Pa : [post n° 276783]

SIS: speranza - incoraggiamento - sostegno

Ciao a tutti,
quello che chiedo io lo potete leggere nel titolo in alto.
Da giovane architetto interessata ed intraprendente, mi chiedo: sul serio devo dare la colpa al sistema - alla crisi mondiale - devo continuare a credere che è tutto quello che mi circonda che non va? Oppure posso dichiarare fallimento e fare i conti con la mia scarsa capacità di riuscita? Ho lavorato per molto tempo in uno studio dove i guadagni erano scandalosi - mi sono "buttata" nella libera professione... e chi ti paga a metà... chi evita con piacere il passaggio....chi non ha la pazienza di aspettare i tempi burocratici italiani e fa da sè mettendoti nei casini....!!!
Pensavo di accingermi a fare il lavoro più figo della terra e mi ritrovo nella situazione più sfigata possibile!!!!! Ma per voi com è? Inizio a chiedermi se sono io quella che non va! Ma nonostante tutto non riesco ad arrendermi in fondo potrei andare a lavorare in un bar - a fare la segretaria- ecc...! Invece ogni giorno ci spero sempre di più e come il fumo sai che ti fa male ma fumi lo stesso!!!! P.S. Se tra di voi c è qualcuno che mi sa dare degli indirizzi di studi tecnici su Barcellona sarei molto felice. Magari potessi sparire da questo paese......
mari :
Pa, la storia è purtroppo comune a molti di noi, per cui dichiarare il fallimento o pensare di avere scarsa capacità di riuscita non è proprio il caso. Questo perché le cause sono da ricercare per la maggior parte all’esterno, come dici tu “nel sistema”, io aggiungo “nelle leggi di mercato”.

Siamo tanti e l’offerta scarsa. La crisi ha giocato il suo ruolo e poi ci sono le regole del mercato. Come dice il mio saggio prof. di tecnica delle costruzioni: se un venditore va al mercato per vendere le sue pere e lì trova una folla di venditori che vendono lo stesso prodotto, ha solo 2 alternative: o abbassa il prezzo o va a casa. E secondo me potrebbe anche vendere frutti tropicali sconosciuti.

Secondo me avere consapevolezza della situazione è un punto di partenza e sperare che arrivino provvedimenti dall’alto che possano cambiare la situazione prima che maturi per noi l’età della pensione una utopia. E allora bisogna avere una strategia. Una può essere come dici tu andare all’esterno. Un’altra è cercare comunque lavoro, perché anche se gli annunci sono pochi, non si sa mai e in più ci si rende conto di cosa si chiede.

Resta anche la possibilità di specializzarsi in qualcosa o battere strade alternative (vendere ciò che gli altri non vendono: i frutti tropicali sconosciuti) o semplicemente elevare il livello di ciò che già si sa fare (più il livello è alto è minore è la concorrenza). Farsi venire idee e perseguirle tentando se è possibile di concentrare le energie e non disperderle in cose inutili. Farsi venire idee creative.

Mi viene in mente il manuale per scalare le montagne di Coelho: un bell’esempio di come costruirsi una strategia. Ecco il link per leggerlo: http://marcom01.wordpress.com/2006/06/14/manuale-per-scalare-le-mont…
Pa :
Grazie per la tua risposta Mari!
Il problema è proprio trovare quei famosi frutti tropicali di cui parla il tuo prof. E' un impresa ardua. Forse sono istinti. A meno che non si è figli di papà con un buon capitale alle spalle... e quindi ti puoi inventare ciò che vuoi....
mari :
E allora se si continua a parlare per luoghi comuni "figli di papà", concorsi truccati, studi professionali pronti solo a sfruttare e tante altre cose che leggo in bacheca, dottorati in cui non si entra, baroni universitari, ecc... Allora proprio non se ne esce più e qualunque richiesta di consiglio diventa inutile; e le parole di chi è in situazioni simili e tenta di uscirne, altrettanto inutili.

Allora che dire: non c'è soluzione se non scappare all'estero o cambiare mestiere.

Se la cosa fosse facile, non staremmo qui a parlarne. Per i "capitali" c'è anche gente che con lavori paralleli se li procura, almeno quanto basta per cercare di migliorare la propria formazione. Non necessariamente ci pensano i genitori, almeno per molti non è così.

Non so, a volte nel leggere sempre gli stessi commenti, penso che forse quando i più "anziani" dicono che i ragazzi sono "fiacchi" e si adagiano, forse è vero. Ma quanti tra le generazioni che ci hanno preceduto hanno lavorato, con una famiglia, e contemporaneamente preso la laurea che sognavano? Io ne sento varie di queste storie, è vero che i tempi erano diversi e ora le possibilità ristrette, ma inizio a pensare che diversa sia anche la mentalità e l'approccio troppo demotivato ai problemi tra noi ragazzi.

Comunque ho risposto perchè mi aspettavo una o + reazioni propositive.
Pa :
Hai colto male, anzi sono stata io a scrivere in modo poco chiaro...E' vero rileggendolo sembra proprio che io sia di coccio e non riesca a schiodarmi dalle mie posizioni. In realtà nello scrivere ho trasmesso male. Ti assicuro che giorno e notte il mio cervello è una centrifuga di idee... penso e ripenso a cosa cavolo possa inventarmi di nuovo. Non smetto mai di leggere per approfondire gli argomenti, ecc.....! Il fatto dei soldi era per dire CAVOLO MARI SE AVESSIMO TANTI SOLDI GLI FAREMMO VEDERE NOI! Perchè conosco il potenziale di tante persone che però con dei lavoretti del cavolo retribuiti al margine della decenza o non retribuiti per nulla non possono saltare fuori. Ti assicuro che il tuo intervento invece mi è piaciuto molto.
Edoardo :
Mi intrometto per far evidenziare che senza mercato, purtroppo, sono solo chiacchere, sia quelle di chi si lamenta, sia quelle di chi si dà coraggio dicendo che non bisogna lamentarsi (sempre gli stessi commenti in entrambi i casi). Chi scrive, da neolaureato 7 anni fa, si trovava a non avere tempo perchè oberato da progetti di vario tipo, forieri di collaborazioni remunerate ed assunzione. ORA NON E' PIU' COSI', il panorama, e lo sappiamo, è cambiato drasticamente e lo sto vivendo sulla mia pelle e sulla percezione che ho oggi del mio futuro. Il lavoro non c'è. Chi si può permettere corsi e controcorsi, magari senza lavorare, non fa altro che girare intorno al problema in molti casi.
Chi si avviò negli anni 60 - 70 - 80 - 90 - 00 non ha conosciuto una crisi come quella odierna e se si permette di ignorare la storia lo fa in malafede, non è una persona seria. La gravità della situazione attuale sta anche nella sciagurata politica delle università poco selettive (avrebbero dovuto esserlo non come, ma di più che nei decenni passati), nella sciagurata politica della crescita selvaggia fondata sul credito, nella sciagurata politica del clientelismo strisciante. Il risultato è la paralisi.
La frittata, comunque la si rigiri, questa è.
Bisogna evitare di mollare, comunque, perchè ci potrà sempre essere una ripresa ed uno sblocco dei meccanismi.
Lo sgravio dell'IRPEF per chi assume è un elemento, l'abbattimento delle tasse per chi avvia un'azienda o apre uno studio un altro, la promozione dei concorsi, una legge sui tirocini... ...sempre auspicando che si possa avere accesso al credito, ma nel contesto di un'economia che soddisfi una domanda, non un'economia malata come prima. E far ripartire la domanda è un bel casino, ma è la sola cosa che può dare speranza a chi vuole cominciare a fare l'architetto in maniera pulita e da zero.
mari :
Pa, ho colto. Io do per scontato che oramai sappiamo tutti molto bene qual è la situazione. Conosco la sensazione del cervello in continuo movimentosolo ma a differenza di te, utilizzo un altro termine: "frullatore". Ma poco cambia.

Il mio era solo uno sprone per dire, "ok, allora la situazione in questo momento è difficile, il contesto in cui purtroppo dobbiamo operare, è questo, cosa fare? come uscirne?".

Insomma solo un incitamento ad essere propositivi, un modo per dire "io sto cercando di regolarmi così, e voi?". Mi dispiace non voleva essere un attacco, ma le intenzioni erano esclusivamente quelle che ho spiegato.
mari :
x Edoardo: è ovvio che se si allargasse il mercato ne traremmo giovamento. ed è altrettanto ovvio che la situazione è cambiata e che i problemi sono seri. Ma questo lo sappiamo e lo viviamo tutti. Ma per persone come me di trenta anni (me ne sono nascosti 2) il momento per trovare soluzioni è ora, non tra qualche anno, per cui aspettare che "si sblocchino i meccanismi" non mi pare il caso.
Ed allora volevo incoraggiare chi è nella stessa barca ed allo stesso tempo ad esser propositivi.
Se poi qualcuno dice che nel breve termine la soluzione migliore è cambiare mestiere, e allora, niente, è una possibilità che io metto tra le "soluzioni creative" e tra le "strade alternative", come tra l'altro gia sto facendo. Anche quello magari è un modo di essere propositivi.
Comunque corsi e controcorsi non sono incompatibili con il lavorare, e in alcuni casi (è sperimentato) qualche lavoro te lo procurano, in questo momento non tanti, ma qualcuno sì.
Edoardo :
Mah, ho un amico che è diventato agente di un'azienda leader del fotovoltaico, mi ha proposto di fare 2 chiacchere. Perchè tira il fotovoltaico? Perchè ti prestano i soldi le banche. L'anello tra le rinnovabili e la progettazione dov'è? Esiste un'interfaccia tra azienda produttrice e realizzazione architettonica per il cliente, che non consista solo nell'applicare i pannellozzi ma proprio nel progettare soluzioni integrate con l'architettura? Ma architettura de che, se la gente non ha i soldi e ci sono miliardi di U.I. invendute? Ma quanto fa schifo la nuova sede del Comune di Bologna con quel bagaglio fotovoltaico sopra i palazzi, venduto come idea innovativa? Molti venditori di fumo hanno utilizzato la parola GREEN per vendere i propri progetti, manca secondo me una cultura come in Germania che crei nuovi professionisti preparati che non siano nè tecnici nè venditori. Un master sulle rinnovabili ed un'esperienza in Germania potrebbe costituire un vantaggio in un'ottica di ripresa italica, ma... ...Sprichst du Deutsch?
arko :
Eduà, mi assumi?
Ily :
Edorardo, posso fondare fan club?

"Ma quanto fa schifo la nuova sede del Comune di Bologna con quel bagaglio fotovoltaico sopra i palazzi, venduto come idea innovativa"

Mitico, semplicemente mitico!!! Sopratutto il BAGAGLIO FOTOVOLTAICO!!!
archiiunior :
1) non scoraggiarti
2)tutti tra neo e vecchi architetti e iunior viviamo la stessa situazione.
3) smettiamola di dire e ripetere siamo in troppi, facciamo uno stupido gioco di alcuni vecchi architetti.
4) tutto ciò che ti frulla versalo in un qualche contenitore. Ogni idea potrebbe essere un inizio di una nuova esperienza.
5) Solo la parola crisi ha chiuso i portafogli dei ricchi, figuriamoci il medio.
6) ricorda che sei un ARCHITETTO.
7) Valuta i corsi che ti permettano di guadagnare, corsi sicurezza ecc..
8) Inventa prodotti di design e inviali alle aziende, o producilo.
9) in bocca al lupo a tutti.
10) se potessi tornare indietro, mi iscriverei di nuovo in architettura.
Tes :
ahahaahahaha l'ho visto il nuovo comuneee!!!Ero a Bologna settimana scorsa ;-)...anzi, già che ci siamo, chi è di Bologna che vorrei chiedere una cosa?
Edoardo :
Io sono di Roma, ma sto (senza accento) presso BO', ove vivo ed opero, chiedi pure, se posso esserti di aiuto...
Tes :
ciao Edoardo!tanto per non stressare qui, posso inviarti una mail? se puoi darmi indirizzo ovviamente :-) !!gracias!!
Edoardo :
mah, vabbè: email
desnip :
per pa:
speranza: se ce l'hai, è bene, se non ce l'hai nessuno te la regala.
incoraggiamento e sostegno: non te li dà nessuno, per cui devi andare avanti con le tue forze.

per mari: il problema è che le pere le mangiano tutti, i frutti tropicali solo qualcuno e solo ogni tanto. Quindi se ti metti a venderli, quanto può esserci da lavorare?
"(più il livello è alto è minore è la concorrenza)": ma addò?? Parliamoci chiaro: qui è pieno di cialtroni ignoranti con fior di portafogli clienti, e gente preparatissima che non lavora.
mari :
x desnip: per i "frutti tropicali".. vedremo, io per ora seguo questa strada.(per me i frutti tropicali sono anche lavori per i quali non ci vogliono competenze necessariamente da architetto ma per i quali i nostri studi possono costituire una marcia in più).

Sono d'accordo per la folla di cialtroni. Ma quello che posso dire dalla mia esperienza è che più il lavoro si complica e più la folla di cialtroni si dirada. Nel mio caso (lavori nel campo della sicurezza antincendio) ho notato che c'è una bella differenza se ti occupi di una semplice attività commerciale rispetto ad un'industria più o meno complessa. Nel caso dell'industria è più facile trovare un grado di competenza diverso ed è più facile che vogliano lavori fatti bene perchè sono in grado di valutarli.Certo non è sempre così, anche nelle industrie entrano i cialtroni ma sono in numero minore o con un grado di cialtroneria inferiore.
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