dott arch : [post n° 243598]

per neolaureati - milano

ciao a tutti, ma anche voi vi sentite ignoranti?? tutto quello che ho imparato in 5 anni di università mi sembra sia superfluo e che non conti un cavolo rispetto a quello che c'è da fare sul lavoro vero. mi sento inutile e soprattutto il clima che si respira non aiuta... so che è la realtà. ma perchè nel nostro lavoro c'è una così grande distanza tra gli studi e il lavoro?? è come ricominciare da capo.
Rosa :
io mi sono laureta 4 anni fa, un mese dopo sono andata a lavorare in uno studio dove mi hanno chiesto "sai cos'è una DIA?"... non lo sapevo... stai tranquillo, è normale... devi trovare uno studio in cui ci sia qualcuno che ha voglia di insegnarti quello che sa... io ho perso un anno a fare solo gialli e rossi, poi mi sono resa conto che c'è ben altro da sapere.. in bocca al lupo !
Kia :
Ma si infatti, nessuno nasce imparato. Bisogna trovare anche lo studio giusto che ti fa imparare: io per esempio mi sono laureata nel lontano 2004 e ringrazio il cielo di essere finita nello studio di fuori di testa in cui sono stata presa dopo la laurea. Mi hanno fatto diventare matta ma ho imparato un sacco di cose. Questo era uno studio dove tutti facevano tutto, nel senso che nn c'era quello che disegnava e basta o quello che faceva computi e basta. Le varie pratiche (e all'epoca ce ne erano veramente tante: le cose che faccio ora in un anno le facevo in un mese.....)venivano smistate tra i presenti e ognuno se le seguiva dall'inizio alla fine ovviamente sempre facendo riferimento al " capo dei capi" perchè alla fin fine doveva firmarle lui. I primi mesi ho fatto da aiutante a tutti i miei colleghi + vecchi per imparare le cose (come si fa un computo col tal programma, come si prepara una pratica per il comune, come per la soprintendenza, cosa è un SAL,....e anche tanto a piegare tavole, ecc.ecc.) e poi ho avuto le pratiche MIE nel senso che ne ero la referente. Significa che qualcosa avevo imparato. Le cose si imparano facendole.
Edoardo :
E' come avere costruito un'auto con una carrozzeria e un telaio favolosi MA senza meccanica.
Quando lavori la macchina-modello la tieni DA PARTE e cominci piano piano a costruirti la meccanica e lotti perchè sia una meccanica adeguata all'auto che hai già impostato, soprattutto nella tua testa.
Dopo, se avrai avuto una marea di cose a favore, la perseveranza, il talento ecc... accenderai il motore e girerai con una Supercar (magari avrai dovuto dare due o tre martellate alla carrozzeria per metterla a posto)...

Il problema è che quel bellissimo e maledetto modello che hai già costruito, finchè starai facendo il meccanico, non ti farà dormire la notte, sarà sempre con te... sine ad mortem, che tu lo possa usare o meno.

Kia :
Non so se ho capito bene: bella carrozzeria= università e meccanica= esperienza.
poipoi :
Non direi che l'Università non insegna nulla. Sono del parere che invece ti dia alcune basi teoriche per affrontare il lavoro vero, che però consiste spesso in ben altro.

A dispetto di quello che leggo in questa bacheca, le possibilità di applicazione di una laurea in Architettura vanno molto al di là di quello che generalmente si pensa, e quindi sarebbe impossibile impostare una facoltà di Architettura che ti possa insegnare tutto questo anche in pratica.

E poi le normative oggi vengono cambiate con una velocità che era impensabile fino a 10 anni fa. L'anno scorso avevi imparato tutto sulla DIA? Bene: butta tutto perché non vale già più.

L'Università non è una scuola professionale, dove si impara concretamente un mestiere. Ma serve a darti il supporto culturale e filosofico, ti insegna un linguaggio, a volte un metodo, in modo che tu possa facilmente trovare la TUA strada una volta laureato.

Ho avuto la tua stessa sensazione al mio primo lavoro da laureato. Oggi posso dirti che la gran parte di quello che avevo imparato mi è poi servito nel lavoro, anche a distanza di anni.
Edoardo :
Esatto Kia, ci vogliono tutti e due! Ma lo sai meglio di me.
lloyd :
PoiPoi è vero che ogni anno cambiano le normative, ma non si tratta mai di modifiche rivoluzionarie, ma semmai di piccole trasformazioni e diversificazioni. Guarda il caso della SCIA rispetto alla DIA, non è che cambierà il mondo.
Di conseguenza un esame all'Università che prepari alla professione sarebbe necessario e utile.
dott arch :
appunto! perchè invece dei mille esami dove si studia per la 4a volta di fila Le Corbusier o che non servono a niente (vedi i fantomatici teorie della rappresentazione ecc) perchè non avere esami che servono nella realtà??
kia :
Si, infatti....storia 1, storia 2, storia 3: ho studiato sempre e solo Rinascimento e Barocco perchè fatalità i prof erano fanatici di questi periodi.Che senso ha far tre esami sulla stessa roba , Dio solo lo sa, giusto per fare 3 annualità (io sono vecchia e i crediti nn so neanche cosa siano). Un bell'esame su cose un attimo più reali effettivamente lo avrei fatto volentieri. Forse il corso di Estimo aveva qualche legame con il mondo reale ed è stata una cosa utile per dopo.
kia :
E il bello è stato all'esame di stato che mi sono decisa afre dopo due anni che lavoravo, mi hanno chiesto praticamente solo cose che c'entrano con la professione e che da studente nn avrei mai saputo!!!
poipoi :
lloyd. La SCIA sta creando un casino. Non direi che non sta succedendo niente.
Ad ogni modo facevo un discorso più generale.
Un professionista deve tenersi sempre aggiornato, non può mai smettere di studiare, perché le norme, la tecnologie, i gusti, le esigenze cambiano.
L'Università, a me ha dato gli strumenti per poter capire quello che mi accade intorno. In questo senso mi ha preparato al mondo del lavoro.
Se vi interessa "solo" il mestiere, fate il geometra: vi sbrigate prima, ma non capirete mai la differenza.
kia :
Vabbeh, è inutile piangere sul latte versato: l'università la abbiamo fatta e quindi è tardi per potere dire era meglio se andavo a fare l'idraulico.(nel mio caso un po' difficile perchè nn riesco manco ad alzarla la borsa dell'idraulico!!!) D'altra parte io se nn la avessi fatta avrei avuto un rimpianto a vita.
Ily :
Basterebbe che a progettazione facessero progettare ad esempio un recupero di un fienile, anzichè, ad esempio, un areoporto! Oppure che il primo anno, colla "classica" casetta unifamiliare, facessero progettare una casa insegnando a progettarla davvero (dimensioni dei locali, disposizione più razionale) anzichè insistere sulle idee progettuali più strampalate (frattali, amebe e compagnia bella).
Storia dell'architettura serve moltissimo invece, visto che avevo compagni laureati (30 e lode in tutte le progettazioni del mondo) che non sapevano datare un edificio medievale, o distinguere un capitello corinzio da uno composito.
Ily :
Più estimo e Saverio Muratori e meno frattali ragazzi ;-)
lloyd :
PoiPoi la Scia creerà un casino, ma fattivamente non ci cambia la vita, intendo come lavoro, non come effetti sul costruito.
Quoto i vari post precedenti:all'Università facciamo una valanga di esami inutili e ripetitivi, credo che lo spazio per un esame che prepari alla professione dovrebbe essere d'obbligo.
Ma è mai possibile che quando ho cominciato a lavorare non sapessi cos'era una partita iva????
Con quello che ho pagato di tasse pretendo di uscire laureato e abile a lavorare dal primo giorno!
Edoardo :
...sennò andiamo tutti a fare i Muratori e non se ne parla più.
lloyd :
Infatti guardate che siam solo noi Architetti ad entrare nel mondo del lavoro impreparati.
Un Ingegnere ad esempio i calcoli strutturali li sa fare e soprattutto sa usare i programmi al PC necessari. Se assumo un Ingegnere per il calcolo del CA, so che può farlo e che probabilmente non si sentirà svilito in questa mansione, perché è il suo mestiere. Al contrario un Architetto neolaureato che sa fare? Poco o niente e infatti viene assunto come caddista!
dott. arch :
quoto ciò che dice lloyd! soprattutto l'ingegnere viene ASSUNTO invece noi veniamo pagati con RITENUTA D'ACCONTO, se ci va bene fino all'apertura della benedetta P.IVA.... io mi sto sbattendo ad imparare sempre cose nuove, a fare mille cose, cercando di studiare alla sera per passare l'esame di stato, e sperare che passandolo mi arrivi uno stipendio decente che mi possa far uscire di casa alla tenera età di 25 anni. la vedo grigia.......
Kia :
Nn vorrei distruggere le aspettative di dott.arch, ma nn è che quando passi l'esame di stato in automatico il tuo datore di lavoro ti alza lo stipendio. Per lo meno se lavori per uno studoo.Tanto firma lui il lavoro che gli prepari tu e morta là. Quando lo ho passato mica mi sono arrivati 500 euro in più, mi ha fatto i complimenti abbiamo fatto festa in studio con bevande e pastine come sempre quando uno di noi lo passava.
dott arch :
per kia, in realtà invece nello studio dove sono ora mi cambierebbe la vita l'abilitazione perchè a detta del proprietario in colloquio mi darebbero almeno il doppio di quello che prendo adesso (600 euro). almeno questo è quello che succede in questo studio..... non so sarò fortunato io...
Kia :
x dott.arch:
si, mi sa che sei fortunato tu perchè solitamente che tu sia abilitato o no fa poca differenza. Quindi se il tuo capo è di parola sbrigati a fare sto esameeeee!!!!!
dott arch. :
speriamo veramente.....allora mi devo ritenere fortunato?
in effetti essere abilitato o meno a loro non cambia niente, almeno a loro cambia se io ho la partita o no. per ora è la scusa buona per pagarmi poco, magari dopo ne tirano fuori un'altra... non si sa mai.
Kia :
Tieni presente che poi quando sarai abilitato e con partita iva....i soldi come dire, nn bastano mai tra iscrizione ordine, contributi inarcassa, il commercialista, ecc.ecc.ecc.quindi, da un lato avrai soldi in più ma te ne usciranno anche di più e questa è una cosa da tenere presente per future "contrattazioni" con il capo.
sil :
infatti quando aprirai la partita iva la parola d'ordine sarà CONGUAGLIO. sicuramente cercheranno di approfittare della normale ignoranza in materia fiscale di chi non ha mai avuto una partita iva, perciò è il caso di partire ben "corazzati"
dott arch :
si si, CONGUAGLIO! mi sono già informato su come funziona la partita iva, e almeno per ora mi rimane abbastanza difficile capire alcune cose, ma penso che un commercialista sia d'obbligo e mi sono già rivolto ad uno per capire piu o meno come rispondere al capo su un possibile stipendio. a quanto vedo piu o meno ti rimane in tasta il 25-30% di quello che chiedi (parlando di forfettino), no?
poipoi :
se ci rimanesse in tasca solo il 25% potremmo anche andare tutti a raccogliere i pomodori. Ma come li fate i conti?
dott arch :
i conti li faccio a partire da questo presupposto: se il mio capo sborsa in fattura sui 1400 euro, io porto a casa circa 1000 netti (se mi va bene), tra inarcassa, partita iva, commercialista etc........ almeno, questo è quello di cui mi hanno detto di tenere conto
poipoi :
400 euro su 1400 e ti sembrano il 25% ?
dott arch :
si, scusa, hai ragione il 25% di 1400 sono 350, 1400-350=1050, che è diversissimo da 1000, hai ragione.
Kia :
x dott.arch.
guarda che l'hai scritto tu : "a quanto vedo piu o meno ti rimane in tasca il 25-30% di quello che chiedi" ...e quindi giustamente poipoi ha detto che tanto vale andare raccoglere i pomodori.
dott arch :
allora forse ho inteso male io il messaggio di poipoi, ma mi sembrava che il senso fosse che il calcolo non era giusto "Ma come li fate i conti?"
Kia :
X DOTT. ARCH.
Tu hai detto che della cifra che appare in fattuta CI RIMANE IN TASCA IL 25-30%. Poipoi rilevava che il conto nn era corretto. Ed effettivamente se su fattura c'è 1400 e te ne restassero in tasca 350....piuttosto starei a casa.
dott arch :
scusatemi, io intendevo il 25% in meno...... avevo omesso il "in meno" ;-)
poipoi :
quando ho iniziato la professione il commercialista non lo pagavo. Una spesa in meno. Aprire o tenere una partita IVA non costa niente. L'IVA sono soldi non miei, ma posso scalarmeli se ho delle spese. La ritenuta d'acconto sono soldi che ti vengono versati anticipatamente sulle tasse da pagare (le tasse si pagano). Se fai il forfettino paghi solo il 10%. I primi 5 anni la cassa la paghi la metà. E questo vale anche per alcuni ordini professionali.

Ora non voglio dire che gli inizi sono tutte rose e fiori, ma da qui a lamentarsi prima ancora di aver iniziato... un po' di entusiasmo. Altrimenti quando arriveranno le difficoltà vere cosa fate? Quando nessuno ti paga e dovete pagare affitto di studio, bollette e collaboratori che fate?
Lebia :
Ma guarda, Dott Arch., nel mio caso è ancora presto per capire se ciò che ho imparato mi è/sarà utile nel mondo del lavoro. Durante la prima esperienza lavorativa (alquanto traumatica) ho capito che mi devo adattare, studiare attentamente come vengono fatte le cose dagli altri e poi rifarle a mia volta. Nella seconda esperienza lavoro come conservatrice, quindi in un certo senso per lo studio sono un valore aggiunto e tutto quello che dico (e che ho appreso all'università) è preso per vero e poi applicato dall'architetto che firma la pratica. Quindi come vedi nel mio caso ho visto due realtà opposte...
Lebia :
Aggiungo che anch'io vengo da Milano, precisamente dalla Bovisa
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.