
Detto questo, spesso mi volto e vedo giovani neolaureati come me che ridono davanti alle mie difficoltà, si fanno beffe di me e mi considerano una povera fallita (prima ancora di iniziare). Arrivano anche a deriderti davanti agli amici quando dici "ho passato l'esame stato ma non sono iscritta all'albo per non so come mantenerlo", ma poi quando gli chiedi informazioni su partita iva, inarcassa, ecc. proprio loro che vanno in giro dicendo di essere iscritti, non sanno risponderti. Io non so proprio più cosa pensare.
Lebia :
O meglio, quello che penso si evince già dalle mie parole: mele marce non si diventa, ci si nasce (mi riferisco al fatto che chi rovina la reputazione della figura dell'architetto lavorando male, con arroganza e chi più ne ha più ne metta nasce già marcio, non ce lo diventa con l'ambiente o i maltrattamenti).
luzzo :
Ma allora cosa possiamo fare noi giovani architetti 'normali' che non abbiamo "le spalle" coperte dal conto in banca e dalla massa dei massoni che stanno sempre un passo avanti a noi? A cui è stato tolto il futuro ed il presente?
Il primo passo -la consapevolezza della situazione- lo abbiam fatto, il secondo, la coscienza di essere una collettività (si sarebbe detta coscienza di classe un tempo) non ancora... dovremmo arrivare a trovar soluzioni e capire che bisogna farsi sentire con gli ordini e le istituzioni....
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