redazione p+A : [post n° 271374]

Tirocinio formativo? Per non più di 6 mesi

La Manovra bis propone una riforma dei tirocini formativi e di orientamento non curriculari, stabilendo per essi una durata non superiore a 6 mesi. Tante le polemiche e intanto la Toscana annuncia il suo ricorso alla Corte Costituzionale.
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sil :
i tirocini formativi hanno dell'interesse reciproco per lo studio che li elargisce e per lo studente che si deve laureare, ma il resto dei tirocini farebbe bene a chiamarsi lavoro. Poichè da che mondo e mondo ognuno ogni volta che cambia lavoro o semplicemente posto di lavoro, impiega comunque del tempo a rodare e capire l'andamento delle cose, viene formato con dei corsi (pagati dall'azienda) per imparare l'utilizzo di software o corsi di lingua, tutto questo senza rinunciare ad un contratto scritto ed uno stipendio mensile. Siamo tutti daccordo che la nostra categoria funziona diversamente e che se uno studia da architetto in teoria dovrebbe nutrire aspirazioni da libero professionista, tuttavia una via di mezzo va trovata, in quanto ci sono studi che campano con il LAVORO degli stagisti ( e comprenderete che c'è un problema anche lessicale a questo punto) che percepiscono un rimborso spese che basta per i mezzi ed il panino a mezzogiorno. Se una persona studente o lavoratore, laureato o meno che sia, aiuta a produrre del reddito, è giusto che questo si riperquota anche sul suo compenso; nessuno chiede o propone di ingrassare giovani studenti alle prime armi nel monedo del lavoro, si tratta solo di onestà intellettuale e rispetto reciproco. Cosa di cui siamo quasi del tutto privi di questi tempi. Vanno evitate le situazioni di studi con 10 studenti universitari o stagisti post -laurea che vengono puntualmente scalzati alla fine del periodo pattuito, senza possibilità di crescere nella struttura, a causa del TERRIBILE RISCHIO di dover far lievitare (giustamente) anche i loro compensi.
ciondolo :
nessuno ha l'interesse di lavorare gratis. Per cui, se si ha voglia di chiamare il "lavoro" in un altro modo, ad esempio "tirocinio", liberissimi di farlo. Ma si tratta sempre della stessa cosa, perché quando ti siedi di fronte al pc per mettere in pratica le nozioni che apprendi nello studio, stai di fatto creando un vantaggio allo studio, stai cioè LAVORANDO PER LO STUDIO. E in qualunque società civile il lavoro viene pagato.

Quello che ti potrà dare un laurendo, sarà "poco" rispetto al bagaglio di esperienze di un architetto che da 3 anni gira per vari studi di progettazione. Ma sempre di lavoro si tratta. E' lavoro ciò che fa l'uno, ed è lavoro ciò che fa l'altro. Invece di chiamarlo "tirocinio", lo si potrebbe chiamare "Giorgio" o "grattachecca". La sostanza non cambierebbe.
nikosky :
era ora che qualcuno ponesse un freno alla più grande fregatura del secolo....stage e tirocini....ora ci vorrebbe qualcuno che ponesse DEFINITIVAMENTE un veto alle inutili lauree brevi...
sissi :
i freni li possono anche mettere ma poi le aziende/studi li rispettano? allo stato attuale lo stage non dovrebbe essere per un periodo superiore ad 1 anno e in convenzione con un ente, di solito le università, eppure ci sono studi che propongono stage per periodi superiori e spesso senza essere convenzionati con l'università. A livello pratico non credo che ci saranno cambiamenti, anche perchè le aziende invece di cambiare stagista a fine anno lo cambieranno ogni sei mesi.
io :
lo stage e i tirocini servono solo a regolarizzare lo SFRUTTAMENTO ...queste pratiche sottraggono ai giovani laureati la possibilità di poter lavorare: se si può avere lo stagista perchè assumere con un regolare contratto?..è vergognoso!!!!
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