Buongiorno.
Ho accettato l'incarico per una ristrutturazione di un appartamento per dei clienti che avevo conosciuto quando lavoravo per un'impresa di ristrutturazioni chiavi in mano. Appartamento da ristrutturare con fine lavori prima possibile (concordata ad ora a metà maggio) perchè devono andarci ad abitare. Ho presentato io la ditta, unica disposta a iniziare subito il lavoro (inizio febbraio), conosciuta per una ristrutturazione affidata all'architetto per cui collaboro. Io entusiasta per il mio primo vero incarico. Bene...solo rogne. Ieri mando i conteggi per il secondo S.A.L. e i clienti hanno iniziato a minacciare di portare la ditta in tribunale perchè ha aggiunto il sovrapprezzo per la posa delle piastrelle di bagno e pavimento di grande formato. Io non sapevo che avessero un costo più alto altrimenti avrei specificato nel computo iniziale. Insomma ora loro accusano la ditta di tirare fuori sempre nuovi costi in più (il primo e unico in realtà sono stati 200 euro in più per la rimozione di una carta da parati difficile da rimuovere). Un paio di settimane fa il titolare mi aveva comunicato di dover aumentare il costo per la posa delle piastrelle e io li avevo avvisati, solo che loro hanno pensato che tale costo in più fosse applicato solo ai pochi mq di due pareti del bagno. Insomma pretendono che l'importo iniziale computato sia mantenuto fino alla fine dei lavori. Io nel contratto avevo specificato che l'importo avrebbe potuto subire variazioni. Ovviamente ora faranno di tutto per farmi sentire in colpa. Ma...devo? Io faccio da tramite tra ditta e clienti ma i prezzi non li decido io ovviamente, loro insistono sul fatto che il D.L. sono io e che devo tutelarli a maggior ragione perchè ho presentato io la ditta. Quali responsabilità ho? Temo anche che non finiranno di saldare la mia parcella.
Questa storia mi sta facendo capire sempre di più che non voglio fare la libera professione (avevo già scritto qui in merito qualche giorno fa).
Arch_pru : [post n° 492770]
Responsabilità D.L.
Scusami, si sapeva fin da subito che volevano il grande formato? La ditta forniva anche il materiale? Perché se sapeva già cosa posava, doveva fare la quotazione corretta. Se invece il cliente non sapeva ancora cosa scegliere, gli dici semplicemente che tu come standard metti formato piccolo e poi se uno sceglie diverso è normale ci sia adeguamento. Tu su questo sei caduta dal pero ma non è che lo devi per forza ammettere con il cliente e magari valuta se c'è margine per ricondurre la questione a normale prassi di adeguamento del prezzo unitario. Ti racconto invece cosa è capitato a me sempre con i formati... Io avevo messo in computo offerta posa di grande formato perché quello volevano i clienti e un mese prima di iniziare i lavori programmati da una svalangata di mesi i clienti vogliono...un mosaico! che non solo ha costi di posa diversi ma anche richiedono competenze piuttosto elevate per cui ad un certo punto mi sono trovata che la ditta che faceva tutto il resto sul mosaico disse che lei non lo faceva. Ho dovuto trovare un posatore a parte e di corsa che ovviamente non era libero quando serviva a noi ma fortunatamente slittando tutto il cantiere di solo una settimana. Succo del discorso, vedi se le scelte erano chiare fin da subito o meno perché nel mio caso alla prima rimostranza del cliente sui tempi ho chiuso il discorso in due minuti. P.s. anche io faccio i tuoi stessi pensieri sulla libera professione quando capitano queste rotture di scatole
I clienti avevano scelto il materiale da prima di fare il computo (le forniture non le ha fatte la ditta), io non sapevo di dover specificare il formato purtroppo perchè non mi era mai capitato (l'impresa per cui ho lavorato metteva un prezzo unitario bello alto a prescindere dal formato) quindi si, posso dire di aver messo una voce con formato standard generico e che giustamente la ditta se n'è accorta quando è arrivato il materiale. I clienti non accettano nessun aumento di prezzo, infatti temo che sarà un problema tutto fino alla fine. Come finirà non lo so, devo rimetterci io in parcella?
Purtroppo io i pensieri sulla libera professione li faccio a prescindere ormai, credo che non faccia proprio per me, detta in parole povere: io ste rogne non le voglio, la notte voglio dormire tranquilla e non si tratta solo di dovermi fare le ossa come si suol dire. Cosa farò non lo so, probabilmente continuerò solo a fare la falsa partita iva presso altri architetti o cambierò mestiere.
Purtroppo io i pensieri sulla libera professione li faccio a prescindere ormai, credo che non faccia proprio per me, detta in parole povere: io ste rogne non le voglio, la notte voglio dormire tranquilla e non si tratta solo di dovermi fare le ossa come si suol dire. Cosa farò non lo so, probabilmente continuerò solo a fare la falsa partita iva presso altri architetti o cambierò mestiere.
Imparare a tutelarsi aumentando le quantità delle lavorazioni di almeno un 5% per poi scomputare gli importi a consuntivo o coprire eventuali imprevisti. Dopo esperienze negative come la tua non giudico più i colleghi che prendono dalle ditte una percentuale sui lavori...
Alex, io i computi li faccio con le quantità giuste e poi dico che devono considerare almeno un 15% o anche 20% meglio per restauri in centro storico, tra cose impreviste, cose nuove che vengono in mente strada facendo, ecc. Di solito va a finire sempre così. Per la collega però posso dire una cosa? Ma la ditta che ti ha fatto il preventivo non te lo ha chiesto che formato andava a posare? Perché anche loro potevano svegliarsi eh! Soprattutto se vi conoscevate da prima, due parole magari si evitava l'errore. Diglielo questo alla ditta, perché ormai si posano solo che grandi formati perché la moda va in questo senso....
No, la ditta non mi ha chiesto nulla, in effetti avrebbe anche potuto specificare anche con un rimando a parte che il prezzo al mq dipende anche dal formato. Non mi resta molto da fare che aspettare come andrà l'incontro tutti insieme e sperare che in qualche modo si risolverà la questione.
Non dirò che questa storia mi servirà per il futuro perchè credo proprio che cambierò rotta professionalmente parlando.
Non dirò che questa storia mi servirà per il futuro perchè credo proprio che cambierò rotta professionalmente parlando.
Buongiorno, come prassi professionale è fondamentale la stipula tra le parti, committente ed impresa edile, prima dell' inizio dei lavori di un contratto d'appalto anche per opere manutenzione straordinaria di appartamenti di modesta entità, in cui nei vari articoli si possono definire modalità di calcolo delle eventuali eccedenze: di solito si calcolano la base è la voce dai bollettini delle opere edili camera di commercio con applicazione dello sconto iniziale dell'offerta fatto dall' impresa. Il contenuto degli articoli non è un obbligo di legge, ma ricade nella contrattualistica tra privati
@Arch_pru
Premesso che:
- Molto inverosimile pensare che in una ristrutturazione di un'esistente non si presentino dei costi non previsti nel progetto iniziale, come hai fatto bene a specificare;
- Se l'atteggiamento del cliente è quello di non voler pagare un euro in più a fine lavori (legittimo se contrattualizzato, dubbi sulla fattibilità su lavori di modesta entità), è praticamente inevitabile lo scontro con l'impresa, non fosse avvenuto su questo tema si sarebbe presentato su un'altro;
- Devo ancora vedere con gli occhi di questa faccia un'impresa che arrivi a fine lavori senza extra costi, che chiaramente vengono giustificati con una catena di scaricabarile in cui bisogna evitare di collocarsi in prossimità del troppo pieno;
L'impresa fa la sua offerta:
- si legge il computo metrico e mette i prezzi:
- I rivestimenti erano indicati in fase di computo metrico? Era stato deciso e scritto il formato dei rivestimenti nel computo metrico?
- Se non erano stati decisi, tu esattamente di cosa puoi essere responsabile? Del fatto che il cliente abbia deciso dopo mesi il formato del gres?
- Se invece erano indicati e decisi, c'era un refuso sulla voce di computo: l'impresa ce li ha gli occhi per leggere? Se scrivi un prezzo sull'offerta lo fai leggendo la voce, quindi il refuso lo vedi in quel momento li;
- Se anche l'impresa ha fatto il computo con le fette di prosciutto sugli occhi, è bene che la cosa venga evidenziata, quando il flusso dello sciacquone cercherà di portarti nel vortice;
- In ogni caso il lavoro eseguito va pagato, quindi si deve arrivare ad un'accordo tra le parti;
- Ti consiglio di non colpevolizzarti, uno perchè ci penseranno già ampiamente gli altri, due perchè come ti dicevo se non ci fosse stato questo pretesto ce ne sarebbe stato un'altro.
Premesso che:
- Molto inverosimile pensare che in una ristrutturazione di un'esistente non si presentino dei costi non previsti nel progetto iniziale, come hai fatto bene a specificare;
- Se l'atteggiamento del cliente è quello di non voler pagare un euro in più a fine lavori (legittimo se contrattualizzato, dubbi sulla fattibilità su lavori di modesta entità), è praticamente inevitabile lo scontro con l'impresa, non fosse avvenuto su questo tema si sarebbe presentato su un'altro;
- Devo ancora vedere con gli occhi di questa faccia un'impresa che arrivi a fine lavori senza extra costi, che chiaramente vengono giustificati con una catena di scaricabarile in cui bisogna evitare di collocarsi in prossimità del troppo pieno;
L'impresa fa la sua offerta:
- si legge il computo metrico e mette i prezzi:
- I rivestimenti erano indicati in fase di computo metrico? Era stato deciso e scritto il formato dei rivestimenti nel computo metrico?
- Se non erano stati decisi, tu esattamente di cosa puoi essere responsabile? Del fatto che il cliente abbia deciso dopo mesi il formato del gres?
- Se invece erano indicati e decisi, c'era un refuso sulla voce di computo: l'impresa ce li ha gli occhi per leggere? Se scrivi un prezzo sull'offerta lo fai leggendo la voce, quindi il refuso lo vedi in quel momento li;
- Se anche l'impresa ha fatto il computo con le fette di prosciutto sugli occhi, è bene che la cosa venga evidenziata, quando il flusso dello sciacquone cercherà di portarti nel vortice;
- In ogni caso il lavoro eseguito va pagato, quindi si deve arrivare ad un'accordo tra le parti;
- Ti consiglio di non colpevolizzarti, uno perchè ci penseranno già ampiamente gli altri, due perchè come ti dicevo se non ci fosse stato questo pretesto ce ne sarebbe stato un'altro.
Purtroppo i clienti avevano scelto le forniture, quindi anche piastrelle e pavimentazione, prima che io facessi il computo metrico. Ammetto che io non sapevo di dover specificare il formato e che il formato grande avesse costi di posa maggiore (cosa mai sentita quando ho lavorato per un'impresa di ristrutturazioni chiavi in mano). La ditta da conto suo avrebbe anche potuto specificare che il costo dipende dal formato scelto. Diciamo che io ho sottinteso nella voce un formato standard.
Sicuramente i contrasti sarebbero nati sempre e comunque a fine lavori visto che poi la ditta due conti da sola se li fa e l'importo non resterà mai uguale a quello computato all'inizio.
Sicuramente i contrasti sarebbero nati sempre e comunque a fine lavori visto che poi la ditta due conti da sola se li fa e l'importo non resterà mai uguale a quello computato all'inizio.
Premesso che è sempre buona regola non presentare mai nè ditte nè fornitori, a prescindere dall'inesperienza o meno rispetto a specifiche di capitolato (fattore secondario), mi soffermerei piuttosto sull'accordo tra le parti: se entrambe hanno accettato un contratto/preventivo, vale quanto stabilito in riferimento anche a possibili variazioni (generali).
Il DL è una figura superpartes e non decide i prezzi (anzi è buona prassi non presentare mai un computo estimativo all'impresa ma il solo capitolato: lo specifico solo poichè continui a parlare di computo e mi è sorto il dubbio), ma valuta, nel merito delle attività contabili, le sole circostanze per la revisione (quantità in più o in meno) e può disporre (oltre che di stralci di intere lavorazioni) anche di aumenti per specifiche ed eccezionali contingenze (es. lavorazioni non previste; varianti al progetto/richieste del committente; imprevisti/maggiore complessità dell'intervento).
A mio avviso ci sono solo due alternative, fermo restando che l'accordo è tra le parti e non centra nulla la "tutela" da parte del DL, ovvero si specifica che l'indicazione di computo era generalizzata al caso tipo e che:
a) si dava per assimilato il ricorso a formati attuali, secondo le tendenze degli ultimi decenni
b) l'impresa avrebbe dovuto sollevare il dubbio richiedendo informazioni
Vorrei sapere quale sia questa differenza di costo insormontabile (il costo di certo non può essere il doppio considerando peraltro che la posa del "grande formato", oggi come oggi, sempreché non parliamo di lastre di 3 metri, è ormai consuetudine e, detto da chi ha esperienza da manovale oltre che di professionista, non vi è alcuna difficoltà tecnica, anzi si risparmia pure tempo di posa!), perché poi i clienti si confondono per 200€ in più quando magari stanno già spendendo oltre dieci volte tanto....
Questa storia in realtà dovrebbe farti capire, invece, che per fare la libera professione non è possibile "improvvisare" o "presumere": ti posso assicurare che questo accaduto potrebbe considerarsi una "prassi" o un "rischio calcolato" a confronto di altre situazioni.
Il DL è una figura superpartes e non decide i prezzi (anzi è buona prassi non presentare mai un computo estimativo all'impresa ma il solo capitolato: lo specifico solo poichè continui a parlare di computo e mi è sorto il dubbio), ma valuta, nel merito delle attività contabili, le sole circostanze per la revisione (quantità in più o in meno) e può disporre (oltre che di stralci di intere lavorazioni) anche di aumenti per specifiche ed eccezionali contingenze (es. lavorazioni non previste; varianti al progetto/richieste del committente; imprevisti/maggiore complessità dell'intervento).
A mio avviso ci sono solo due alternative, fermo restando che l'accordo è tra le parti e non centra nulla la "tutela" da parte del DL, ovvero si specifica che l'indicazione di computo era generalizzata al caso tipo e che:
a) si dava per assimilato il ricorso a formati attuali, secondo le tendenze degli ultimi decenni
b) l'impresa avrebbe dovuto sollevare il dubbio richiedendo informazioni
Vorrei sapere quale sia questa differenza di costo insormontabile (il costo di certo non può essere il doppio considerando peraltro che la posa del "grande formato", oggi come oggi, sempreché non parliamo di lastre di 3 metri, è ormai consuetudine e, detto da chi ha esperienza da manovale oltre che di professionista, non vi è alcuna difficoltà tecnica, anzi si risparmia pure tempo di posa!), perché poi i clienti si confondono per 200€ in più quando magari stanno già spendendo oltre dieci volte tanto....
Questa storia in realtà dovrebbe farti capire, invece, che per fare la libera professione non è possibile "improvvisare" o "presumere": ti posso assicurare che questo accaduto potrebbe considerarsi una "prassi" o un "rischio calcolato" a confronto di altre situazioni.
Non esiste cantiere (a meno di micro-interventi) in cui non avvengano variazioni tra progetto ed eseguito. Questo concetto deve essere chiaro sia per noi tecnici ma soprattutto per i committenti: le variabili in gioco nella nostra professione sono numerosissime, molte delle quali impreviste ed imprevedibili e non dipendenti dalla capacità del progettista o dalla bontà del progetto.
Questo non vuol dire che tutto è lecito ma è importante averlo ben presente perchè così come ci sono sorprese e imprevisti che aumentano i costi, spesso, proprio per lo stesso fenomeno, ci sono risparmi inattesi che però, evidentemente, l'impresa non evidenzia mai.
Il mio consiglio è di valutare con attenzione tutto l'andamento del cantiere annotando non solo le lavorazioni extra contratto ma anche tutte quelle opere non fatte, magari piccole, ma che sommate possono costituire un piccolo tesoretto da rivendicare all'impresa (piccole demolizioni non effettuate perchè non più necessarie, tinteggiature ridotte in quantità, prese elettriche in meno....le casistiche sono infinite).
Questo non vuol dire che tutto è lecito ma è importante averlo ben presente perchè così come ci sono sorprese e imprevisti che aumentano i costi, spesso, proprio per lo stesso fenomeno, ci sono risparmi inattesi che però, evidentemente, l'impresa non evidenzia mai.
Il mio consiglio è di valutare con attenzione tutto l'andamento del cantiere annotando non solo le lavorazioni extra contratto ma anche tutte quelle opere non fatte, magari piccole, ma che sommate possono costituire un piccolo tesoretto da rivendicare all'impresa (piccole demolizioni non effettuate perchè non più necessarie, tinteggiature ridotte in quantità, prese elettriche in meno....le casistiche sono infinite).
Archspf, si sarebbe buona regola non presentare nessuno ma diciamocelo, il più delle volte se non fossimo noi a tirare fuori dal cilindro qualche ditta non inizierebbe proprio nessun cantiere. È il cliente stesso che deve fare i lavori ma non sa a chi rivolgersi e quindi chiede. Con tutti i risvolti poi negativi o positivi. Ci sono anche situazioni in cui fila tutto abbastanza liscio o quasi.