Ieri in palestra ho chiesto ad un mio amico giovane architetto con lo studio, operante in un comune di 30.000 abitanti, cosa ne pensasse del master Casa-Clima a Roma. Mi ha risposto (lui lo fece a BZ) "Serve solo il cantiere e poi, in fondo, abbiamo abbandonato la bio-architettura... ...sì, insomma la gente vuol risparmiare, ci eravamo buttati a capofitto 4 anni fa ma abbiamo visto che è improponibile."
Ci sono rimasto male, vuol dire che questo settore, volto al risparmio energetico, rappresenta ancora una nicchia? Una élite per pochi???
Edoardo : [post n° 244561]
Bioarchitettura -mito o realtà?
Secondo me dipende da cosa intendi, se pensi alla casa a consumo zero con geotermico e pannelli ecc.. forse si in Italia è abbastanza di nicchia. Ma se per "bioarchitettura" intendi qualsiasi intervento volto al risparmio energetico credo che sia molto in sviluppo. Oramai è la normativa che lo detta e si danno incentvi economici a riguardo; anche l'utente oramai mi sembra più sensibile..
concordo con Marzia.
La legislazione a livello mondiale va in quel senso. Poi secondo me il punto è che bisogna aver forza e competenza per saper fare le cose con qualità: siccome pochi lo sanno fare, le realizzazioni di conseguenza sono poche. Certo che si vivacchia facendo le cose al ribasso, ma ad un certo punto arriva quello che le fa al ribasso più di te e ti taglia fuori; se invece fai cose di qualità ed innovative, troverai sempre una clientela, ed è una clientela che esite sempre e va oltre la crisi.
La legislazione a livello mondiale va in quel senso. Poi secondo me il punto è che bisogna aver forza e competenza per saper fare le cose con qualità: siccome pochi lo sanno fare, le realizzazioni di conseguenza sono poche. Certo che si vivacchia facendo le cose al ribasso, ma ad un certo punto arriva quello che le fa al ribasso più di te e ti taglia fuori; se invece fai cose di qualità ed innovative, troverai sempre una clientela, ed è una clientela che esite sempre e va oltre la crisi.
Allora alludo al caso più "estremo".
Per quanto riguarda gli accorgimenti "standard", solo quelli sono tali da portare il costo di costruzione in alcuni casi quasi al prezzo di vendita... ...fate voi.
Clientela oltre la crisi? Ma dove? Parlo di chi c'è già passato ed è tornato indietro... ...se parliamo di 4 archistar o pseudo tali, che vendono la loro "innovazione" a peso d'oro sono d'accordo anch'io, ma se parliamo di realtà "medie", il discorso cambia e di brutto.
Per quanto riguarda gli accorgimenti "standard", solo quelli sono tali da portare il costo di costruzione in alcuni casi quasi al prezzo di vendita... ...fate voi.
Clientela oltre la crisi? Ma dove? Parlo di chi c'è già passato ed è tornato indietro... ...se parliamo di 4 archistar o pseudo tali, che vendono la loro "innovazione" a peso d'oro sono d'accordo anch'io, ma se parliamo di realtà "medie", il discorso cambia e di brutto.
E che si sbrighino quelli che si fanno le budella d'oro, a infinocchiare la gente con i pannelli che rendono il 13%... ...in Germania stanno sviluppando nuove tecnologie con maggior rendimento. Inoltre si parla dell'utilizzo del Grafene come possibile risorsa tecnologica.
Quando se lo sono pagati, il fotovoltaico, la tecnologia è giàstata rivoluzionata... ...ma tutti zitti.
(Il lato oscuro dell'innovazione...)
Quando se lo sono pagati, il fotovoltaico, la tecnologia è giàstata rivoluzionata... ...ma tutti zitti.
(Il lato oscuro dell'innovazione...)
Ok, ci sono gli incentivi... ...ma il costo oggettivo rimane alto in relazione al mercato attuale.
Per esempio a Lugano un amico mi ha parlato di "Case a emissioni zero", col tetto giardino, vetrate a sud, dei cubi.
Ma a Lugano e per me non è un caso.
Per esempio a Lugano un amico mi ha parlato di "Case a emissioni zero", col tetto giardino, vetrate a sud, dei cubi.
Ma a Lugano e per me non è un caso.
Edoardo, quello che dici è molto vero, ci sono delle situazioni tecnologiche che vanno bene per paesi nordici e non per i nostri. Ma proprio per questo capisci che SAPERE le cose tecnologicamente, e saperle fare e proporre, è una cosa che ti può salvare; se permetti, vedo che ben pochi sono i tecnici che sanno fare veramente le cose. Molti progettisti arrivano da noi serramentisti senza progetto, con qualche bel disegnino, e aspettano che siamo noi a trovare le soluzioni tecniche. Così non va bene, noi se fossimo poco seri potremmo vendergli anche mortadella e non se ne accorgerebbero. Invece siamo una ditta seria, e la crisi la sentiamo solo marginalmente.
Gli archistar cosiddetti neanche li calcolo, non sono mica loro che fanno innovazione tecnica, loro sono solo quelli, se sono bravi, che la sanno usare.
Gli archistar cosiddetti neanche li calcolo, non sono mica loro che fanno innovazione tecnica, loro sono solo quelli, se sono bravi, che la sanno usare.
la realtà è sempre più complessa di come la si vede, comunque non credo che si possa accantonare il tema della sostenibilità dicendo che c'è la crisi. Io ho fatto un corso a Lugano, per l'appunto e concordo che in questo paese è difficile fare quello che fanno loro (anche perchè hanno altri tipi di regolamenti edilizi oltre ad avere un'altr aeconomia) ma il tema dell'"architettura sostenibile" è molto ampio, interessante e di conseguenza perseguibile...
http://img408.imageshack.us/img408/9598/rifugio.jpg
Questo è un mio progetto di rifugio-ristorante fatto anni fa da neo-laureato. Intuii che una bella vetrata a Sud per l'inverno poteva essere ok, senza sapere nulla di bio-architettura.
Il proprietario è rimasto contentissimo dalle minime spese di riscaldamento.
Poi hanno utilizzato per risparmiare una vetrata "da falegname", diversa da quelle superfighe... ...entra l'acqua, fà ponti termici... ..ma malgrado questo, il progetto rudimentale, anche solo per questo mia scelta puramente progettuale, si è rivelato prestazionale.
Questo è un mio progetto di rifugio-ristorante fatto anni fa da neo-laureato. Intuii che una bella vetrata a Sud per l'inverno poteva essere ok, senza sapere nulla di bio-architettura.
Il proprietario è rimasto contentissimo dalle minime spese di riscaldamento.
Poi hanno utilizzato per risparmiare una vetrata "da falegname", diversa da quelle superfighe... ...entra l'acqua, fà ponti termici... ..ma malgrado questo, il progetto rudimentale, anche solo per questo mia scelta puramente progettuale, si è rivelato prestazionale.
è proprio quello che intendevo...la bioarchitettura sono anche "solamente" scelte progettuali intelligenti e non dispendiose. Durrante il corso ci spiegavano che per materiale ecologico si intendeva anche solamente un materiale della zona, ossia scegliendo un materiale che non fa mille chilometri per arrivare da te fai una scelta ecologica. Sembrerà banale ma non lo è.
...poi se hai la fortuna che il Sud coincida con le piste da sci e la seggiovia, la frittata è fatta!
Come sempre.
Se si intende "bioarchitettura" come la disciplina palingenetica dell'architettura e dell'intero globo, siamo fuori strada.
Se si intende, invece, come un approccio verificatorio, intelligente e calibrato al proprio agire progettuale, siamo sulla via giusta.
Senza offesa, la domanda, semplicemente, così come è posta, è sbagliata...
Se si intende "bioarchitettura" come la disciplina palingenetica dell'architettura e dell'intero globo, siamo fuori strada.
Se si intende, invece, come un approccio verificatorio, intelligente e calibrato al proprio agire progettuale, siamo sulla via giusta.
Senza offesa, la domanda, semplicemente, così come è posta, è sbagliata...
Mi spiego meglio.
Confondete i termini. Bioarchitettura è Architettura-Bio, cioè fatta con prodotti, tecnologie e materiali ecologici e riciclabili (potremmo dire "Verdi").
Questi costano essenzialmente di più, e solo in certi casi limitati è conveniente.
Il "risparmio energetico in edilizia" è un'altra cosa: è architettura studiata per minimizzare il fabbisogno di un edificio. Questa è obbligatoria per legislazione e se ben studiata, generalmente conveniente, anche perchè non è detto che si parli di interventi costosi: come avete sottolineato, anche solo un orientamento ben studiato può dare i suoi frutti... (ricordo, inoltre, che l'accordo 20+20+20 sottoscritto dall'Italia a livello europeo, impone entro il 2020 che gli edifici siano a consumo quasi zero...)
Confondete i termini. Bioarchitettura è Architettura-Bio, cioè fatta con prodotti, tecnologie e materiali ecologici e riciclabili (potremmo dire "Verdi").
Questi costano essenzialmente di più, e solo in certi casi limitati è conveniente.
Il "risparmio energetico in edilizia" è un'altra cosa: è architettura studiata per minimizzare il fabbisogno di un edificio. Questa è obbligatoria per legislazione e se ben studiata, generalmente conveniente, anche perchè non è detto che si parli di interventi costosi: come avete sottolineato, anche solo un orientamento ben studiato può dare i suoi frutti... (ricordo, inoltre, che l'accordo 20+20+20 sottoscritto dall'Italia a livello europeo, impone entro il 2020 che gli edifici siano a consumo quasi zero...)
Quello che mi fà rabbia è che l'aspetto progettuale, spesso simbiotico al luogo e quindi anche ai materiali del luogo, non si insegna quasi mai nei corsi/masters spacciati per "Risolutori" spesso solo tecnici o teorico-generalisti.
Il problema appunto è il rapporto tra prestazioni di un edificio e luogo-contesto.
Non è detto che un materiale super isolante sia anche biologico o tantomeno tipico del luogo.
Io in Sardegna per esempio userei il sughero... ...anche a vista.
Il problema appunto è il rapporto tra prestazioni di un edificio e luogo-contesto.
Non è detto che un materiale super isolante sia anche biologico o tantomeno tipico del luogo.
Io in Sardegna per esempio userei il sughero... ...anche a vista.
Bravo Edoardo,
L'approccio giusto è proprio questo. Il problema dei Supercorsi è che, di solito, sono fatti da tecnologi che hanno nessuna sensibilità architettonica. Per questo ho fatto una tesi di Sostenibilità, sotto il Dipartimento di Progettazione...
L'approccio giusto è proprio questo. Il problema dei Supercorsi è che, di solito, sono fatti da tecnologi che hanno nessuna sensibilità architettonica. Per questo ho fatto una tesi di Sostenibilità, sotto il Dipartimento di Progettazione...
io sto facendo un master alla quaroni di bioarchitettura e tecnologie sostenibili.
la materia è interessantissima e super attuale secondo me, se la si vede dal lato del risparmio, non solo energetico.
infatti ormai la bioedilizia è compagna del social housing, delle architetture temporanee, della innovazione tecnologica piu spinta.
vi assicuro che lavorando attentamente su materiali e tecniche passive, si risparmia non solo sulla bolletta, ma anche sui costi di costruzione.
architettura sostenibile non è un'architettura tradizionale con appiccicati dei pannelli fotovoltaici, costossissimi ancora oggi, ma una serie di buone pratiche progettuali che richiedono tempo e studio, ma a mio, e non solo, avviso, rendono davvero.
la materia è interessantissima e super attuale secondo me, se la si vede dal lato del risparmio, non solo energetico.
infatti ormai la bioedilizia è compagna del social housing, delle architetture temporanee, della innovazione tecnologica piu spinta.
vi assicuro che lavorando attentamente su materiali e tecniche passive, si risparmia non solo sulla bolletta, ma anche sui costi di costruzione.
architettura sostenibile non è un'architettura tradizionale con appiccicati dei pannelli fotovoltaici, costossissimi ancora oggi, ma una serie di buone pratiche progettuali che richiedono tempo e studio, ma a mio, e non solo, avviso, rendono davvero.
Te lo faccio io
Cooperativa di autocostruzione associata ed assistita Ariacoop (San Giovanni in Marignano). Vai sul loro sito, che c'è spiegato tutto.
Cooperativa di autocostruzione associata ed assistita Ariacoop (San Giovanni in Marignano). Vai sul loro sito, che c'è spiegato tutto.
la casa passiva NON esiste.... presuppone che non si aprano le finestre. Ma perchè la gente si riempie sempre la bocca di cose che non sa?! mah....
Casa Clima ha degli standard orientati pravalentemente al risparmio energetico invernale (miniri disperisioni grazie al maggiore isolamento) ma come la mettiamo con l'estivo?
poi non possiamo di certo parlare di bioarchitettura associata allo schemino della classe, la classe energetica è una cosa (serve per vendere le lavatrici), la simulazione reale del comportamento energetico di un edificio in regime dinamico per stimarne la reale efficenza, è un'altra.
E tutte queste cose sono raramente appannaggio di chi fa il corso da certificatore, presuppongono conoscenze che la media di chi nuota nel settore, non possiede purtroppo... questo fa sì che alcuni "progettisti" propongano soluzioni di isolamenti che sono nettamente sovrastimate rispetto al necessario, facendo lievitare i costi in maniera inutile, anzi, scegliendo spessori che risultano essere persino dannosi per un involucro.
Casa Clima ha degli standard orientati pravalentemente al risparmio energetico invernale (miniri disperisioni grazie al maggiore isolamento) ma come la mettiamo con l'estivo?
poi non possiamo di certo parlare di bioarchitettura associata allo schemino della classe, la classe energetica è una cosa (serve per vendere le lavatrici), la simulazione reale del comportamento energetico di un edificio in regime dinamico per stimarne la reale efficenza, è un'altra.
E tutte queste cose sono raramente appannaggio di chi fa il corso da certificatore, presuppongono conoscenze che la media di chi nuota nel settore, non possiede purtroppo... questo fa sì che alcuni "progettisti" propongano soluzioni di isolamenti che sono nettamente sovrastimate rispetto al necessario, facendo lievitare i costi in maniera inutile, anzi, scegliendo spessori che risultano essere persino dannosi per un involucro.
Tutto giusto comunque, ma per progettare ci vuole anche intuito... ...vedasi i sistemi delle dinastie Mogul per raffrescare i loro palazzi in India, mediante il passaggio dell'aria convogliata sopra vasche d'acqua fresca...
Ragazzi, l'architettura tradizionale (intesa come storica) è sostenibile per definizione, essendo fatta al 100% con materiali naturali.
Io ho qualche rudimento di progettazione bioclimatica, ma vado forte coll'architettura storica.
Alcuni esempi:
- Una fontana nel "patio" produce un notevole raffrescamento: verissimo, e infatti le domus romane avevano l'impluvium e nel cortile delle case (o palazzi) arabi c'era una fontana.
- I frangisole: sono uno degli elementi più belli delle case arabe o magrebine tradizionali, tutti di legno intagliato (le nostre persiane ne sono la versione semplificata).
- Muri spessi e massicci: le vecchie case montane, con muri spessi mezzo metro, di ciottoli, con finestrine piccole sono calde d'inverno e fresche d'estate (certo, hanno lo svantaggio di essere buie).
- Tetti e solai di legno non richiedono coibenza termica, essendo già isolanti.
Poi diciamo che la "mania" moderna del riscaldamento e dell'isolamento causa altri problemi alla salute, ad esempio muffe e scarsa ventilazione, dovute alle nuove finestre praticamente "ermetiche" (e anche morti per monossido di carbonio, purtroppo), e problemi di surriscaldamento estivo (se il calore d'inverno resta dentro l'edificio, ci resta ovviamente anche d'estate, e quindi nasce la necessità del condizionamento.
Ci mettiamo anche la nostra scarsa resistenza?
Un maglione in più d'inverno, e una sudatina d'estate.
Secondo me non si può avere contemporaneamente: la casa calda d'inverno, fresca d'estate, che consumi poca energia, che costi poco (sia gestirla sia costruirla), che abbia finestre di 100 mq, più luce di San Siro la sera del derby, che sia costruita tutta con materiali naturali e che richieda poca manutenzione, ah già e che infine non abbia muffe infiltrazioni ecc, e che naturalmente sia perfettamente antisismica e resistente al fuoco. Non si può: bisogna fare delle scelte.
Io ho qualche rudimento di progettazione bioclimatica, ma vado forte coll'architettura storica.
Alcuni esempi:
- Una fontana nel "patio" produce un notevole raffrescamento: verissimo, e infatti le domus romane avevano l'impluvium e nel cortile delle case (o palazzi) arabi c'era una fontana.
- I frangisole: sono uno degli elementi più belli delle case arabe o magrebine tradizionali, tutti di legno intagliato (le nostre persiane ne sono la versione semplificata).
- Muri spessi e massicci: le vecchie case montane, con muri spessi mezzo metro, di ciottoli, con finestrine piccole sono calde d'inverno e fresche d'estate (certo, hanno lo svantaggio di essere buie).
- Tetti e solai di legno non richiedono coibenza termica, essendo già isolanti.
Poi diciamo che la "mania" moderna del riscaldamento e dell'isolamento causa altri problemi alla salute, ad esempio muffe e scarsa ventilazione, dovute alle nuove finestre praticamente "ermetiche" (e anche morti per monossido di carbonio, purtroppo), e problemi di surriscaldamento estivo (se il calore d'inverno resta dentro l'edificio, ci resta ovviamente anche d'estate, e quindi nasce la necessità del condizionamento.
Ci mettiamo anche la nostra scarsa resistenza?
Un maglione in più d'inverno, e una sudatina d'estate.
Secondo me non si può avere contemporaneamente: la casa calda d'inverno, fresca d'estate, che consumi poca energia, che costi poco (sia gestirla sia costruirla), che abbia finestre di 100 mq, più luce di San Siro la sera del derby, che sia costruita tutta con materiali naturali e che richieda poca manutenzione, ah già e che infine non abbia muffe infiltrazioni ecc, e che naturalmente sia perfettamente antisismica e resistente al fuoco. Non si può: bisogna fare delle scelte.
E' come volere un'auto che fà da 0-100 in 5 sec. e i 20km/lt, ok.
Anche perchè non si studiano mai le dispersioni termiche del BAUHAUS di Dessau o le infiltrazioni della Kaufmann House di Wright... ...ma proporre architetture mortalmente scontate a livello formale per stare sicuri di non avere problemi è un estremo anche questo.
In medio stat virtus anche perchè, come dici Ily, qualche difetto ci sta e fa parte della natura del vivere, alla faccia dei burocrati e dei venditori di stiferite.
Anche perchè non si studiano mai le dispersioni termiche del BAUHAUS di Dessau o le infiltrazioni della Kaufmann House di Wright... ...ma proporre architetture mortalmente scontate a livello formale per stare sicuri di non avere problemi è un estremo anche questo.
In medio stat virtus anche perchè, come dici Ily, qualche difetto ci sta e fa parte della natura del vivere, alla faccia dei burocrati e dei venditori di stiferite.
bio...mmmhh...
basterebbe almeno che non sorgessero case a patio e con il portichetto ad archi a Livigno e lo chalet in brianza...
e che si cercasse anche di capire perchè se in un determinato posto le case sono sempre state fatte in un determinato modo, un motivo ci deve essere
...concordo con quanto dice Ily.
basterebbe almeno che non sorgessero case a patio e con il portichetto ad archi a Livigno e lo chalet in brianza...
e che si cercasse anche di capire perchè se in un determinato posto le case sono sempre state fatte in un determinato modo, un motivo ci deve essere
...concordo con quanto dice Ily.
Ily, beh. La fai un po' troppo facile...
- patio. Vero, ma non sempre mi posso permettere di farlo (spazio?)
- frangisole. Vero. Ma la produzione industriale, di solito, non mi permette elementi troppo lavorati a costi abbordabili. Meglio quelli semplificati (che personalmente mi piacciono anche di più)
- muri spessi e massicci. Vero. Ma devo rispettare volumetrie massime e distanze tra edifici. Il legislatore non sempre mi permette di non computare gli spessori extra. Finestre piccole, ok, ma devo comunque rispettare i rapporti aereoilluminanti.
- legno isolante. NO. è vero che il legno è più isolante del calcestruzzo, ma non è sufficiente a rispettare i limiti di legge. Uno strato coibente ci vuole sempre (se si pensa al sistema stratificato a secco e ai normali solai trave-travicello-assito). Inoltre, proprio per il raffrescamento il sistema stratificato a secco richiede molta più attenzione perchè ha poca massa. Se parli invece di elementi spessi e pieni può starci, ma non ho idea di quanto possano costare, nè di quali prestazioni hanno. Vero è che il legno è un materiale molto più ecologico e facile da montare
- iperisolare non è una mania ma, giusto o sbagliato che sia, la tendenza dove ti porta la normativa. Inoltre, per ovviare parzialmente al problema ventilazione ci sono dei sistemi meccanici (VMC) che sono quasi obbligatori nei casi più estremi (e che non sono poi così costosi).
Concordo sul fatto che alcune soluzioni tradizionali possono essere una risorsa, ma non sono LA soluzione, anche perchè sono state concepite in epoche in cui le esigenze erano altre e possono adattarsi solo in parte a quelle attuali. Così come sole alcune "nuove" soluzioni sono credibili, mentre altre sono poco più che status simbol.
Poi quoto questo: "Secondo me non si può avere contemporaneamente: la casa calda d'inverno, fresca d'estate, che consumi poca energia, che costi poco (sia gestirla sia costruirla), che abbia finestre di 100 mq, più luce di San Siro la sera del derby, che sia costruita tutta con materiali naturali e che richieda poca manutenzione, ah già e che infine non abbia muffe infiltrazioni ecc, e che naturalmente sia perfettamente antisismica e resistente al fuoco. Non si può: bisogna fare delle scelte".
Non scordiamoci però che l'alternativa non è scegliere tra vari estremi, ma fare un bilancio e poi una sintesi tra tutte le cose che ineriscono in un progetto e non scordarsi che siamo architetti (ovvero che ci è richiesta una certa inventiva, innovatività e sperimentazione nel progetto che è, tra l'altro, cosa che ricade anch'essa nella qualità ambientale).
Insomma, in sintesi, dobbiamo rifuggire le posizioni ideologiche e confrontarci con le diverse situazioni reali che ci troviamo di fronte di giorno in giorno (che richiederanno soluzioni sempre diverse e mai scontate).
- patio. Vero, ma non sempre mi posso permettere di farlo (spazio?)
- frangisole. Vero. Ma la produzione industriale, di solito, non mi permette elementi troppo lavorati a costi abbordabili. Meglio quelli semplificati (che personalmente mi piacciono anche di più)
- muri spessi e massicci. Vero. Ma devo rispettare volumetrie massime e distanze tra edifici. Il legislatore non sempre mi permette di non computare gli spessori extra. Finestre piccole, ok, ma devo comunque rispettare i rapporti aereoilluminanti.
- legno isolante. NO. è vero che il legno è più isolante del calcestruzzo, ma non è sufficiente a rispettare i limiti di legge. Uno strato coibente ci vuole sempre (se si pensa al sistema stratificato a secco e ai normali solai trave-travicello-assito). Inoltre, proprio per il raffrescamento il sistema stratificato a secco richiede molta più attenzione perchè ha poca massa. Se parli invece di elementi spessi e pieni può starci, ma non ho idea di quanto possano costare, nè di quali prestazioni hanno. Vero è che il legno è un materiale molto più ecologico e facile da montare
- iperisolare non è una mania ma, giusto o sbagliato che sia, la tendenza dove ti porta la normativa. Inoltre, per ovviare parzialmente al problema ventilazione ci sono dei sistemi meccanici (VMC) che sono quasi obbligatori nei casi più estremi (e che non sono poi così costosi).
Concordo sul fatto che alcune soluzioni tradizionali possono essere una risorsa, ma non sono LA soluzione, anche perchè sono state concepite in epoche in cui le esigenze erano altre e possono adattarsi solo in parte a quelle attuali. Così come sole alcune "nuove" soluzioni sono credibili, mentre altre sono poco più che status simbol.
Poi quoto questo: "Secondo me non si può avere contemporaneamente: la casa calda d'inverno, fresca d'estate, che consumi poca energia, che costi poco (sia gestirla sia costruirla), che abbia finestre di 100 mq, più luce di San Siro la sera del derby, che sia costruita tutta con materiali naturali e che richieda poca manutenzione, ah già e che infine non abbia muffe infiltrazioni ecc, e che naturalmente sia perfettamente antisismica e resistente al fuoco. Non si può: bisogna fare delle scelte".
Non scordiamoci però che l'alternativa non è scegliere tra vari estremi, ma fare un bilancio e poi una sintesi tra tutte le cose che ineriscono in un progetto e non scordarsi che siamo architetti (ovvero che ci è richiesta una certa inventiva, innovatività e sperimentazione nel progetto che è, tra l'altro, cosa che ricade anch'essa nella qualità ambientale).
Insomma, in sintesi, dobbiamo rifuggire le posizioni ideologiche e confrontarci con le diverse situazioni reali che ci troviamo di fronte di giorno in giorno (che richiederanno soluzioni sempre diverse e mai scontate).
Gli animali nell'artico scavano tane sotto alla neve per ripararsi dal gelo... ...quindi se si ferma la neve e fuori c'è -10°C non credo sia un dramma, anzi. (parere personale)
Scusami Edoardo,
non ho capito il senso dei tuoi due ultimi interventi. Saresti così gentile da volermeli chiarire?
non ho capito il senso dei tuoi due ultimi interventi. Saresti così gentile da volermeli chiarire?
Qale, quello degli animali?
Era un parallelo tra una situazione naturale (infilarsi sotto alla neve) ed avere la neve sul solaio di copertura.
In certe situazioni di freddo intenso, anche la neve può fungere da isolante, stabilizzando la temp. esterna rispetto ad un contatto diretto con l'aria (mi è stata contestata la scelta di un terrazzo "a tasca" in un mio progetto di montagna, dove si sarebbe fermata la neve in inverno.)
Era un parallelo tra una situazione naturale (infilarsi sotto alla neve) ed avere la neve sul solaio di copertura.
In certe situazioni di freddo intenso, anche la neve può fungere da isolante, stabilizzando la temp. esterna rispetto ad un contatto diretto con l'aria (mi è stata contestata la scelta di un terrazzo "a tasca" in un mio progetto di montagna, dove si sarebbe fermata la neve in inverno.)
...ma è stato bello trovare metri cubi di neve ammassati nell'impluvio della vetrata-copertura di Fuksas alla fiera di Milano. E' vero, non c'era comunicazione esterno-interno lì, eppure mi sembrava un segnale di ribellione, uno sberleffo della natura... ...vedere dietro a un vetro, messa goffamente quasi in mostra dalla creatività del "genio", una cosa del tutto naturale, finità lì come per caso a rovinare tutto.
scusa Sil
sarei io quella che si riempe la bocca di cose che non sa?
guarda che io parlavo di SISTEMI PASSIVI (canali di ventilazione, muri di trimbe, pareti ventilate. ecc.. ovvero sistemi che non intervengono con mezzi tecnologici sull'ambiente costruito) e non di CASE PASSIVE (ovvero edifici che non solo non disperdono, ma sono anche energeticamente autosufficienti)
no, perchè c'è una bella differenza.
sarei io quella che si riempe la bocca di cose che non sa?
guarda che io parlavo di SISTEMI PASSIVI (canali di ventilazione, muri di trimbe, pareti ventilate. ecc.. ovvero sistemi che non intervengono con mezzi tecnologici sull'ambiente costruito) e non di CASE PASSIVE (ovvero edifici che non solo non disperdono, ma sono anche energeticamente autosufficienti)
no, perchè c'è una bella differenza.
ahuahuah ma io sono rilassatissima!!
non sono ne oofensiva ne presuntuosa, e dico ciò che so, per essere utile, tutto qui.
e cmq si, sono un tecnico, e me ne vanto!
non sono ne oofensiva ne presuntuosa, e dico ciò che so, per essere utile, tutto qui.
e cmq si, sono un tecnico, e me ne vanto!
beh, perchè?
infondo siamo professionisti del campo tecnico, a prescindere poi dalle nostre specifiche competenze.
scusate l OT ;)
infondo siamo professionisti del campo tecnico, a prescindere poi dalle nostre specifiche competenze.
scusate l OT ;)
Hai ragione, ma se ci consideriamo "dei tecnici" ci sarà sempre chi è più tecnico, se ci consideriamo "creativi tecnici" allora non ce n'è per nessuno, perchè (dovremmo) fare un mazzo così a tutti. Non sò se mi sono spiegato.
"...ma se ci consideriamo "dei tecnici" ci sarà sempre chi è più tecnico, se ci consideriamo "creativi tecnici" allora non ce n'è per nessuno, perchè (dovremmo) fare un mazzo così a tutti..."
va beh, quello lo davo per scontato...
va beh, quello lo davo per scontato...
anzi rettifico:
per me l'architetto è un TECNICO CREATIVO e non viceversa.
altrimenti ci facciamo ridere dietro.
per me l'architetto è un TECNICO CREATIVO e non viceversa.
altrimenti ci facciamo ridere dietro.
...ma la sua identità non risiede nella tecnica, bensì nella creatività, o meglio, nella progettualità, progettualità che disciplina la tecnica.
Brunelleschi doveva fare una cupola autoportante senza l'uso di centine, il problema era tecnico. La soluzione della doppia calotta con i mattoni a spirale che partivano dal tamburo, collegata alla calotta esterna irrigidita dai costoloni nonchè la forma ogivale, sono soluzione tecniche elaborate da un progettista.
La tecnica è sempre al servizio del risultato progettuale, statico o formale che sia ma non è mai fine a se stessa.
Per questo Calatrava e Nervi sono anche architetti, cioè progettisti, mentre il termotecnico è un tecnico.
Se poi è creativo sempre un termotecnico è.
(Spero di non aver scazzato con la cupola.. ...vaghi ricordi...)
Brunelleschi doveva fare una cupola autoportante senza l'uso di centine, il problema era tecnico. La soluzione della doppia calotta con i mattoni a spirale che partivano dal tamburo, collegata alla calotta esterna irrigidita dai costoloni nonchè la forma ogivale, sono soluzione tecniche elaborate da un progettista.
La tecnica è sempre al servizio del risultato progettuale, statico o formale che sia ma non è mai fine a se stessa.
Per questo Calatrava e Nervi sono anche architetti, cioè progettisti, mentre il termotecnico è un tecnico.
Se poi è creativo sempre un termotecnico è.
(Spero di non aver scazzato con la cupola.. ...vaghi ricordi...)