Vichy : [post n° 228971]

Studi che si occupano di concorsi...come funzionano?

Cari amici ieri mi sono posta questa domanda:

- in breve per chi non ha tempo: gli studi che si occupano prevalentemente di concorsi che riscontro economico hanno visto che se ne vince forse uno ogni tanto? (in breve come campano?)

- per chi ha tempo: essento purtroppo disocuupata ieri pomeriggio sono andata alla casa dell'architettura a roma a vedere una interessante conferenza sui 20 studi giovani studi italiani (under 40) migliori e cmq degni di essere segnalati. E' stato molto interessante, certo i gusti sono gusti c'era gente che mi piaceva di più chi di meno ecc. Ma a parte pochi di solo che avevano realizzato delle cose, la maggior parte o cmq il maggior numero di lavori erano conrcorsi e gare, naturalmente hanno citato quelli dove arrivavano primi, o secondi o dove erano menzionati. Inoltre raccontavano che a volte nonostante vincitori i tempi di realizzazione (se era prevista una realizzazione) erano molto lunghi (concorsi vinti nel 2004/5 che ad oggi sono al definitivo per mancanza di fondi o per lungaggini).
Insomma è stata una bella esperienza, mi sono risollevata con la mente da tutti quei probelmi spiccioli che io e gran parte di voi abbiamo e ho visto molti miei ex colleghi essere "riusciti" nell'intento di "fare architettura" lontani anni luce dai Cv, dal docfa, da quello che te vuole dare 800 euro, da tutte le cose che fanno parte del nostro mondo.
Usciti fuori ho incontrato degli amici, conoscenti di università, che facevano parte di questi studi (non vi dico alla domanda tu che fai io non rispondevo per la vergogna...lo ammetto...ho avuto grandi difficoltà a dire come cavolo mi è finita a me)...e un sacco di loro che invece fin da subito si sono buttati in questa esperienza è come se non conoscessero quello che rralmente succede a noi, tanto che un ragazzo mi ha detto che aveva incontrato delle persone che avevano abbandonato la professione per poter campare e ne era molto dispiaciuto.
Sono tornata a casa con un mondo nuovo che mi si è aperto ma anche con molta amarezza...io non ho avuto il loro coraggio? la loro fortuna?(molti di loro la hanno esrpessamente dichiarata durante gli itnerventi) ecc ecc...
ma poi ho pensato...come campano? dei premi? e a quanto ammontano? e quanti ne devi fare di concorsi per avere la possibilità di vincerne uno?...insomma non essendomi mai stata dentro volevo sapere cosa ne sapevate voi in merito a questi meccanismi.
Parliamo non di studi di grossi architetti ma di ragazzi come noi che cmq vincono premi ecc
si aprano le danze...
dna :
non sei riuscita a porre loro queste domande? sarebbe stato molto interessante una risposta "viva".
comunque secondo me, a meno della finta retorica che si potrebbe fare, alcuni gravitano nel mondo dell'università dal quale traggono comunque uno stipendio, altri sono figli di.. (non necessariamente di architetti, metti figli di impresari, immobiliaristi, medici, notai. ecc).
ho comunque l'impressione che la maggior parte non abbia la necessità di vivere con l'Architettura.
Vichy :
Beh no non potevo alzare la mano e chiedere quanti soldi vedete? oppure a quelli che ho incontrato faccia a faccia non ho quella confidenza di chiedere "e quindi quanto guadagni"...? si stava beatamente su una nuvola che era come se questi problemi non ci fossero:-)
dna :
altro indicatore del fa pensare al fatto che per molti di loro il problema economico sia secondario..
per curiosità sapresti indicare qualche nome di questi architetti.. grazie!
Vichy :
si sono pubblicati aspetta che te li linko era una conferenza aperta. Ce ne erano certi davvero bravi!! e anche umili! vai a vedere i siti se hai tempo! ma io credo che in qualche modo guadagnino alcuni hanno anche i collaboratori:
copio:
martedì 13 aprile 2010 alle ore 16.00

Tavola rotonda "Brain Storming - Parole e progetti d'architettura under 40"

Venti studi giovani si raccontano attraverso l’utilizzo di 3 parole per loro significative che sintetizzano la poetica progettuale e concettuale del loro lavoro.

Partecipano: 2A+P/A, B4architects, C+C04, Demo architects, Iodicearchitetti, Giovanni Laganà, Marazzi Architetti, Marc, Microscape, Monovolume, Nabito, nEmoGruppo, OSA, Progettospore, RoccaAtelier, rrs-studio, -scape, Tasca studio, Tommaso Vecci, Zero architetti.
dna :
si, avevo giusto cercato di trovare il linck da solo, dovo l'ultimo messaggio..
se leggi i curriculum, sono sempre comunque collaboratori o docenti universitari, poi se leggi tra le righe, persone che comunque hanno potuto permettersi (altre l'indiscusso merito) di studiare all'estero, e lavorare per famosi studi. Si, comunque conta molto la fortuna, ed essere bravi (ma veramente bravi - per la mia esperienza, a venezia tra le migliaia di studenti che circolano, forse veramente bravi ce ne saranno alcune decine, ed io non mi ritengo affatto tra questi), ma solo con quella non si mangia.. :-(
Domenico :
Secondo me di concorsi non si campa. Se devo guadagnare come un camionista per fare i concorsi no grazie. E con rispetto per i camionisti che è noto guadagnano molto più degli architetti.
luca :
Come ho gia' detto altre volte mi sono stancato di vivere di utopie, non ho una famiglia che mi possa mantenere e per questo devo autofinanziarmi. se vado in uno studio a 1000 euro non ce la faccio a vivere specie dopo la mazzata della cassa e delle tasse. Certo è bello disegnare nuvole nel traffico sul parabrezza, ma credo che non e' questo il mio lavoro e che non sono mai stato portato ai soldi facili, certo se scappa una dia non ci sputo su ma mi rendo pienamente connto che di piu' della pratica da fare in comune non si puo ottenere. Nessun lavoro e' umiliante se fatto con dignita' e onesta', e questo purtroppo i raccomandati questa qualita' non la possiedono. Raccomandazione o segnalazione conoscenza che dir si voglia, sono il metodo di lavoro che alla base della professione che facendo schifo mi hanno fatto intraprendere scelte diverse; voi parlate di quelli bravi ma tra questi ci sono pure le capre che vengono spacciate per geni!!!!
isil :
Purtroppo devo ammettere che la fortuna gioca un ruolo chiave.....io sinceramente, come molti di quelli ke qui scrivono...devo pagare l'affitto e le bollette ed ho preferito uno studio di provincia, ma che mi dà uno stipendio onesto e la possibilità di imparare il mio mestiere, ad uno dei tanti studi di "importanti"..... dove però sarei stata sottopagata e messa a fare plastici (se mi andava bene). Certo avrei potuto scegliere tra andare a vivere da sola.....e andare a lavorare in uno studio "importante"...ma non c'è stato bisogno di rifletterci troppo sopra per fortuna!!!quindi per tornare alla domanda di Vichy..sono tutti amici di qualcuno ....del mondo accademico da una parte....di politici e politicanti dall'altra ....quindi in un modo o nel'altro ricevono incarichi secondari per campare.
Vichy :
grazie per le risposte.
Vorrei dire due cose:
- la scelta di isil è stata fino ora la mia (lavorare in studi più piccoli ma imparare a fare una cosa piccola dall'inzio alla fine piuttosto che avere il nome della archistar sul cv ed essermi occupata si un frammento di una cosa immensa.)
- questi di cui parlo sono ragazzi come noi, quindi no archistar. Cmq ce ne erano anche alcuni che avevano fatto poche cose, realizzate non rimaste utopia, in dei piccolissimi paesi di provincia. E questa gente l'ho davvero stimata, anche se hanno detto di aver avuto un pizzico di fortuna a trovare il committente privato disposto
bonaparte :
io ho fatto diversi concorsi in passato: non avevo famiglia, lavoravo fino alle 18 e nn avevo bisogno di fare il 2° lavoro xchè vivevo con i miei, qualcosina l'ho vinto e visto realizzato, ma il 90% dei progetti mi è stato "rubato o copiato da ditte che nn mi hanno riconosciuto nulla (si trattava di interior design). adesso non ne avrei neppure il tempo, ma cmq ho smesso xchè è una grandiosa rimessa!!!
real :
ho lavorato in uno degli studi che partecipavano alla tavola rotonda...e ti garantisco che per i soci il problema economico era decisamente secondario...la loro è una condizione di privilegiati: hanno la possibilità di fare architettura perchè a differenza degli studi"normali" (cioè quelli in cui condensare i tempi di consegna, le parcelle e tutto il resto, è una condizione fondamentale per riuscire a guadagnare qualcosa di concreto)..dicevo a differenza degli studi normali non hanno preoccupazioni di tipo economiche sia nella vita che nella professione, sono i cosiddetti "figli di papà" che a 30 si sono ritrovati come regalo di compleanno uno studio di architettura!
Ti garantisco che vivono in un mondo parallelo, in cui si può fare sperimentazione, ricerca, si possono perdere giorni e giorni a cercare quel punto di rosso per lìintonaco di una parete (anche se poi quella parete non verrà mai costruita!!) ... tutto ciò è fantastico...e lo dico da una parte con un pochino di rimpianto, perchè negli studi che lavorano veramente e cercano di costruire qualcosa, tutto questo è perdita di tempo e denaro.
Non accuso nessuno...quella è una condizione invidiabile che certamente nessuno rifiuterebbe...il problema forse va ricercato ad una scala piu grande dovremmo chiederci come e perchè il questo paese non sa offrirci altro che una duplice alternativa fallimentare: o si vive nel mondo dei sogni in cui si riesce a pensare alla raffinatezza e alla condizione altissima dell'architettura teorica, o se si vuole scendere nella pratica e costruire si deve rinunciare tutto questo....senza parlare della dignita della professione di chi non può accedere a nessuna di queste alternative e lavorare da dipendente senza diritti e senza alcuna soddisfazione...(ma questo è un altro discorso...)
real :
ho lavorato in uno di quegli studi che partecipavano alla tavola rotonda...e vi garantisco che i soci non avevano altri pensieri al di fuori dell'architettura, potevano permettersi veramente di sperimentare, studiare, cercare per giorni quello specifico punto di colore che avevano in mente per un certo intonaco (anche se la parete poi non l avrebbero mai costruita)...questo perchè si trovano ihn una condizione di privilegiati per cui ai 30 anni dentro la scatola del regalo di compleanno c era un fantastico studio!
Un pochino rimpiango quel lavoro, perchè è l unico in cui si ha la possibilità di pensare l architettura , purtroppo c è questo piccolo dettaglio...l'architettura andrebbe costruita!
Dovremmo farci una domanda: dovremmo chiederci come mai il nostro paese ci offre due alternative ed entrambe bacate?cioè perchè se voglio pensare l'architettura ad un livello piu alto in genere non riesco a costruirla? e perchè se voglio costruire in genere devo volare moooooolto basso!?...meditate
Vichy :
Grazie Real...mi hai tolto una curiosità grande perchè veramente io sognavo ad occhi aperti li dentro e non capivo bene come funzionasse...visto che tu come dici ci lavoravi che compensi avevi? ti pagavano a progetto? un fisso a p iva? come fanno a pagare le persone se come dici tu hanno le spalle parate? le hanno anche per gli stipendi dei dipendenti?...
in effetti guardando i loro bei progetti e il loro "stile" sembravano anni luce lontani dai problemi che scriviamo ogni giorni su questa bacheca. (e cmq li invidio certo che si!)
real :
purtroppo funziona così...almeno per l'esperienza che ho avuto io!
in genere pagano a progetto e i compensi sono per quanto ne so poco sopra alla media...io prendevo circa 1200 nette ma dopo un bel bo che stavo li...
ti chiedi come fanno a pagare i dipendenti??...forse non mi sono spiegata...sono persone che hanno talmente tanti soldi (di famiglia) che lo studio ha un fondo moooolto sostanzioso per le uscite degli stipendi dei dipendenti , per i loro mega stipendi e per i tempi di magra come questi...

noi poveri mortali che non abbiamo fondocassa infiniti e arriviamo a fatica alla terza settimana del mese non abbiamo nessuna possibilità di confronto con colleghi di questo rango...
è difficile non perdere l'entusiasmo e la passione per questa professione che tanto ci ha fatto sognare da studenti...
Vichy :
posso chiederti perchè sei andato via? visto che ti piaceva? (mi stai aprendo un mondo che non conoscevo affatto!)
Guido :
Cara Vichy, sono uno degli architetti che con il suo studio, ha partecipato a Brain Stroming. Mi fa piacere che questa giornata ti abbia risvegliato, dall'altra mi spiace come alcune risposte che ti sono state date abbiano quasi "riaffossato" questo desiderio di fare architettura. Da par nostro, come studio, stiamo, come dire, elaborando una risposta "comune" anche per dare risposta a molti dei commenti che hai ricevuto. La posteremo al più presto.
Personalmente però ti posso dire una sola cosa...oltre al resto che troverai nella futura risposta. Non è solo questione di soldi o di agiatezze familiari. Non tutti di noi sono ricchi te lo posso assicurare, anzi. E molti, naturalmente forse questo non vale per tutti ma non deve essere questo il problema i contatti e le relazioni ( anche accademiche) se le sono fatte lavorando tantissimo, studiando tantissimo, sacrificando molto ad un obiettivo e con una buona dose di sana intraprendenza. Credo che più di ogni cosa valga la determinazione a voler fare la professione e non solo. Una cosa che ti spinge ad andare a studiare all'estero e contemporaneamente lavorare ( che non mi è sembrata un'opzione considerata, come non mi è sembrata un'opzione sapere che all'estero anche negli studi famosi pagano assai più che in Italia). Una determinazione che ti fa passare sopra a tantissimi, tantissimi, tantissimi, tantissimi sacrifici che si fanno. Che non sono solo nottate o week end passati davanti al computer.
A presto per una risposta più articolata.
Vichy :
Grazie delle risposte...
io volevo solo sapere, visto che sono fuori da questo tipo di studi (conosco realtà di società, studi che non fanno concorsi, imprese ecc), come funzionavano materialmente. Ripeto di altre ralatà so come funzionano come tempi, investimenti, potenziale guadagno ecc
MI chiedevo semplicemente, vista la giovane età e i bei risultati almeno dal punto di vista concettuale (mi pare che si realizzi molto meno di quello che si progetta essendo quasi tutti concorsi), come funzionasse.
Inizio e investo un tt di capitale, poi partecipo a tot tipo di concorsi per cui se vinco prendo questi se non vinco perdo quest altro ecc...
una risposta di tipo pratico innnanzi tutto! non volevo scatenare guerre :-) grazie!
real :
cari colleghi...
rispetto ai miei precedenti interventi, volevo precisare che ho sempre parlato del mio caso specifico e della mia esperienza personale, cercando di non generalizzare....certo è che non riesco a capire come uno studio riesca a reggersi sulle proprie gambe, facendo prevalentemente concorsi...e ancora meno riesco a capire come possa poi pagare regolarmente e adeguatamente i propri ragazzi (problema non secondario visto che molti di noi sono regolarmente ricattati con lavori sottopagati e nottate infinite di lavoro non pagato e spesso non riconosciuto!)
non voglio fare polemica...ma se c è un segreto vorrei proprio conoscerlo...visto che molti amici e colleghi (anche moooolto molto qualificati) tra speranza, passione e intraprendenza hanno provato ad aprire propri studi, ma se non entri nel giro giusto devi limitarti a fare la cucina della signora, o l piccola ristrutturazione all'amico...perchè alla fine del mese qualche soldo in cassa lo devi avere, quanto meno per pagare affitto e materiale di studio (e spesso lo stipendio per se non è proprio contemplato...figuriamoci quello per i dipendenti!)...molti di questi studi hanno dovuto chiudere e molti colleghi sono tornati allo stipendio sicuro, anche se basso e a lavorare x qualcun altro, anche se frustrante!
Non so se chi ha altre esperienze, può dirmi concretamente come ha fatto e come fa...senza parlare di cose teoriche di intraprendenza e di determinazione...perchè i sacrifici li faremmo tutti se fosse così semplice!...allora mi chiedo qual'è la discriminante tra chi pur essendo molto qualificato non riesce a portarea avanti uno studio e chi lo studio invece ce l ha???!!!
sono ansiosa di sapere...
per vichy che mi chiedeva perchè ho lasciato quello studio....perchè dopo un po non imparavo piu nulla...fare solo concorsi non ti colma la lacuna che abbiamo tutti usciti dall università: fare cantiere e sapere veramente come si costruiscono le cose!
ciaoa tutti
gianluca evels :
cari ragazzi, faccio parte di uno degli studi che hanno partecipato al brain storming (b4architects). Naturalmente essendo una occasione bella e per noi di rilievo si è presentato il meglio che si poteva delle cose fatte nello studio, concorsi compresi. Il nostro è uno studio piccolissimo (ora siamo in 2), e vi assicuro che cammina sui trampoli come tutti voi: non essendo figli di privilegiati economici e non avendo fondi cassa di nessun tipo ci facciamo tutto da soli, poiché permettersi dei collaboratori per noi è impossibile. Compresi i lavori che definiti "umili" (dia, ristrutturazioni etc) che umili non sono se servono a finanziare e tirare avanti. I concorsi li facciamo per poter "respirare" con grandi progetti e servono a mettere a punto, a fuoco, un metodo progettuale da applicare in qualunque occasione concreta piccola e grande. La sopravvivenza economica è lo sfondo quotidiano con cui abbiamo a che fare sempre, affitto bollette spese etc esistono e sono un grosso problema star loro dietro come succede a tutte le persone "normali" di questi tempi. Oltre che per quanto sopra i concorsi sono utili quando si è accumulato qualche risultato positivo per poi sperare di poter accedere a qualche gara più ristretta in cui il curriculum ha un peso importante quanto le cose realizzate ed il budget. In Italia tutto ciò è estremamente difficile per la poca trasparenza e i meccanismi che tutti voi sapete, ma oltre i concorsi all'estero, sicuramente più trasparenti ed equi, ce ne sono alcuni (pochi) italiani che vale la pena provare. Come si possa capire se un concorso è pulito o no, purtroppo non esiste una ricetta preconfezionata, forse solo l'informazione delle notizie che circolano attorno, compresi i "sentito dire" sono utili a farsi una idea.
Ultima cosa, anche io ho fatto la gavetta presso altri studi, importanti e non, e in proporzione guadagnavo qualcosa in più, ma la sofferenza di non poter gestire il progetto direttamente era tale da farmi scegliere la strada molto più incerta della autonomia. Lo scotto dell'autonomia è pesante e difficile, ma per me non tornerei mai indietro, un saluto a tutti
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