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Negli ultimi anni il tema dello sviluppo sostenibile è diventato sempre più importante se non cruciale praticamente in tutti i settori produttivi esistenti, compreso, con un peso anche piuttosto rilevante, quello dell'edilizia e della progettazione architettonica. Il concetto di edificio nZEB (nearly Zero Energy Building) nasce proprio per rispondere a questo tema e descrive un edificio, di nuova costruzione o anche riqualificato a partire dall'esistente, che ha bisogno di un apporto energetico che si avvicina il più possibile allo zero per funzionare correttamente nel suo ciclo di vita.

Per raggiungere questo obiettivo, è essenziale un'attenta fase di progettazione e studio su carta delle decine di fattori da tenere in conto per far sì che, al contempo, il comfort interno dell'edificio non venga meno. Fattori come, solo per citare qualche esempio, lo studio del sito di progetto e dell'illuminazione solare, del clima e della ventilazione, dei materiali da utilizzare e degli impianti da installare per soddisfare il fabbisogno energetico di chi abiterà lo spazio.

Le tecniche di progettazione di edifici nZEB hanno raggiunto un livello avanzatissimo negli ultimi anni tanto da mettere a disposizione del progettista elementi tali che permettono di arrivare ad un passo ancora successivo, ovvero agli edifici PEB (Plus Energy Buildings), che riescono addirittura a generare un surplus di energia non utilizzata da mettere in comune, magari, con altri edifici e comunità energetiche. Ne è un esempio molto fortunato la Powerhouse Telemark di Porsgrunn, Norvegia.

Creata nel 2018 dal famoso studio internazionale di architettura e design norvegese, Snøhetta, la Powerhouse Telemark è stato già classificato da importanti fonti come uno degli esempi architettonici destinati a plasmare il futuro della progettazione edilizia nei prossimi anni.  

Questo imponente complesso, progettato a forma di diamante e destinato ad ospitare studi ed uffici, risulta virtuoso relativamente a diversi aspetti progettuali e costruttivi. Innanzitutto, è un esempio perfetto di edilizia sostenibile in quanto è stato progettato per la maggior parte sfruttando materiali locali approvvigionandosi da fonti posizionate nel raggio di pochi chilometri dal sito per ridurre al minimo possibile l'impronta di carbonio (Carbon Footprint) generata in fase di costruzione.

In seconda battuta sottolineiamo come questo edificio abbia bisogno circa del 70% in meno del quantitativo energetico necessario a sostenere altri edifici di simile natura e dimensione. Questo è stato possibile da un attento posizionamento dell'edificio, pensato proprio per massimizzare l'esposizione al sole e minimizzare quindi il fabbisogno luminoso; al sapiente utilizzo dei materiali, che rendono l'edificio super isolato; all'ingegnoso utilizzo dell'acqua, che, sistemata in determinate zone dell'edificio e in appositi pozzi geotermici sotterranei permette il naturale raffrescamento e riscaldamento dell'edificio

Tuttavia, la caratteristica sicuramente ancora più importante della Powerhouse Telemark, che la rende una delle pietre miliari dell'edilizia sostenibile nel mondo, è la sua capacità non solo di produrre al suo interno ogni anno tutta l'energia di cui ha bisogno per funzionare, ma addirittura di produrre un surplus di energia rispetto al suo fabbisogno stimato. Questo è reso possibile dalla sua caratteristica forma a diamante, che consente di avere sul tetto un'ampia superficie (di circa 1.500mq) inclinata a 45° e rivolta a sud-est interamente ricoperta da pannelli fotovoltaici che catturano l'energia del sole e la trasformano in 256.000 kWh/anno di produzione energetica da rimettere in circolo.

Se pensiamo che l'edificio è costruito in una zona periferica, quella di Porsgrunn, caratterizzata in passato per aver ospitato diverse fabbriche e industrie metallurgiche e famosa per la centrale idroelettrica, possiamo capire la portata anche simbolica volutamente intesa dallo studio Snøhetta come speranza per un futuro che vada sempre di più verso la decarbonizzazione e l'ecosostenibilità anche in settori, come quelli energetico ed edile, che da soli sono responsabili del 40% delle emissioni di carbonio a livello globale.

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