È una foresta di colonne che sembra galleggiare sull'acqua quella che, varcata la soglia d'ingresso, proprio nella piazza di Santa Sofia e, scesi nel sottosuolo, si materializza davanti agli occhi dei visitatori.

Nata come opera idraulica per fornire l'acqua al palazzo imperiale e ai luoghi limitrofi, la Cisterna Basilica di Istanbul - Yerebatan Sarayi (questo il nome turco che significa "Palazzo Sommerso") - risale all'epoca dell'imperatore Costantino, poi ampliata nel 532 dall'imperatore Giustiniano durante il periodo d'oro dell'Impero Romano d'Oriente. Per tutto il Medioevo venne dimenticata, riscoperta nel XVI secolo per essere riaperta al pubblico solamente nel 1987, con un'affluenza di pubblico pari a quella del Louvre e del Colosseo.

Dal 2018 il dipartimento dei Beni culturali della Grande municipalità di Istanbul (IBB), ha intrapreso l'ampio intervento di restauro e consolidamento dell'intera cisterna. Da qui la volontà di delegare allo studio locale Atelye 70, insieme a insula architettura e ingegneria e Studioillumina il progetto della Cisterna Basilica. 

Dopo otto mesi di lavori, il nuovo percorso di visita, che attraversa 1.400 mq di superficie sotterranea, consente di vagare tra le 336 colonne alte 9 metri, disposte su dodici file, distanziate l'una dall'altra di 4,80 metri.

Pochi gesti, ma decisi, tra cui la demolizione della vecchia passerella in calcestruzzo, sostituita da un nuovo camminamento che si snoda su leggere passerelle metalliche per permettere ai visitatori di camminare quasi a pelo d'acqua e ammirare la bellezza e la piena altezza delle volte sovrastanti.

foto: ©Adriano Caputo

Il progetto di illuminazione

Un capitolo a sè va, infine, dedicato all'intervento di illuminazione, curato da Studioillumina e realizzato dall'azienda turca TEPTA Lighting, che ha visto l'utilizzo di oltre 750 differenti corpi illuminanti per ottenere i differenti scenari percettivi.

Il primo percorso, quello appena varcata la soglia, si ispira al mondo antico delle miniature e, attraverso la tecnica del controluce, simula l'ingresso in una foresta. Qui, infatti, ogni singola colonna è illuminata dal basso con un solo proiettore a fascio ellittico posizionato dalla parte opposta rispetto al senso di percorrenza: un omaggio al mondo orientale, che mette in secondo piano le prospettive per lasciare spazio al disegno e alle forme.

Proseguendo nel percorso, i livelli di luminosità diminuiscono man mano che ci si addentra nello spazio sotterraneo, come se la visita della cisterna diventasse un'esplorazione archeologica più intima e di libera interpretazione.

A segnare la fine del viaggio di andata e l'inizio del viaggio di ritorno sono le colonne con le teste di Medusa, figure mitologiche che sembrano voler rappresentare la transizione fra il mondo orientale (stadio sottile) e il mondo occidentale (stato di luce materica).

Nel percorso a ritroso, sospeso e riflessivo, il mondo bidimensionale si interrompe per lasciare spazio a quello tridimensionale, che svelerà la Cisterna nel suo lato strutturale e più architettonico.

Al centro del percorso, inaspettatamente, lo spazio si tinge delle atmosfere caratteristiche della Turchia: le cromie sono quelle della zultanite, la gemma anatolica che cambia il suo colore, passando da vibrazioni turchesi di acquamarina, se sottoposta alla luce naturale, fino al color ambra, se esposta alla tremula luce di una fiaccola.

Giunto al termine, il visitatore è trasformato e porta con sé l'essenza della percezione cromatica che arricchisce di suggestioni l'esperienza del viaggio nel tempo.

foto: ©Adriano Caputo

CREDITI

ATELYE 70 PLANNERS & ARCHITECTS | Dogu Kaptan, Marco Lombardini, Seray Doğan, Fatma Gençdoğuş, Murat Er, Gizem Bakioğlu. Musa Beyzade.  
INSULA ARCHITETTURA E INGEGNERIA SRL | Eugenio Cipollone, Paolo Diglio, Roberto Lorenzotti, Paolo Orsini 
STUDIOILLUMINA - LIGHTING DESIGN | Adriano Caputo con Federica Cammarota, Katia Ferrulli, Francesca Campagna, Filippo Marai, Paolo Di Pasquale.

La Cisterna Basilica di Istanbul è stata anche meta del Renzo Piano World Tour 2022.
Guarda le foto su @rpwt_40days

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