dq : [post n° 254523]

si stava meglio quando si stava peggio?

Ciao a tutti. l'argomento del mio post è molto ricorrente ma vale la pena parlarne. Mi riferisco alla questione architetti neolaureati e sottopagati sfruttati e chi più ne ha più ne metta. Purtroppo, il problema è a monte: a 18 anni si dovrebbe già avere chiaro a cosa si va incontro e essere sicuri di avere la forza e le possibilità di affrontare l'inserimento nel mondo del lavoro dopo gli studi. Lo dico mio malgrado, perchè sono tra i tanti laureati senza lavoro (ne ho appena lasciato uno poco pagato...). Mi metto però nei panni di un titolare di studio di architettura, che mette i suoi mezzi, il suo sapere, le sue possibilità lavorative, acquisite magari in tanti anni e dopo essere stato a sua volta sfruttato agli inizi, a disposizione di chi, del lavoro vero, sa poco e niente e deve imparare tutto. Questo vuol dire che commetterà errori, e questi errori possono ripercuotersi sul lavoro del titolare, che deve quindi controllarlo per poi indicargli dove sbaglia. E questo è fondamentale per chi inizia a lavorare, capire gli errori per non ripeterli. E' un tirocinio, come tale non un lavoro vero e proprio che ti può permettere di pagarti le vacanze...
Sono dura, lo so, e lo faccio anche contro i miei interessi, ma credo sia la realtà e bisogna affrontarla.
Conclusione: o hai una famiglia alle spalle che ti mantiene fino a 40 anni, quando si spera avrai fatto un'esperienza tale da renderti un buon professionista, oppure dopo un diploma da geometra fai il tuo tirocinio e a 22-23anni puoi ambire ad uno stipendio dignitoso e mettere su famiglia.
Ormai tutti studiano, tutti si laureano, tutti pretendono di essere trattati in un certo modo perchè sono stati proclamati dottori. Una volta l'università era per pochi, ma non è la laurea che ti rende una persona migliore, e anche un semplice diplomato ha la stessa dignità di un laureato.
Mi dispiace ma credo sia così: abbiamo la passione per l'architettura? Beh, non bisogna studiare 5 anni per coltivare una passione, anzi, forse quando la passione diventa lavoro ci va a perdere d'intensità...
Se tornassi indietro, farei l'istituto tecnico per geometri come avrei voluto invece dello scientifico, a 19 anni mi inserivo nel mondo del lavoro e, se chiedevo l'abbonamento a casabella e compagnia non me lo negavano mica.
Quindi inizio per prima a smetterla di piangermi addosso, e se nel mercato non riesco a trovar posto, metterò da parte l'orgoglio e farò dei lavori che avrei potutto fare anche 10 anni fa. Magari riuscirò a permettermi un viaggio per visitare quelle architetture che, per ora, ho potuto vedere solo sulle riviste...
Non voglio offendere nessuno, nè avere la presunzione di convincere chi non condivide quanto ho scritto, ma far riflettere non mi dispiacerebbe.
francesco :
Che dire!? Il discorso è sempre lo stesso, da anni ormai e purtroppo ancora senza soluzione. Personalmente credo che tu abbia ragione su quelli che se la sono sudata duramente e a buon diritto non possono permettersi di pagare un tirocinante a buon mercato ma ce ne sono pochi pochi di quarantenni che possono vantare una simile fortuna. Il resto dei professionisti italiani ha ereditato lo studio o ha i soliti agganci di qua o di la che nn mi dilungo a specificare. Però mi sembra dovuto chiarire ancora una volta che il LAVORO VA PAGATO e basta. C'è una dignità che ci appartiene e dobbiamo risponderne anche quando un giorno potremmo essere così fortunati da assumere qualcuno. E poi nn è che sottopagando si migliora la situazione. Anzi,i risultati sono quelli sotto gli occhi di tutti.
Come ogni grande problema epocale c'è bisogno di una grande soluzione che mi permetto di suggerire dovrebbe essere una rivoluzione, ma di tipo intellettuale. A cambiare dovrebbero essere le persone poi tutto il resto.
Ciao e buona giornata
Edoardo :
Quoto francesco.

Meglio lamentarsi lottando che rassegnarsi con falso soddisfacimento.
luisè :
Dico il mio pensiero... sarà anche che il professionista mette le sue conoscenze al mio servizio (giovine neolaureata inesperta e che continua a sbagliare...) ma i pdc, le dia e le varie autorizzazioni di qua e di là a casa se le porta, e magari ne porta anche di più di quelle che avrebbe fatto senza me... e il committente per quelle lo paga. Proprio oggi il mio boss si è accorto che a solaio montato avevo sbagliato a disegnare delle finestre... parole a iosa (in simpatia, ma sempre parole sono...) parliamone, io ho sbagliato... ma chi è che ha riguardato la tavola cinque volte senza mai accorgersene? chi è che si vanta di qua e di là dell'esperienza pluriennale...? sarà come dice dq, ma secondo me c'è lo stesso qualcosa che non va...
Kia :
Nel mio primo studio da neolaureata lavoravo anche 12 ore al giorno e se serviva anche nel fine settimana. Sinceramente penso di essermelo stra-guadagnato lo stipendio che avevo. Ho imparato tanto, e questo nn finirò mai dirlo, ma ho dato anche tanto in termini di impegno, dedizione e lavori assegnati fatti bene. Quindi nn sottovalutiamo il lavoro del neo-laureato. Certo è che se il neolaureato di adesso che esce dall'università ed è una capra (tirocinanti della triennale che nn sanno cosa è una sezione nè un ctb...) vuole 1500 euro....insomma, bisogna anche meritarseli.
sil :
Innanzitutto il lavoro VA PAGATO, per quanto umile possa essere, dal manovale all'astrofisico e questo discorso che uno deve stare "zitto e mosca" a prenderle nel sedere oppure deve fare il mantenuto mi fa rabbrividire. detto questo è anche vero che uno deve metter passione e serietà nelle cose che fa e sapere a che cosa va incontro. Ora, la nostra è una categoria che non ha orari e non conosce ferie, però io ho visto tanti ex colleghi a cui alle 18 cadeva la penna dalle manie tanti saluti. E non erano certo persone molto produttive. Se si vuol fare questo mestiere bisogna tirarsi su le maniche ed avere un minmo di spirito imprenditoriale; l'atteggiamento da dipendente purtroppo non lo si può avere anche se di fatto si è dipendenti, ma è proprio per questo che bisogna farsi rispettare coime profesisonisti. Inoltre sottolineo che pur avendo lavorato in 5 studi diversi, solo un paio di volte ho trovato dei profesionisti che mettevano a disposizione la loro scienza, gli altri invece badavano molto a quello che gli avresti messo a disposizione tu col tuo lavoro ininterrotto 9 ore anche 10 al giorno e che con mezzora di pausa. E poi uno dovrebbe accontentarsi?....mo' mi faccia il piacere!
Claudia :
E' dura ragazzi, tanto dura....Specialmente per quelli che non sono figli di architetti, geometri o ingegneri e che non possono appoggiarsi ad uno studio già avviato. va bene la passione per l'architettura e tutte le belle cose che ci insegnano in facoltà, ma quando esci di lì a 27/28 anni, bisogna pure campare in qualche modo...A meno che babbo e mamma non ti finanzino finché non ti sei fatto una posizione decente! spesso mi prende lo sconforto....
dq :
Avete detto tutti cose a mio avviso interessanti.
Per Francesco: sì, è vero, il lavoro va pagato, il problema è quanto...magari i primi mesi uno ci sta a lavorare per una miseria, ma quando poi il tempo passa la nostra dignità, come giustamente dici, diventa più importante, e uno stipendio inferiore a quello di un qualsiasi operaio risulta essere una presa in giro. Senza voler peccare di presunzione e con tutto il rispetto per chi ha bisogno di guadagnare anche poco per vivere (me compresa), dopo un pò ci si dovrebbe rifiutare di prestare il proprio servizio per la gloria...a quel punto il datore, se riconosce il nostro merito, ci tiene alle dovute condizioni, altrimenti si cerca un altro tirocinante da spennare, ma a quel punto è solo uno sfruttatore.
Per Edoardo: non mi sto rassegnando con falso soddisfacimento, anzi di soddisfacimento ne ho ben poco, però dico a me stessa che, se avessi valutato con attenzione non solo le mie inclinazioni ma anche ciò che avrei incontrato una volta uscita dall'università magari avrei fatto altre scelte, proprio per non trovarmi in una situaione di questo tipo sapendo di non potermelo permettere.
Per sil: neanche io condivido la filosofia zitto e mosca o del mantenuto,e capisco quando dici delle 9 ore e tutto il resto. Ma che si può fare? Finchè un certo tipo di datori di lavoro troverà chi lavorerà per lui 10ore al giorno a 3 euro l'ora in nero non prenderà mai in considerazione chi chiede giustamente di più. Condivido pienamente quando dici che nel nostro mestiere bisogna avere spirito imprenditoriale, perchè ritengo che, dopo un minimo di esperienza fatta per gli altri, la soluzione migliore e più gratificante sia tentare la propria strada. Se devo fare la fame, la faccio lavorando per me stessa, non credi?
Poi c'è l'annosa questione dei figli della casta...c'è sempre stata e sempre ci sarà, secondo me. Forse sto per dire una bestemmia, ma siamo sinceri e crudi: se mio padre fosse stato arch o ing o geom con un suo studio va da sè che avrei iniziato a lavorare con lui, o no? E se un giorno avessi uno studio e mio figlio diventasse mio collega è altrettento scontato che lo prenderei a lavorare con me, a scapito di altri. Che dire? A me sembra ovvio, non bello, non giusto se chi gode del vantaggio è meno bravo del figlio dell'operaio, ma normale.
Io credo che siamo davvero tanti, troppi, da qui il titolodel mio post d'apertura: una volta quei pochi laureati avevano accesso immediato al mondo del lavoro di loro competenza, oggi siamo tutti diplomati, molti laureati, forse non c'è bisogno di tanti professionisti. Questo è in contraddizione con la mia esperienza, avrei dovuto fare a meno di continuare gli studi, ma ribadisco, a 18 anni si è pieni di speranza e di voglia di inseguire le proprio passioni...col senno di poi è facile parlare, ma un domani parlerò molto chiaro ai miei figli, che ci pensino bene prima di intraprendere il percorso che abbiamo intrapreso noi.
E' un piacere scambiarsi opinioni, ragazzi, chi lo sa, forse servirà a cambiare qualcosa... Grazie
Kia :
x dq:
si, la questione dei figli della casta è una cosa alla quale nn si può opporre nessun rimedio però ultimamente mi sta venendo la depressione perchè dove sto lavorando ora ho a che fare con un figlio di papà che strozzerei volentieri. Con tutte le imprese con cui stiamo lavorando attualmente devo interfacciarmi con altri figli di papà che a qualsisi domanda posta da me rispondono"nn so devo chiedere a mio padre".Insomma, un branco di inetti e privi delle cosiddette palle. Pur nn potendoci fare proprio un bel nulla, la faccenda mi rompe alquanto perchè penso tra me e me che ho fatto spendere soldi in università ai miei genitori per finire a fare la serva di sta gente. Perchè ovviamente anche se penso di valere non avrò mai le giuste gratificazioni perchè "ogni scarrafone è bello a mamma sua" e il figlio qualsiasi cosa combini è pure sempre il figlio....Insomma, se vi è possibile, evitate di finire in studi a gestione familiare!!!!
Edoardo :
Alla fine non esiste una realtà "giusta", una regola ideale... ...ma tanti casi particolari, che devono combattere con i compromessi giorno per giorno. Non possiamo paragonarci direttamente con gente di un'altra epoca ed i mutamenti valgono per tutti.
Ed è proprio per questo che se si segue sè stessi non si sbaglia mai, anche se i risultati sembrano scarsi.
Elen@ :
Mamma mia ragazzi come è vero quello che dite!!!..nonostante il Sir Berlusconi ci ha ampiamente consigliato..(come figlia di operai)...di evitare i problemi lavorativi sposando uno ricco...(ke merda)...mi ostino a puntare sulle mie forze!!!..Sto cercando concorsi lavori stage qualsiasi lavoretto mi possa permettere di pagarmi almeno la benzina!!!!...ma dobbiamo essere fieri di quello che siamo e facciamo perché fatto solo con le nostre FORZE!!!....non ci abbattiamoo su!!!...Forzaaaaaaaa!!!...
Edoardo :
...Italiaaaaaaa!!!!

scherzo eh.
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.