Condono edilizio, al Senato ci riprovano

Franano muri, il fango travolge abitazioni e persone: davanti a tali scenari, accusando un Paese incapace di fare prevenzione, il prof. Salvatore Settis scriveva «vedremo dispiegarsi il consueto rituale [...] Ministri e assessori deplorano le impensate fatalità, accusano la sfortuna, il caso, la siccità, un acquazzone, le alluvioni, frane a sorpresa, divinità ostili». (La Repubblica).

Non solo il nostro Paese è incapace di manutenere il territorio, non solo resta inerme davanti alle forze della natura, senza riuscire a trarre insegnamento dalle cicliche sciagure per prevenire future catastrofi, ma quando ancora queste sono ben impresse nella memoria, si ha il coraggio di proporre un'ennesima sanatoria.

Proprio in questi giorni in 13a commissione Territorio, ambiente, beni ambientali si discute il ddl 3134 "parità dei cittadini in ordine al rilascio in sanatoria del titolo edilizio". Un provvedimento che, a leggere il testo che lo accompagna, è addirittura ispirato al principio di uguaglianza enunciato dall'articolo 3 della Costituzione. Di fatto propone per tutto il territorio nazionale la riapertura (fino al 31 dicembre 2012) del termine dell'ultimo condono.

Aggiornamento, ore 19.00: 
L'Ansa ha da poco divulgato la notizia secondo cui Lega, Pd, Idv e Udc hanno votato sì alla proposta di eliminare la discussione del provvedimento dal calendario dei lavori del Senato, bloccando così il provvedimento.

La proposta 

La proposta nasce con riferimento alla Campania con l'intento di riattivare il condono del 2003, subito bloccato dalla allora giunta regionale, e sanare abusi che a causa delle leggi locali non hanno trovato possibilità di scampo. Il ddl, in questi giorni in discussione al Senato, è sì rivolto alla questione campana, ma si allarga poi a tutto il territorio nazionale, a tutti i casi in cui è stato anche semplicemente limitato il ricorso al condono per mezzo di leggi regionali. Il fine ultimo, portato a giustificazione della proposta è «garantire a tutti i cittadini della Repubblica un eguale trattamento evitando discriminazioni».

Secondo il senatore Orsi (PdL) il «disegno di legge rappresenta l'unica via possibile per risolvere problematiche che si trascinano da quasi un decennio (in Campania ndr)». Ancora una volta una maniera di risolvere i problemi che premia i furbi e dimentica gli interessi illeciti delle ecomafie. Un modo di affrontare le situazioni senza guardare i danni che abusivismo e cementificazione incontrollata hanno causato. Una politica incapace di guardare al futuro, di riconoscere il paesaggio come risorsa primaria di un Paese unico e di invertire la rotta.

Davanti ad una politica che non riesce ad essere lungimirante, nessuna meraviglia se davanti alla prossima calamità naturale, sentiremo le solite promesse e per dirla ancora una volta con il prof. Settis assisteremo a «grandi deprecazioni del ministro di turno, dichiarazioni solenni, promesse immarcescibili. Poi nulla».

Intanto Legambiente denuncia con forza il tentativo di «scempio all'ambiente e alla legalità» e promuove una raccolta di firme per fermare il ddl.

di Mariagrazia Barletta architetto

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